Gli antichi granai espongono anfore, vasellame in terracotta, piccoli e grandi contenitori usati per il trasporto e gli scambi commerciali di alimenti
Furono costruiti dopo il terremoto del 62 d.C., e forse non erano ancora terminati al momento dell’eruzione. Rappresentano un po’ “l’altra faccia” di Pompei, un documento della vita quotidiana nella città romana, il contraltare ai fasti delle Villae o delle Schole. Qui protagonisti sono anfore, vasellame in terracotta, piccoli e grandi contenitori usati per il trasporto e gli scambi commerciali di alimenti e non solo. Questo offrono i depositi ospitati negli antichi granai del Foro di Pompei, che per la prima volta da luglio si aprono alle visite del pubblico. Gli spazi si aprono sul lato occidentale del Foro, con otto aperture separate da pilastri in terracotta. E probabilmente svolgevano la funzione di mercato della frutta e verdura.
Dal 7 luglio, nei mercoledì dei mesi di luglio e agosto, sarà possibile richiedere una visita straordinaria, accompagnata a cura dei funzionari del Parco. Dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16. Le visite ai granai, riservate a gruppi di massimo 10 persone ogni mezz’ora, saranno possibili anche di sera, ogni venerdì e sabato. Qui le date sono quelle del 6 e 7, 27 e 28 agosto, 3 e 4, 10 e 11, 25 settembre, con prenotazione. Nei programmi, la struttura è destinata a diventare un museo dedicato alla storia del Foro e delle attività artigianali che si svolgevano nella città. Dove il visitatore potrà vedere non solo i reperti, ma anche i calchi delle vittime con gli oggetti che queste portarono con sé durante la fuga.