Concepito come un vero e proprio monumento-simulacro per evocare l’eroe che ha segnato la sua infanzia, Moira Ricci erige sulle colline di Fonteblanda una scultura di 5 metri d’altezza raffigurante l’iconico braccio di Goldrake, cartone animato cult che dalla fine degli anni ‘70 ha rivoluzionato l’immaginario di intere generazioni.
In questo caso il personaggio del cartoon da supereroe diventa la trasfigurazione del salvatore, un’entità ultra terrena votata a proteggere la terra e il genere umano da oscure minacce. Per l’artista, infatti, dal cielo giungerà la salvezza, quel cielo che per la tradizione contadina dell’entroterra ha un ruolo fondamentale per scandire i raccolti e la vita campestre.
Ed è proprio dedicato a questo eroe immaginario che l’artista, come parte integrante dell’opera, fa comporre da tre poeti contemporanei un’ode in ottava rima, antica tradizione orale ancora presente quasi esclusivamente nei borghi della Toscana, che in un momento esatto del periodo di esposizione, attiverà l’opera attraverso un atto performativo naturale. Si tratta di una metrica usata fin dal trecento dai cantori e poeti popolari, per narrare in rima improvvisata le vicende delle terre contadine.