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Fabrizio Cotognini celebra i 100 anni della prima lirica allo Sferisterio. L’Olandese Volante, a Macerata

Fabrizio Cotognini, Parnassus 1, 2020, biacca, ink, pantone, watercolour, ink, pencil and Mylar on original XVIII Etching | Courtesy of the artist and Prometeo Gallery Ida Pisani Fabrizio Cotognini, Parnassus 1, 2020, biacca, ink, pantone, watercolour, ink, pencil and Mylar on original XVIII Etching | Courtesy of the artist and Prometeo Gallery Ida Pisani
Fabrizio Cotognini, Parnassus 1, 2020, biacca, ink, pantone, watercolour, ink, pencil and Mylar on original XVIII Etching | Courtesy of the artist and Prometeo Gallery Ida Pisani
Fabrizio Cotognini, Parnassus 1, 2020, biacca, ink, pantone, watercolour, ink, pencil and Mylar on original XVIII Etching | Courtesy of the artist and Prometeo Gallery Ida Pisani

Fabrizio Cotognini presenta The Flying Dutchman, l’olandese volante, per celebrare i 100 dalla prima rappresentazione lirica allo Sferisterio di Macerata, una delle identità fondanti del territorio marchigiano. Fino al 30 ottobre 2021 nelle sale dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, l’esposizione a cura di Riccardo Tonti Bandini, propone una trasposizione concettuale della storica opera letteraria, tra disegni, sculture e installazioni.

Il progetto The Flying Dutchman porterà il visitatore a muoversi nelle sale dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi attraverso il gioco, la narrazione, l’antropologia, la contemporaneità, la rappresentazione e ovviamente la musica che tutto sublima: una sinestesia in forma pura che ha preso vita nel dialogo e nel lavoro tra l’artista e le realtà artigiane del territorio maceratese. Fabrizio Cotognini infatti, nato e cresciuto a Macerata, attraverso questo progetto vuole anche riportare alla luce la perizia e la maestria del sapere fare della sua terra natia, ridefinendo i confini di una nuova geolocalizzazione delle arti applicate dal respiro nazionale e internazionale. L’artista offre la sua visione dell’Olandese Volante, archetipo per antonomasia di chi per superare i limiti sfida sé stesso e Dio, con un tracciato narrativo che si snoda tra le sale del piano nobile di Palazzo Buonaccorsi, una delle testimonianze più importanti del tardo barocco. La mostra, attraverso un percorso immersivo costituto da disegni, sculture e installazioni, propone una trasposizione concettuale di un’opera letteraria storica, sulla scorta delle varie rappresentazioni e interpretazioni che le sono state attribuite nel tempo.

Fabrizio Cotognini - ritratto
Fabrizio Cotognini – ritratto

The Flying Dutchman di Fabrizio Cotognini non è più, e non è soltanto, il Der Fliegende Hollander di Richard Wagner, rappresentato per la prima volta al Königlich Sächsisches Hoftheater di Dresda il 2 gennaio 1843, ma è un’opera corale che racconta una trasformazione sociale, un rinnovamento radicale della società, unendo visioni, citazioni, omaggi, scoperte e riscoperte di romanzieri, poeti, drammaturghi, cantanti, fumettisti, registi cinematografici e artisti.

Nell’immaginario collettivo è diventato la nave fantasma capitanata da Davy Jones e Will Turner nel film Pirati dei Caraibi, ma è anche il dramma di August Strindberg. Così come la canzone dei Jethro Tull che racconta l’impetuoso compimento dell’avverso destino di chi non cambierà il proprio modo di agire: “sarai l’Olandese / Galleggiando lentamente verso il mare / In una nebbiosa sofferenza”. È il fumetto Zio Paperone e il vascello fantasma, e si invera le vicende di Silver Surfer e nel celebre cartone americano The Simpson (Frying dutchman). Ma diventerà anche il soprannome dei calciatori Marco van Basten e Robin van Persie, e ancora, è iI romanzo di Joe Lansdale e di Enrico Palandri; lo leggiamo nelle opere di Osvaldo Licini, Willem van de Velde, Anselm Kiefer e Andreas Achenbach.

Fabrizio Cotognini raccoglie tutte insieme queste rappresentazioni dell’Olandese Volante e dà loro voce all’interno di una storia senza tempo.

“Risuona forte l’affermazione del Predicatore del Qohelet: «Nihil sub sole novum». Sì, non c’è nulla di nuovo sotto il sole, perché la natura che, nei suoi aspetti più terrificanti come un mare burrascoso, produce la più forte emozione che l’animo sia capace di sentire, fa irrompere il sentimento incommensurabile del sublime di fronte al quale l’uomo si sente impotente, inadeguato e dunque sbaglia quando guarda la natura con l’indifferenza dello spettatore e ancor più quando, cieco di bramosia, analiticamente ne studia le leggi per sfruttarla, farla a pezzi e ricomporla in un osceno artificio. Condannato a soggiacere al potere illimitato di quella natura da sempre irrazionale, affascinante e distruttiva”.
Fabrizio Cotognini

Fabrizio Cotognini, Silence (a Giorgio), 2012, lightbox e incisione su carta emulsionata, 56x76x12 cm

The Flying Dutchman
Un Progetto di Fabrizio Cotognini A cura di Riccardo Tonti Bandini

17 luglio – 30 ottobre 2021
Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, Macerata

 

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