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Le infinite possibilità di Luigi Pericle. Dalla mostra di Lugano alle stelle… Intervista

Luigi Pericle al MASI di Lugano 6 Luigi Pericle al MASI di Lugano 6
Luigi Pericle al MASI di Lugano 6
Luigi Pericle al MASI di Lugano 

Un personaggio incredibile. Un artista incommensurabile. Luigi Pericle. Il MASI di Lugano gli dedica la prima retrospettiva in Svizzera. Titolo: Ad Astra. Alle stelle. E’ lì che bisogna mirare per comprendere, o almeno cercare di carpire qualcosa, dell’immensità della figura. Difficile infatti circoscriverne la poetica e la pratica artistica, Pericle è artista enigmatico le cui opere, riscoperte rocambolescamente negli ultimi anni, sono oggetto di un importante progetto di conservazione e valorizzazione attraverso il certosino lavoro dell’Associazione “Archivio Luigi Pericle”. Proprio con l’Associazione e con la curatrice, Carole Haensler, tracciamo un affresco della figura di Luigi Pericle, a partire dalla intelligente mostra di Lugano.

Nato a Basilea, ma di origine italiana, Luigi Pericle (1916-2001) ha partecipato a un capitolo importante dell’arte del secondo Novecento, esprimendosi attraverso un personale astrattismo informale e tecniche di lavorazione particolari. Nei primi anni Cinquanta si trasferisce con la moglie ad Ascona attirato dall’aura spirituale del Monte Verità. Dopo un percorso di successo a livello internazionale, in cui sfugge alle classificazioni e si rivela artista professionista tanto quanto illustratore di talento, alla fine del 1965 decide fermamente di uscire dal sistema dell’arte pur continuando a produrre e a studiare le civiltà del passato, le filosofie e le lingue orientali, l’esoterismo, l’astrologia e le medicine naturali, fonti inesauribili di ispirazione per la sua indagine creativa. Attraverso un’accurata selezione di documenti, dipinti e chine, la mostra ripercorre la ricerca artistica astratta di Pericle dagli anni 1960 agli anni 1980, evidenziando lo sviluppo del suo originale linguaggio espressivo.

Prima cosa: un’immagine, uno schizzo, di questo personaggio poliedrico e infinito, Luigi Pericle Giovannetti. Un breve sunto della sua figura, chi e cosa rappresenta, quando, il perché della “svolta” di scindere Luigi Pericle da Giovannetti, da illustratore di Max la Marmotta ad artista che giunge ad esporre in mezza Europa?

Inizierei sottolineando il fatto che la parola scissione non è del tutto esatta anche se a prima vista potrebbe sembrarlo. Luigi Pericle nasce come Pericle Luigi Giovannetti a Basilea il 22 giugno del 1916 da padre italiano e madre francese. Si avvicina giovanissimo alla pittura, ricevendo la prima commissione per un dipinto a soli dodici anni. Abbandona ben presto la scuola d’arte per studiare da autodidatta. Negli anni Quaranta inizia  un percorso professionale parallelo come illustratore riscontrando successo internazionale con la Marmotta Max creata nel 1952. L’artista in effetti decide di tenere separate le due professioni e di firmare le opere pittoriche con il nome di Luigi Pericle e le illustrazioni col solo cognome Giovannetti.

Nel 1959, Pericle distrugge improvvisamente tutte le opere pittoriche figurative degli esordi in suo possesso, tranne una, e dà inizio a una nuova fase della sua produzione, passando a una ricerca astratta e informale. Gli anni dal 1958 al 1965 vengono definiti da Pericle gli anni del “cambiamento radicale”: un periodo di inarrestabile energia creativa ed entusiasmo, durante il quale realizza le più importanti esposizioni.

Luigi Pericle al MASI di Lugano 

Stimato da figure di spicco del panorama internazionale, come Sir Herbert Read, consigliere per Peggy Guggenheim e trustee della Tate Gallery, il collezionista Peter G. Staechelin, Peter Cochrane e Martin Summer della Arthur Tooth & Sons Gallery di Londra, Pericle espose accanto a maestri come Karel Appel, Sam Francis, Asger Jorn, Antoni Tàpies, Jean Dubuffet, Jean-Paul Riopelle e Pablo Picasso.

