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Trionfo e teatralità del Barocco nelle nuove preziose sale espositive di Palazzo Barberini

Giovanni Domenico Cerrini (Perugia, 1609 - Roma, 1681) Il Tempo svela la Verità, 1666 circa olio su tela, 127,5 x 171,5 cm Kassel, Museumslandschaft Hessen Kassel, Gemäldegalerie Alte Meister Giovanni Domenico Cerrini (Perugia, 1609 - Roma, 1681) Il Tempo svela la Verità, 1666 circa olio su tela, 127,5 x 171,5 cm Kassel, Museumslandschaft Hessen Kassel, Gemäldegalerie Alte Meister
Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663) Morte di Cleopatra, 1661-1662 olio su tela, 153x169 cm Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gëmaldegalerie ©KHM-Museumsverband
Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663)
Morte di Cleopatra, 1661-1662
olio su tela, 153×169 cm
Vienna, Kunsthistorisches Museum, Gëmaldegalerie
©KHM-Museumsverband

Le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma presentano nella sede di Palazzo Barberini la mostra Tempo Barocco, a cura di Francesca Cappelletti e Flaminia Gennari Santori.

La mostra, con cui si inaugura il nuovo spazio mostre delle Gallerie al piano terra del museo – 8 sale per un totale di 750 mq completamente restaurati e rinnovati – esplora il concetto di barocco, ovvero un sistema unitario delle arti che vede la luce a Roma nei primi decenni del XVII secolo e che trova nella spettacolare volta con il Trionfo della divina Provvidenza di Pietro da Cortona a Palazzo Barberini la sintesi di tutti gli aspetti fondanti della sua estetica: teatralità, magniloquenza, meraviglia, e la rielaborazione libera e inventiva in chiave grandiosa e patetica del mito classico e delle opere d’arte antica.

Christian Berentz (Amburgo, 1658 – Roma, 1722) L'orologio, XVIII secolo olio su tela, cm 52 x 67 Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma ©(MiC) - Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia dell'arte/Enrico Fontolan
Christian Berentz (Amburgo, 1658 – Roma, 1722)
L’orologio, XVIII secolo
olio su tela, cm 52 x 67
Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma
©(MiC) – Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck per la storia
dell’arte/Enrico Fontolan

L’arte barocca è caratterizzata dalla continua ricerca della più efficace resa del movimento nella raffigurazione di gesti e azioni. La pittura di scene mitologiche così come quella di storia si trasformano in rappresentazioni teatrali, ricche di pathos ed emotività; nella composizione della scena vengono rielaborati i temi derivati dal coevo dibattito attorno alle emozioni, alle espressioni, e ai loro effetti sullo spettatore.

Filo conduttore di questa esplorazione, e centro del progetto di mostra, è il concetto di Tempo, indagato in tutte le sue forme e declinazioni – l’amore, le stagioni, la bellezza, l’azione – attraverso capolavori di artisti italiani e stranieri, per la maggior parte vissuti a Roma nel corso del Seicento, provenienti da musei italiani e internazionali e scandito dai sontuosi e raffinati orologi prodotti all’epoca.

Guido Reni (Bologna, 1575 - 1642) Le quattro stagioni, 1617-1620 olio su tela, 175 x 230 cm Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte © su concessione del Ministero della Cultura – Museo e Real Bosco di Capodimonte
Guido Reni (Bologna, 1575 – 1642)
Le quattro stagioni, 1617-1620
olio su tela, 175 x 230 cm
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
© su concessione del Ministero della Cultura – Museo e Real Bosco di
Capodimonte

In mostra 40 opere dei grandi protagonisti della cultura barocca: da Pietro da Cortona a Gian Lorenzo Bernini, da Valentin de Boulogne a Nicolas Poussin, da Anton Van Dyck a Domenichino, da Andrea Sacchi a Guido Reni, solo per citarne alcuni.

Molti, e importanti, i musei che hanno concesso le opere in prestito, fra cui gli Uffizi di Firenze, il Museo di Capodimonte di Napoli, il Museo del Prado di Madrid, il Musée Jacquemart-André di Parigi, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, lo Staatliche Museen di Berlino, la National Gallery di Londra.

Giovanni Domenico Cerrini (Perugia, 1609 - Roma, 1681) Il Tempo svela la Verità, 1666 circa olio su tela, 127,5 x 171,5 cm Kassel, Museumslandschaft Hessen Kassel, Gemäldegalerie Alte Meister
Giovanni Domenico Cerrini (Perugia, 1609 – Roma, 1681)
Il Tempo svela la Verità, 1666 circa
olio su tela, 127,5 x 171,5 cm
Kassel, Museumslandschaft Hessen Kassel, Gemäldegalerie Alte Meister

Il Tempo, che in forma allegorica e nelle riflessioni degli scrittori era comparso nella tradizione artistica cinquecentesca, diventa, con il suo passaggio e con la produzione intensa di nature morte, protagonista delle opere. Anche i sontuosi orologi dell’epoca, disegnati talvolta da grandi artisti sono adornati da personificazioni del Tempo, associate a chi da lui trae beneficio, o ai suoi antagonisti: la Verità, la Bellezza, l’Amore, la Morte.

La mostra è divisa in 5 sezioni:

Sezione_1: Il mito del Tempo

Sezione_2: Il Tempo e l’Amore

Sezione_3: Il Tempo tra calcolo e allegoria

Sezione_4: Tempo Vanitas

Sezione_5: Fermare il Tempo, cogliere l’azione

Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663) Allegoria del Tempo (o della vita umana), 1650 circa olio su tela, 118,2x95,3 cm Lampronti Gallery
Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663)
Allegoria del Tempo (o della vita umana), 1650 circa
olio su tela, 118,2×95,3 cm
Lampronti Gallery

Le prime tre sezioni offrono una visione della raffigurazione del Tempo come figura mitica. Il tema viene rappresentato non solo come il vecchio alato e severo assimilato a Saturno della tradizione classica e rinascimentale, ma anche attraverso metafore derivate dalla poesia antica: Le età dell’uomo, i rapporti di Crono (dio del Tempo) con l’antagonista Cupido (dio dell’Amore); le personificazioni delle Ore e delle Stagioni, metafore del tempo calcolabile, e quelle della Bellezza, della Verità, della Speranza, dell’Occasione e dell’Eternità. Dipinti, affreschi, specchi e orologi che presentavano questo tipo di decorazioni avevano il ruolo di scandire il tempo del palazzo e della vita familiare, rievocandone i momenti più significativi.

La quarta sezione è dedicata a un altro tema legato allo scorrere del tempo, quello della Vanitas, dove la natura morta è protagonista. Teschi, clessidre, orologi, frutti ammaccati, fiori appassiti ricordano agli uomini la precarietà della bellezza e la fragilità della vita umana.

L’ultima sezione è dedicata agli aspetti della teatralità e della meraviglia, protagonisti di tante opere realizzate dagli artisti che lavoravano a Roma nel corso del Seicento, e che scelsero di rappresentare i propri soggetti nel momento culminante dell’azione, evidenziandone la drammaticità.

Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663) Allegoria del Tempo (o della vita umana), 1650 circa olio su tela, 118,2x95,3 cm Lampronti Gallery
Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 – Vienna, 1663)
Allegoria del Tempo (o della vita umana), 1650 circa
olio su tela, 118,2×95,3 cm
Lampronti Gallery

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