Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea presenta A.B.O. THEATRON. L’Arte o la Vita. La mostra indaga la figura di uno dei più importanti storici dell’arte, critici e curatori contemporanei: Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939). Dal 25 giugno 2021 al 9 gennaio 2022.
Necessita veramente di poche presentazioni la figura su cui si incentra la nuova mostra organizzata dal Castello di Rivoli. A.B.O. THEATRON. L’Arte o la Vita analizza infatti uno dei curatori più importanti della storia dell’arte italiana e non solo, un intellettuale visionario capace di ridefinire i campi e gli strumenti d’indagine della curatela.
Achille Bonito Oliva è indubbiamente una delle figuare cardine dell’arte del XX e XXI secolo, capace di elevare il discorso critico quanto abile nel riuscire a comunicarlo a un più ampio bacino di pubblico possibile.
Se fosse proprio necessario individuare uno dei suoi numerosi meriti in tal senso, dovremmo quindi citare l’operazione con cui ha fornito un’alternativa organica all’arte concettuale anni settanta. Si fa ovviamente riferimento alla Transavanguardia, il quarto movimento artistico italiano dopo Futurismo, Metafisica e Arte povera.
Sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI, sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, la mostra raccoglie opere d’arte, documentazione di allestimenti, materiale d’archivio e una grande selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da Rai Teche. Tra le più recenti partecipazioni mediatiche del critico d’arte è la conversazione di Bonito Oliva con Harry Styles commissionata da GUCCI per GucciFest.
La struttura della mostra
Ripercorrendo la vasta attività curatoriale, teorica e comportamentale di Bonito Oliva la mostra A.B.O. THEATRON. L’Arte o la Vita è articolata su tre livelli fra loro interconnessi, ognuno dei quali corrisponde a un importante aspetto del poliedrico operato del critico e del curatore. Eccoli qui:
La curatela delle mostre, con la ricostruzione delle principali mostre tematiche, selezionate dal curatore stesso. Le mostre ricostruite in questa sezione sono: Amore mio, 1970; Vitalità del negativo, 1970; Contemporanea, 1973-74; per la Transavanguardia Opere Fatte ad Arte, 1979; Le Stanze, 1979; Aperto ’80, 1980 e Avanguardia Transavanguardia, 1982; nonché Ubi Fluxus ibi motus, 1990; Punti Cardinali dell’Arte – XLV Biennale di Venezia, Biennale di Venezia, 1993; Minimalia, 1997; Le Tribù dell’Arte, 2001.
L’enciclopedica scrittura saggistica e lo spazio privato, affidata alle sue più importanti pubblicazioni così come a un vasto materiale inedito.
L’espressione comportamentale e lo spazio pubblico. Si fa riferimento all’attività per la radio, il cinema e, soprattutto, la televisione, ma anche i progetti per giornali e riviste, le onorificenze e gli strumenti atti a definire un vero e proprio culto della propria personalità, che ne definiscono la dimensione autonoma di personaggio pubblico.
Le grandi opere
Tra i capolavori in mostra figura l’opera Primo piano labbra (1965) di Pino Pascali presente nella prima mostra del curatore alla Libreria-Galleria Guida a Napoli nel 1966. In mostra anche il capolavoro Lo Spirato (1968-73) di Luciano Fabro presente in Contemporanea nel 1973, oltre a una serie di importanti opere della Transavanguardia tra le quali Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, Cani con la lingua a spasso (1980) di Enzo Cucchi, Sinfonia incompiuta (1980) di Sandro Chia, Il cerchio di Milarepa (1982) di Francesco Clemente e Testa dell’artista cosmico a Torino (1984-85) di Nicola De Maria. In mostra anche La Luna (1968) di Fabio Mauri esposto in Vitalità del negativo, 1970; Metrocubo d’Infinito (1966) di Michelangelo Pistoletto e Articolazione totale (1962) di Francesco Lo Savio esposti in Minimalia nel 1997-99, nonché TV-Buddha Duchamp-Beuys (1989) di Nam June Paik presente nella mostra Tribù dell’Arte, 2001. Di particolare interesse anche Fountain (1917-64) di Marcel Duchamp.
Due particolarità
Per la mostra sarà edito dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e Skira un catalogo scientifico bilingue (italiano/inglese) introdotto da un saggio di Carolyn Christov-Bakargiev e da un’intervista fra Achille Bonito Oliva e Hans Ulrich Obrist
Per l’occasione la maison GUCCI ha appositamente realizzato le divise destinate agli “angeli custodi” della mostra, cioè il personale del Museo che accoglie i visitatori nelle sale e custodisce le opere esposte nel “teatro” della mostra. Come dei giardinieri di un parco immaginario, gli abiti verde salvia dei custodi, chiamati “jardiniers du théatre”, segnalano il percorso della mostra in un accompagnamento creativo che ribalta il tradizionale rapporto tra museo e sponsor. Qui il main sponsor collabora alla scena della mostra, valorizzando i lavoratori essenziali, ma spesso invisibili, del mondo dell’arte.