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Schiettezza, semplicità, femminilità: la pittura di Adelisa Selimbasic. Intervista

Adelisa Selimbasic,Non ci sono pareti,2021,olio su tela, 24x18 cm
Adelisa Selimbasic, Non ci sono pareti, 2021,olio su tela, 24×18 cm
Si è da poco conclusa la tua mostra personale “Non ci incontreremo mai così giovani”, curata da Luca Zuccala, e realizzata da Ipercubo, che si è tenuta da State of Milano. Mi racconteresti come è nato e come si è sviluppato questo progetto?

Il progetto è stato sviluppato nell’arco di due mesi. L’idea di una mia personale a Milano era già nata con Ipercubo. Successivamente, ottenendo la residenza in ViaFarini, l’occasione è stata colta per realizzare una mostra che fosse un punto di sintesi conclusivo di quelli che sono stati i miei primi 4 mesi a Milano. La collaborazione con Luca ha preso forma dopo una studio visit, dove abbiamo avuto modo di avere uno scambio di opinioni sulla pittura contemporanea trovando molti punti di interesse comuni. Attraverso questi continui dialoghi il testo critico della mostra è stato elaborato, e, successivamente, anche il titolo che la presenta. Ci tengo a citare anche il ruolo fondamentale di tutto lo staff di State Of_ per la loro disponibilità e professionalità. “Non ci incontreremo mai così giovani” è stato il risultato di un ottimo lavoro di squadra.

Da gennaio a maggio 2021 sei stata ospite di Viafarini, la collaborazione riprenderà poi nel luglio 2021. Cosa ricorderai e porterai con te di questa esperienza? A giudicare della grande e varia produzione creata in quel periodo, la collaborazione non può che essere stata fruttuosa: la tua pratica ha subito variazioni di qualche genere durante la residenza?

ViaFarini ha ed avrà un ruolo molto importante nel mio percorso artistico ed umano. Quello che porterò con me da questa esperienza sono sicuramente i rapporti umani che si sono instaurati: ho avuto modo di conoscere artisti incredibili e generosi nel condividere pareri e consigli; ma non solo artisti, anche collezionisti, art dealer, galleristi etc, con cui sono nati non solo rapporti lavorativi, ma anche forti amicizie. In un ambiente così ricco e stimolante la mia produzione non poteva che crescere: i colori sono diventati più saturi, le decisioni più sicure, si è fatta chiarezza sul tema della mia rappresentazione pittorica ed ho preso ancora più consapevolezza sugli obbiettivi che voglio raggiungere.

Adelisa Selimbasic, Eccelente,2021, olio su tela,40x40cm
Schiettezza, semplicità, e femminilità. Sono queste le parole che mi vengono immediatamente in mente quando guardo i tuoi dipinti. Cosa ti ha spinto ha voler ritrarre questo tipo di figure, e in questo modo così spigliato e naturale?

Ritengo che la diversità che caratterizza i corpi di ciascuno di noi sia un’estetica unica e che non dovremmo cercare di nascondere ed omologare, ma valorizzare. Anche nella cellulite e nelle smagliature vi è la sensualità e la bellezza: dipende tutto da come siamo portati a percepirla.

Adelisa Selimbasic,Stories,2021,Olio su tela,310 x 320 cm, Courtesy galleria IPERCUBO jpg
Adelisa Selimbasic,Stories,2021,Olio su tela,310 x 320 cm, Courtesy galleria IPERCUBO
Il tuo modo di rappresentare la donna lontano da canoni e dalle aspettative ti pone chiaramente in forte contrapposizione con l’immagine contemporanea della donna “perfetta”, consideri la tua pratica artistica come femminista, volta ad una liberazione del corpo femminile?

Considero la mia pratica artistica femminista, se questo termine è inteso come lotta di liberazione di tutti i corpi e generi dalle discriminazioni. Rappresento principalmente corpi femminili perché ho avuto esperienze discriminatorie basate sul sesso, quindi ho una consapevolezza e sensibilità maggiore alla quale penso di poter dare voce, in quanto è qualcosa che conosco e che ho percepito. In questo modo, mi sento più sincera nei miei confronti e in quelli dello spettatore.

