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Francobolli e paradisi terrestri. Mauritius: la mitica busta da ballo milionaria all’incanto

Mautitius 2 pence   Il 2 pence “Post paid” valutata 150.000 euro. Mautitius 2 pence   Il 2 pence “Post paid” valutata 150.000 euro.
Mauritius penny   La mitica busta del ballo del Governatore di Mauritius affrancata con l’1 penny “Post office”, stimata 4 milioni di euro.
Mauritius penny – La mitica busta del ballo del Governatore di Mauritius affrancata con l’1 penny “Post office”, stimata 4 milioni di euro.

Nel 1885 Mark Twain scriveva: “Dio creò Mauritius e poi il Paradiso Terrestre”. Trentotto anni prima, nel 1847, Lady Elizabeth Gomm, moglie del governatore dell’isola, allora colonia britannica, sicuramente senza saperlo, creò il paradiso dei collezionisti. Aperta com’era alle novità volle che anche l’isola disponesse di propri francobolli, tenuti a battesimo appena sette anni prima a Londra. L’occasione propizia fu il ballo che annualmente il governatore dava in onore dei maggiorenti del luogo.

Il fatto che Mauritius non disponesse di attrezzature e di perone esperte nella produzione di questo nuovo prodotto, il francobollo, non scoraggiò l’intraprendente Lady Gomm, la quale non trovò di meglio che rivolgersi a Joseph Osamond Barnard, che a Port Louis, la capitale, faceva l’orologiaio ed era perciò in grado di manovrare il bulino con la necessaria abilità. Fu così che presero forma il penny e il due pence di Mauritius, prodotti in solo 500 esemplari su ciascuno dei quali, accanto all’effigie della regina Vittoria, incise la dicitura “Post Office” (Ufficio postale), in tutta evidenza priva di significato. L’anno dopo venne difatti corretta in “Post paid” (Porto pagato).

Mautitius 2 pence   Il 2 pence “Post paid” valutata 150.000 euro.
Mautitius 2 pence   Il 2 pence “Post paid” valutata 150.000 euro.

Una volta tirate le somme l’impresa si palesò in perdita. Dalla vendita dei francobolli le Poste di Mauritius incassarono 6 sterline e 5 scellini, mentre il costo per la realizzazione delle due carte valori ammontò a 10 sterline (l’incisione) e 10 scellini (la stampa). Nessuno, all’epoca, poteva che quei francobolli, e le buste così affrancate, sarebbero un giorno entrate nell’Olimpo delle rarità.

Appena ventisette, quindici da 1 penny e dodici da 2 pence, alcuni dei quali conservati su busta, gli esemplari giunti fino a noi. Sei nuovi, i rimanenti usati. Alcuni dei quali conservati nei musei, come il Blue Penny Museum, di Port Louis, la capitale delle Mauritius, o nella collezione della regina Elisabetta II d’Inghilterra.

Anche se non è la più rara, la busta affrancata con il penny con la quale Henry Adam venne invitato al ballo del Governatore, è decisamente la più affascinante in quanto testimonia nell’uso la ragione della produzione del francobollo.

Nel 1993 da Feldman venne acquistata per 1.610.000 franchi svizzeri. Il 26 giugno la busta del ballo viene riproposta da Christoph Gärtner (www.auktionen-gaertner.de), nella sua asta del cinquantenario. Che comprende pure il 2 pence azzurro “Postpaid” su lettera spedita a Bordeaux, città con la quale l’isola aveva buoni rapporti commerciali. In questo caso le palette potranno alzarsi da 150.000 euro. La casa d’aste tedesca con si è sentita di prezzare alcune prove dei due francobolli, che propone di conseguenza a trattativa privata.

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