Egli fu sempre attratto dallo studio, dalla ricerca spirituale, dalle discipline e filosofie dell’Estremo Oriente, dalla Teosofia. Questa dimensione non è assente dalla sua produzione di pittore ma nemmeno da quella di illustratore se pensiamo al personaggio di Pablo creato nella seconda metà degli anni ‘70. Nella retrospettiva “Luigi Pericle. Ad astra” presso il MASI Lugano abbiamo inserito due vetrine che mostrano le riflessioni scaturite dalla ricerca affrontata da Michele Tavola delle Gallerie dell’Accademia Venezia sulle opere grafiche dell’artista, il possibile legame tra i progetti, le riflessioni e i tratti dell’illustratore e le numerose chine che marcano gli anni Sessanta.

Egli è artista del suo tempo in quanto gli anni 1950 – 1960 mettono in evidenza la necessità di riconquistare una dimensione spirituale dell’uomo dopo le atrocità della seconda guerra mondiale. Oggi si sta riscoprendo, o meglio, sta riaffrontando nella storia dell’arte il tema dello spirituale nell’arte in generale e, nel caso in particolare, nell’École de Paris. In Luigi Pericle questa dimensione è però un tratto caratteristico della sua persona, non solo della sua produzione artistica. E la sua arte è solo una delle numerose facce della sua personalità.

I suoi quaderni, le sue lettere dimostrano quanto aborriva la dimensione superficiale del “sistema” dell’arte in particolare, ma anche più in generale di un tipo di società. Questo spiega forse non solo il suo categorico ritiro dal mondo dell’arte, avvenuto improvvisamente verso la metà degli anni Sessanta, ma anche il suo graduale ritiro dal mondo che lo porta a vivere quasi da eremita nella sua casa di Ascona sul Monte Verità. Casa che, rimasta abbandonata per quindici lunghi anni dopo la sua morte e acquistata nel dicembre del 2016 dai vicini di casa, rivela oggi una serie smisurata di opere pittoriche e grafiche.

Luigi Pericle al MASI di Lugano
La mostra al MASI di Lugano presenta vent’anni, dagli anni 60 agli 80, di indagine astratta di Luigi Pericle. Quali sono le chiavi di lettura da utilizzare per affrontare e comprendere la sua opera in toto? Nel saggio a catalogo lei parla proprio di questa “metamorfosi dell’arte”, potrebbe essere questa la luce da seguire?

Le chiavi di lettura sono molteplici. La mostra è partita dalla necessità di creare un percorso cronologico che permetta di seguire non solo lo sviluppo dello stile di Luigi Pericle, ma anche l’evoluzione dei supporti da lui scelti – dalla tela alla masonite per esempio. La calligrafia è anche uno dei fil rouge che è stato adottato nel percorso dell’esposizione che lega tutti i supporti scelti dall’artista; in effetti, tengo a sottolineare che le opere su carta sono molto presenti in questo percorso espositivo. È interessante notare come la calligrafia permetta di collegare la parte di Luigi Pericle pittore con il Giovannetti illustratore.

Se però si intende considerare la sua opera artistica nell’insieme, e questo significa non solo la sua opera pittorica o di illustratore ma anche la sua opera letteraria (nel 1979 ha perfino ottenuto un riconoscimento con un premio svizzero per una sua raccolta di racconti), la nozione di “metamorfosi dell’arte” è giusta. Negli anni Ottanta la sua curiosità e creatività si orientano verso l’approfondimento delle discipline a lui più care e alla scrittura di “Bis ans Ende der Zeiten” (Fino alla fine dei tempi), un romanzo visionario, concluso nel 1996. Andrei quindi più lontano: la nozione di metamorfosi è la chiave di lettura di Luigi Pericle, applicandosi anche ai suoi studi di filosofia, teosofia, omeopatia, agopuntura ecc.

Luigi Pericle al MASI di Lugano
Da Hodler a Dubuffet, da Bocklin a Marca-Relli, da Kandinsky a Klee, innumerevoli i debiti e gli spunti di artisti precedenti e coevi. E poi musica, astrologia, filosofia, esoterismo, letteratura, ufologia, come si conciliano questi mondi nel suo universo, nelle sue opere?

Come detto, la chiave di volta è la metamorfosi: metamorfosi della propria coscienza individuale, metamorfosi della materia intesa come processo alchemico. La pratica dell’arte per Pericle è una sorta di trasmutazione che traspone la potenza simbolica nella tecnica e nella fisicità dell’opera d’arte stessa. Tutte le ricerche di Luigi Pericle s’intrecciano e si nutrono l’un l’altra, aprendo nuovi orizzonti. La sua arte si fa ispirare dallo studio e dalla pratica delle calligrafie, filosofie e discipline orientali tra cui quella greca, egizia, araba, giapponese e cinese.