Adelisa Selimbasic, Il centro del mondo, 2021, olio su tela, 231x244cm
I tuoi dipinti sono composti da suggestioni ed immagini “trovate”, lo spazio nel quale le tue figure albergano è sempre misterioso ed indeterminato: mi spiegheresti come avviene la composizione, anche mentale, delle tue opere?

La composizione delle mie opere, come da te già accennato, avviene principalmente per immagini mentali perché ciò mi permette di evitare un atteggiamento limitante e poco deciso durante il processo creativo, permettendo a quest’ultimo di essere aperto alle possibilità che il lavoro offre. Principalmente parto da immagini fotografiche realizzate da me, oppure trovate nel web. Non si tratta mai di un’unica foto di riferimento ma bensì di più immagini di cui poi faccio un “collage mentale” cercando di immaginarmi quello che potrebbe essere il lavoro pittorico finale. Ovviamente, il risultato non è mai quello prestabilito ad inizio lavoro, infatti è destinato a cambiare durante il processo, grazie a questa apertura che mi concedo durante la prima fase di elaborazione.

Adelisa Selimbasic, Campionessa,2021, olio su tela,106x83cm
Adelisa Selimbasic, Campionessa,2021, olio su tela,106x83cm
Sia il colore che le forme, che bilanci con maestria, sembrano avere un’importanza centrale nei tuoi dipinti. Cosa ti ha portato ad un uso così consistente del colore?

Il colore ha il ruolo chiave all’interno della mia produzione artistica. Il colore per me è sia forma che dettaglio. Ciò che mi ha portato ad un uso così consistente del colore è stata l’osservazione attenta della realtà e la scoperta delle infinite sfumature cromatiche di cui quest’ultima è formata. Sulla superficie della tela non faccio altro che riprendere questi cromatismi ed estremizzarli ottenendo una plasticità quasi tattile.

L’impressione che ho nel guardare i tuoi quadri è un saldo attaccamento al presente, una conversazione volta a descrivere e commentare situazioni e figure contemporanee. Nonostante questo, non ho potuto fare a meno di chiedermi se ci fossero dei riferimenti del passato, dei modelli, che tieni a mente quando crei i tuoi dipinti.

È inevitabile avere dei modelli del passato ai quali guardare, e cercare di mantenere come modelli per la propria ricerca artistica, soprattutto da un punto di vista attitudinale nei confronti del lavoro. I riferimenti che porto spesso con me sono da un punto di vista storico Michelangelo e Caravaggio; da un punto di vista contemporaneo osservo molto Hernan Bas, e Chloe Wise. I colori dei manieristi mi affascinano molto.

Adelisa Selimbasic, Culeria, 2021, olio su tela, 360x24cm
Durante la tua carriera artistica ti sei concentrata su diversi soggetti: dai paesaggi, alle figure – specialmente bambini, e successivamente verso personaggi adulti – donne, in particolare. Mi parleresti di come e perché i tuoi interessi sono cambiati durante il tuo percorso artistico?

I soggetti che rappresento nei lavori vanno a pari passo con tutte le esperienze che faccio nel corso del tempo. Infatti, la mia maturità odierna mi ha portato a focalizzare tutta la mia attenzione sul corpo della donna. Precedentemente, ero molto più incuriosita dall’atto del gioco tra i bambini. Non si tratta di un passaggio netto tra un soggetto e l’altro, ma di una graduale modifica, proprio perché si crea in modo spontaneo e privo di forzature. Cerco di non dimenticare l’importanza del ruolo dell’istinto quanto quello della razionalità nei miei dipinti.

Adelisa Selimbasic, Acque nascoste, 2021, olio su tela, 30x30cm
Adelisa Selimbasic, Acque nascoste, 2021, olio su tela, 30x30cm

 

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