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Il gallerista dimenticato. Elisabetta Benassi e la figura di Luciano Anselmino, la mostra a Milano

Cosciente Solidale, 2020 Hand - knotted wool carpet 284 x 371 cm Courtesy the artist and Magazzino
Cosciente Solidale, 2020 Hand – knotted wool carpet, 284 x 371 cm. Courtesy the artist and Magazzino

La Fondazione Adolfo Pini presenta la mostra personale di Elisabetta Benassi, Lady and Gentlemen, a cura di Gabi Scardi dal 14 settembre 2021. Il nuovo progetto è incentrato sulla figura del gallerista torinese Luciano Anselmino, figura oggi dimenticata, animatore dell’ambiente artistico tra Roma e Milano negli anni Sessanta e Settanta.

Il lavoro di Elisabetta Benassi si nutre di un dialogo continuo con il passato e con l’attualità, attraverso ricerche che la portano a esplorare archivi o a scandagliare tracce di eventi più o meno noti, l’artista ritrova momenti e figure del Novecento ancora capaci di interrogare il presente.

La rassegna, appositamente ideata per la dimora che fu in origine di Renzo Bongiovanni Radice e poi di Adolfo Pini, è incentrato sulla figura del gallerista torinese Luciano Anselmino, figura oggi dimenticata, animatore dell’ambiente artistico tra Roma e Milano negli anni Sessanta e Settanta, gli stessi anni in cui il palazzo milanese di Corso Garibaldi passava da Renzo Bongiovanni Radice, pittore schivo e riservatissimo, dedito per tutta la sua vita alla pittura con sguardo personale e introspettivo, al nipote Adolfo Pini, bon vivant, responsabile del lascito testamentario grazie al quale la Fondazione Adolfo Pini tuttora esiste. In quegli anni l’Italia vive un fermento culturale internazionale nel quale l’impetuosa attività di Anselmino, amico e sodale di grandi artisti del suo tempo, da Man Ray ad Andy Warhol, si inserisce perfettamente.

Shadow work, 2017. Bricks, carpets, 103 x 550 x 435 cm. Courtesy Collezione Maramotti, Reggio Emilia. Foto Courtesy Andrea Rossetti

In mostra una serie di oggetti alcuni dei quali prelevati dalla realtà, altri ricreati sulla base dei ritrovamenti di archivio, tutti interpretati come fulcri di un più ampio intreccio di riferimenti storici e culturali. Attraverso di essi Benassi, con stile asciutto, fa riferimento alla figura di Anselmino, agli straordinari incontri artistici da lui innescati nel brevissimo arco della sua attività, alla sua morte prematura e repentina.

Informazioni
Fondazione Adolfo Pini

Corso Garibaldi 2, Milano
T. +39 02 874502
www.fondazionepini.net

 

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