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Rimpossessarsi dello spazio pubblico. A Lecce una residenza per curatori e artisti nel giardino di Giuseppe Arnesano

A Lecce una residenza dedicata a curatori e artisti, nel giardino di casa di Giuseppe Arnesano. Dal 21 luglio 2021 inaugura con Lucrezia Calabrò Visconti il Volume I, intitolato La condizione umana che prende spunto dal saggio The Human Condition di Hannah Arendt, pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1958, mentre in Italia viene diffuso con il nome di Vita activa, la condizione umana.

Nella prima serata Lucrezia Calabrò Visconti presenta Forme di sciopero nell’economia della presenza: dallo sciopero umano al femminismo estatico, una lectio brevis dedicata all’individuazione di forme di sciopero praticabili nel contesto dell’economia della presenza contemporanea. In particolare l’intervento si concentrerà sul femminismo estatico, una corrente che attraversa il femminismo italiano degli anni Sessanta e Settanta proponendo l’uscita da sé come possibile strumento di azione politica.

Protagonista del secondo e ultimo appuntamento è l’azione performativa di Marco Vitale e Marco Musarò dal titolo The desert we sang so long, una doppia operazione che in modo corale e intimo, costruita sul brano Janitor of Lunacy di Nico, guarda alla relazione tra i sistemi di potere e assoggettamento nelle dinamiche amorose ma anche in riferimento al riconoscimento minimo del salario sindacale. L’opera pone in esperimento una contraddizione, crea un luogo di contatto violento fra due elementi estremi e opposti: il lavoro salariato, contro l’archetipo presente invece nel gesto del bacio; il lavoro inteso come attività inferiore per eccellenza dell’essere umano, contro una delle sue manifestazioni più elevate e intime.

Nell’opera di Vita Activa, spiega l’autrice, “propongo di designare tre fondamentali attività umane: l’attività lavorativa (labour), l’operare (work) e l’agire (action); esse sono fondamentali perché ognuna corrisponde a una delle condizioni di base in cui la vita sulla terra è stata data all’uomo”. L’analisi che Hannah Arendt conduce sulla società del suo tempo riflette in modo speculare quella dei giorni nostri, poiché anche nel mondo contemporaneo l’eccessiva attività lavorativa (labour) e quella operativa (work) hanno depotenziato e soggiogato la condizione dell’agire (action), ovvero la dimensione relazionale più elevata, che riguarda il confronto plurale tra gli individui.

Per la filosofa tedesca di origine ebraica l’agire è inteso nella sfera politica, e dunque nell’azione pubblica, come un momento di confronto, partecipazione e cittadinanza con gli altri. La natura umana è un’identità comune, di incontro e interazione attiva tra la gente che, sulla base della democrazia diretta della polis greca, dialoga si confronta e dibatte nello spazio pubblico dell’agorà; mai come in questa vicenda globale l’essere umano ha perso molto, non solo in termini di vite spezzate, ma anche di libertà, disuguaglianze, valori e diritti traditi.

Oggi, parafrasando il messaggio attualissimo di Arendt, abbiamo la possibilità di rimpossessarci da cittadini emancipati dello spazio pubblico, inteso quest’ultimo non come quello partitico o quello puramente esibizionista dei talk show e dei social media, ma come luogo di identità comune in riferimento alla grecità della questione, grazie alla quale da individui possiamo partecipare e immaginare liberamente con l’azione, il discorso e la relazione con l’altro la vita politica nella nostra comunità, organizzata come in una polis contemporanea.

21.07.21 ore 20.00
Lucrezia Calabrò Visconti | Forme di sciopero nell’economia della presenza: dallo sciopero umano al femminismo estatico

29.08.21 ore 20.00
Marco Vitale, Marco Musarò | The desert we sang so long
in collaborazione con Coro a Coro di Rachele Andrioli

Per partecipare inviare una mail di conferma a giardinoproject@gmail.com
www.giardinoproject.com

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