Sergej Vasiliev, artista premiato cinque volte con il World Press Photo, è in mostra a Firenze con la sua prima antologica. A ospitarla è il Semiottagono delle Murate, dal 23 giugno al 4 ottobre 2021.
Sergej Vasiliev: uno sguardo indiscreto sull’URSS sconosciuta è il titolo della mostra, dichiarazione eloquente dello spirito e dell’intento con cui il fotografo ha portato avanti la sua attività. Il percorso espositivo, curato da Marco Fagioli e ideato da Jan Bigazzi sul modello panottico dell’ex carcere femminile, rende omaggio al giornalista che con la sua fotocamera ha documentato la vita nei Kolchoz, lungo le strade della Russia più profonda ma ha anche saputo dedicarsi a un’ampia varietà di temi che la mostra si propone di indagare.
Detenuti, operai, donne, uomini di potere politico e religioso, una cronaca avara di colore che è insieme forma e sostanza della verità restituita agli occhi del visitatore in sei distinte sezioni: Ritratti, Sauna, Parto, Tatuaggi, Incidente ferroviario di Ufa, Vita in carcere.
In questo modo l’esposizione si stacca dalla produzione più famosa di Vasiliev – ovvero quella dedicata ai tatuaggi dei criminali russi – e si concentra su scene di straordinaria quotidianità, sulla fatica dell’esistere che scava i visi e gli occhi dei suoi soggetti. Senza retorica, con il linguaggio di un’arte nobile che è anche potente strumento di comunicazione, Vasiliev ci offre uno spaccato di vissuto delle genti russe addentrandosi nelle prigioni fisiche e psicologiche dell’individuo, svelandone particolari momenti di intimità, cogliendo la bellezza che si offre come risposta e forma di resilienza.
«Vasiliev è un occhio vergine, vede la realtà sovietica fuori dai miti, dai luoghi comuni» spiega il curatore Marco Fagioli «E’ questo linguaggio inusuale, ad esempio l’utilizzo del ritratto non come genere fotografico ma sociologico, a rendere la mostra davvero interessante, emozionante».
La mostra si compone dunque di circa 70 immagini in bianco e nero, scattate tra gli anni Ottanta e i primi Novanta intorno a Čelyabinsk, città ai piedi degli Urali con più di un milione di abitanti, dove nel 1957 un’esplosione, tenuta segreta a lungo, provocò una catastrofe nucleare peggiore di Chernobyl. Per quasi cinquant’anni Vasiliev ha documentato quel che, prima della ‘politica della trasparenza’ avviata da Gorbaciov, nessuno poteva vedere. Un impegno sociale, dunque, oltre che umano. Perché anche nella tragedia le impreviste risorse dell’uomo trovano spazio per la bellezza, l’amore, la nascita, il riscatto, la ripartenza.
Informazioni
Sergej Vasiliev, uno sguardo indiscreto sull’URSS sconosciuta
23 giugno – 4 ottobre 2021
Semiottagono delle Murate
Piazza Madonna della Neve, 8 Firenze
Orario: Dal lunedì alla domenica, 9-19
Ingresso gratuito