Opere sature di riferimenti filosofici ed esoterici, lavori che pulsano ricerche teosofiche e spirituali, nonché studi e analisi di mistica tradotti in un personale e riconoscibile alfabeto figurativo segnico e gestuale. Come ha tradotto, come si è evoluta, come ha sviluppato questa ossessiva ricerca/studio intellettuale, specchio del substrato culturale di Ascona, del Monte Verità, da Jung a Fromm all’Atelier di Remo Rossi? Come ha reso tutto ciò sperimentando e coltivando tecniche speciali del tutto nuove…? Alcuni esempi di opere in mostra?

Il piccolo borgo di Ascona, a partire dal 1913, ha ospitato artisti di fama internazionale e fu un riconosciuto fervente centro culturale dove approdò tutta la “controcultura” europea del tempo.

Andrea Biasca-Caroni scrive: “Ascona fu uno dei luoghi fulcro del fiorire artistico/esoterico essendo, già dagli ultimi anni del diciannovesimo secolo, uno dei punti di sviluppo del movimento teosofico. Basti pensare che Alfredo Pioda, Frantz Hartmann e la contessa Wachmeister (braccio destro di Helena Petrovna Blavatsky e di Annie Besant) progettarono alla fine dell’Ottocento sul Monte Monescia un convento teosofico denominato Fraternitas. In questa tradizione, nacque il Monte Verità magistralmente raccontato nel 1978 dal curatore per eccellenza, Harald Szeemann, con la mostra Le mammelle della verità.”

Luigi Pericle al MASI di Lugano

Luigi Pericle sceglie questo luogo per immergersi nella natura e nella pace e risentire del clima mistico e teosofico legato alle origini di Monte Verità; dagli anni Cinquanta, Pericle e la moglie Orsolina si trasferiscono ad Ascona. La pittura dell’artista suscita l’interesse di Peter G. Staechelin, noto collezionista di Basilea. In cambio delle opere acquisite, il collezionista nel 1959 dona all’artista una villetta sulle pendici di Monte Verità nella quale Pericle e Orsolina risiederanno fino alla morte. Non è certo un caso che Luigi Pericle giunse ad abitare a Casa San Tomaso (chiamata così dall’artista in omaggio a Tommaso d’Aquino). Negli anni Trenta, tale dimora era appartenuta alla pittrice, astrologa e collezionista Nell Walden, che con Herwarth Walden, scrittore, artista, teorico e fondatore della celebre rivista “Der Sturm”, fu portavoce delle tendenze espressioniste europee e promotrice dei movimenti d’avanguardia. Una casa, dunque, densa di storia, di cultura e di umori profondi impressi nei suoi ambienti dalle figure intense che vi soggiornarono.

La regione Asconese è da lungo tempo luogo di produzione artistica e culturale. I Colloqui Eranos, che si svolgono dal 1933 senza soluzione di continuità sino ad oggi, hanno inizio grazie alla volontà della storica dell’arte, attivista ed artista olandese, Olga Fröbe-Kapteyn. Assiduo frequentatore dei Colloqui Eranos fu anche l’intellettuale inglese Herbert Read. Poeta, pacifista anarchico, scrittore, critico (sia letterario che d’arte), curatore, trustee della Tate Gallery e consigliere personale di Peggy Guggenheim, Read fonda l’Istituto d’Arte Contemporanea di Londra. Su suggerimento del museologo Hans Hess, loro comune amico, Herbert Read e Luigi Pericle si incontrano e la reciproca ammirazione li porterà a collaborare esponendo le opere di Pericle in Inghilterra. A pochi minuti da Ascona, l’Atelier di Remo Rossi dagli anni Sessanta funge da legante per numerosi esponenti del mondo culturale dell’epoca tra cui Károly Kerényi, Hans Arp, Raffael Benazzi, Julius Bissier, Mark Tobey, Italo Valenti e Ingeborg Lüscher (per un periodo allieva di pittura di Pericle). Tra i frequentatori vi è anche il pittore Ben Nicholson e Hans Richter. Luigi Pericle conosce entrambi ed apre le porte del suo atelier nel 1970 all’artista e regista Hans Richter che, in una lettera alla Tokyo Gallery, elogia il lavoro pittorico e grafico di Pericle.

