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2021: Odissea nel tempo. A Roma un connubio inedito e sospeso tra l’antico e la ricerca di Servadio

Edoardo Servadio, Campo Marzio, 2020, bronzo patinato, 37.5x27.5 cm
Edoardo Servadio, Campo Marzio, 2020, bronzo patinato, 37.5×27.5 cm

Ventotto opere esposte per un connubio inaspettato e sorprendente. 14 opera di antico dialogano con altrettante opere contemporanee. A Roma, nella storica galleria Antonacci Lapiccirella Fine Art, va in scena la prima personale in galleria di Edoardo Servadio (Genova, 1986), dal titolo “2021 : ODISSEA NEL TEMPO”. La mostra, a cura di Michele Ferrari, si presenta come un progetto coerente e armonico, in cui gli spazi della galleria di via Margutta ospitano le sculture bronzee di Servadio.

Presentandosi come delle placche bidimensionali in bronzo patinato e dipinto dal forte impatto visivo, i Tombini di Edoardo Servadio sono il risultato di una creativa ma anche ben ponderata pratica artistica che rivisita interamente lo stemmario araldico peculiare ai 22 rioni e 35 quartieri che compongono Roma – stemmi esteticamente rielaborati in caso di una simbologia già esistente o creati ex novo dall’artista seguendo indagini e studi che intrecciano storia, fantasia, leggenda e geografia del territorio, una sorta di antropologia urbana.

I Tombini fanno parte di un progetto più ampio, intitolato ‘Decoro Urbano’, che vuole riportare al presente luoghi e memorie della storia dell’Urbe. Angoli e curve sono gli opposti geometrici di riferimento e spunto concettuale per la mostra, trovando sublimazione nel confronto di due opere molto differenti eppur cosi corrispondenti: il Profilo continuo di Renato Bertelli e l’Alfabeto Lapidario Moderno, il primo – un’opera futurista del 1933 – priva di angoli, il secondo – il nuovo carattere tipografico di Servadio – privo di curve, producendo insieme una dissonanza estetica unitaria nella sua diversità.

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