Nascono la Soprintendenza per il PNRR, il Museo dell’Arte digitale, i parchi archeologici di Cerveteri e Tarquinia e di Sepino e la Pinacoteca Nazionale di Siena
“Un altro passo importante per la riforma del sistema museale nazionale e per l’organizzazione del ministero, che si ristruttura per poter vincere la sfida del recovery”. Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, presenta la riorganizzazione del Ministero della cultura. Già presentata al Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici e alle organizzazioni sindacali e approvata dal Consiglio dei ministri. “Con il nuovo Dpcm prende il via la Soprintendenza speciale per il PNRR e nascono 4 nuovi istituti autonomi. Il Museo dell’Arte digitale, il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia, il Parco archeologico di Sepino e la Pinacoteca Nazionale di Siena. Viene inoltre istituito l’Osservatorio per la parità di genere. Che avrà il compito di promuovere questa importante istanza negli ambiti di competenza del Ministero”.
Con i nuovi istituti, salgono a 43 gli istituti coinvolti dalla riforma Franceschini avviata nel 2014. Il parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia comprende la necropoli della Banditaccia, la più estesa dell’area mediterranea, iscritta nel 2004 dall’Unesco nella lista del patrimonio dell’umanità. E il Museo archeologico nazionale di Tarquinia, che ha sede nell’antico Palazzo Vitelleschi e la necropoli di Monterozzi. Il parco archeologico di Sepino comprenderà l’omonima area archeologica. Con i resti dell’antica città romana sorta nella valle del Tammaro, e il museo della città e del territorio.
La Pinacoteca Nazionale di Siena, collocata nel Palazzo Buonsignori e Brigidi, ospita la più importante collezione di dipinti su tavola a fondo oro del Trecento e Quattrocento senese. Con capolavori di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Il Museo dell’Arte Digitale sarà dedicato alla produzione e presentazione di contenuti digitali. Svolgendo un ruolo strategico nelle scenario culturale contemporaneo, in cui la stessa nozione di opera e di pubblico va inevitabilmente evolvendo.