La Triennale Brugge 2021 (8 agosto-24 ottobre 2021) si propone di raccontare, tramite le opere di 13 artisti, il lato più misterioso e dinamico della città fiamminga.
Bruges: suggestioni medievali, scorci surreali, tramonti sognanti. Ma se la placida armonia delle serrate file di case che si riflettono nei canali nascondesse un’ombra oscura? Dopotutto, l’estrema tranquillità sfiora spesso l’immobilità e raramente ha condotto ad esiti artistici notevoli.
Al contrario, la gemma incastonata nel cuore delle Fiandre è patria di maestri assoluti come Van Eyck, Bruegel e Rubens. Pittori ancora oggi considerati figure rivoluzionarie nella storia dell’arte. C’è quindi un lato misterioso della città, una versatilità e dinamicità imprevista che anima le sue strade e gli abitanti che le vivono.
Triennale Brugge 2021 (8 agosto-24 ottobre 2021) prova a indagare questa natura ambigua e affascinante. Tre nomi di spicco della scena artistica contemporanea belga, insieme ad altri dieci artisti internazionali, sono stati chiamati a dare la loro interpretazione del tema TraumA: un’esplorazione della sottile linea che separa sogno e incubo, paradiso e inferno, visibile e nascosto, spostando l’attenzione ad alcuni lati meno visibili e soggettivi della città.
Le pulsioni più intime di Bruges, quella passata e quella futura, riaffiorano nelle sculture e nelle installazioni dei 13 artisti selezionati dal team di curatori. Vicoli e stradine secondarie diventano teatro di allestimenti suggestivi, integrati nell’ambiente e capace di dialogare con esso fino a svelarne i segreti.
Gli artisti internazionali, con relative opere, sono: Amanda Browder [US], Happy Coincidences – Verversdijk; Nadia Kaabi-Linke [TN/UA/DE], Inner Circle – Burg; Jon Lott [US], The Bruges Dyptych – Gouden-Handrei; Joanna Malinowska & C.T. Jasper [PL/US], Who is afraid of Natasha – Begijnhof; Nnenna Okore [US/NG/AU], And the World Keeps Turning – Poertoren; Henrique Oliviera [BR], Banisteria Caapi (Desnatureza 4) – Pottenmakersstraat/Augustijnenrei; Gregor Schneider [DE], Black Lightining – kerk Grootseminarie; Laura Splan [US], Disentanglemente – Museum Onze-Lieve-Vrouw ter Potterie; Adriàn Villar Rojas [AR], From the series Brick Farm – Poortersloge + diversi siti; Héctor Zamora [MX], Strangler – tuin van het Gezellehuis.
Qui invece un focus sugli artisti belgi.
Nadia Naveau (Bruges, 1975), Les Niches Parties
Ispirata da un viaggio in Messico, Nadia Naveau colloca lungo il Canale degli Agostiniani della sua città natale una serie di maschere e festoni colorati. Da un lato si richiama l’attenzione sulle nicchie lungo l’acqua come elementi architettonici nascosti, dall’altro Naveau strizza l’occhio all’immagine della bandiera, simbolo di comunicazione e di identificazione.
Hans Op de Beeck (1969, Turnhout), Danza Macabra
Una giostra monumentale e monocroma con cavalli e carrozze che sembrano pietrificati. Il tempo si ferma e la meccanica si arresta, come a voler spazzare via ogni allegria. La giostra, che nell’immaginario collettivo rievoca allegria e spensieratezza, qui ha un aspetto spettrale. Il grigio tetro dell’opera contrasta e interagisce con la facciata barocca della Sint-Walburgakerk sulla piazza Sint-Maartensplein.
Gijs Van Vaerenbergh (1983, Lovanio), Colonnade
Il duo di artisti e architetti dello studio Gijs Van Vaerenbergh ha scelto la periferia nord di Bruges per realizzare uno spazio labirintico composto da decine di colonne intrecciate tra loro in cui i visitatori si perdono tra i tubi, senza dover percorrere un itinerario preciso. Il labirinto diventa un’esperienza – traumatica – fisica personale, in cui immergersi per poi tornare alla luce. Colonnade demolisce il concetto tradizionale del padiglione che qui è privo di un vero interno.
Le opere di Nadia Naveau, Hans op de Beeck e Gijs Van Vaerenbergh a Bruges fino al 24 ottobre 2021, si possono scoprire con un semplice click, attraverso un’esperienza virtuale dedicata a Triennale Bruges 2021.