Luigi Pericle al MASI di Lugano

Hans Hess, nel catalogo per la mostra itinerante in sei musei inglesi “Luigi Pericle” del 1965, scrive: “I quadri di Pericle si differenziano dalla maggior parte dei dipinti moderni per gli obiettivi che sono espressi nella tecnica; non sono esplosioni spontanee di una personalità (…) dipinti con velocità e intensità. Le sue opere sono accuratamente dipinte con strati di pigmento, spesso fino a quaranta; il processo di completamento e di crescita richiede molte settimane. Nella tecnica Pericle è un maestro all’altezza degli antichi pittori fiamminghi di cui ha studiato e applicato gli smalti (…). C’è una grande ricchezza nella trama e nella materia dei suoi dipinti, ma questo, per quanto lodevole, non avrebbe importanza se la somma delle armonie, (…) il quadro nella sua totalità, non ci parlasse attraverso la sua qualità.”

Luigi Pericle attraverso le sue opere trasmette simboli ed energia spirituale. I suoi studi eclettici sono accompagnati da una capacità tecnica del tutto particolare che può definirsi alchemica poiché nell’atto di ammirare le opere la coscienza dello spettatore viene stimolata all’elevazione dall’artista che assolve così la sua funzione di tramite, di maestro spirituale.

Luigi Pericle al MASI di Lugano
Questo secondo catalogo rappresenta un altro tassello d’indagine sull’infinita fonte quale è la figura di Luigi Pericle. Su quali filoni e campi di sapere si concentrerà la ricerca sull’artista nel futuro prossimo? Quali gli sviluppi espositivi?

Riemerso dall’oblio, oggi Luigi Pericle è al centro di un grande progetto di recupero critico e filologico. L’esposizione presso il MASI Lugano, a vent’anni dalla morte di Luigi Pericle, intende far luce su un autore di straordinario valore la cui opera, dalla sua recente riscoperta, è stata solo in parte presentata al grande pubblico durante la 58. Biennale d’Arte di Venezia presso la Fondazione Querini Stampalia.

Il piano di studio, restauro, conservazione, catalogazione del suo patrimonio artistico – tutelato dall’Associazione non profit “Archivio Luigi Pericle” di Ascona costituita nel 2019 – si inserisce all’interno di un articolato percorso di valorizzazione. L’archivio ha da poco concluso il lavoro di digitalizzazione dei documenti dell’artista conservati presso la sua sede. Grazie alla fortuita recente riscoperta le preziose carte rinvenute nella casa dell’artista sul Monte Verità sono state salvate ed ora trasferite su un supporto digitale. Ben 14.161 le scansioni tra manoscritti, poesie, lettere, illustrazioni, fotografie, appunti autobiografici, note di pubblicazioni, pagine del romanzo di Luigi Pericle, cataloghi di mostre storiche, oroscopi, taccuini, album di immagini, studi di omeopatia, agopuntura, calligrafia orientale, filosofia e molto altro. Si tratta di un grande obbiettivo raggiunto grazie alla preziosa collaborazione instaurata con l’Università Ca’ Foscari Venezia.

La digitalizzazione di questi documenti, fondamentali per studiare, comprendere e svelare il mistero intorno al pensiero, la vita e l’opera di Luigi Pericle, si aggiunge alla già conclusa catalogazione delle opere pittoriche su tela, masonite e carta. Il prossimo obbiettivo dell’archivio è la digitalizzazione della biblioteca di Luigi Pericle che testimonia la ricchezza degli interessi del maestro e la versatilità dei suoi studi, divisi fra teosofia, antroposofia, astronomia, astrologia, cosmologia, egittologia, ufologia, filosofie orientali, omeopatia, esoterismo, Zen, buddhismo, spiritualità e medicina alternativa. Comprensiva di riviste e collane complete di riviste di religioni orientali e mediche, contempla oltre 1500 volumi.

Il fine che l’Archivio Luigi Pericle si pone oggi è quello di mantenere vitale il patrimonio dell’artista attraverso mostre, pubblicazioni, convegni, workshop favorendo anche la consultazione dei documenti da parte di studiosi, ricercatori, laureandi accolti nei nuovi locali destinati alla biblioteca e agli schedari. Nei corridoi dell’Hotel Ascona, sede dell’archivio sulla collina di Monte Verità, è stata allestita ed aperta al pubblico una mostra permanente di Luigi Pericle con 150 opere su carta. Molti i progetti nel prossimo futuro tra cui workshop accademici, collaborazioni universitarie, pubblicazioni di rilievo ed esposizioni -sia collettive che monografiche -in prestigiosi Musei internazionali.

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