Biesenbach fugge da un ambiente losangeleno instabile, ricettacolo di ogni possibile fermento socio-culturale anche altamente polemico
Chi segua anche superficialmente le dinamiche dell’arte internazionale, si renderà conto che questa è una vera e propria fuga. Fuga da un’ambiente instabile, ricettacolo di ogni possibile fermento socio-culturale anche altamente polemico. Con un turn-over nelle fondamentali poltrone del board che non ha eguali al mondo. Parliamo del museo MOCA di Los Angeles, e la fuga riguarda il malcapitato Klaus Biesenbach, da due tumultuosi anni al timone dell’istituzione californiana. Ma ora il co-fondatore nel 1991 – e in seguito primo direttore del KW Institute for Contemporary Art di Berlino – sceglie di tornare a casa. E nella capitale culturale tedesca dirigerà la Neue Nationalgalerie e l’attesissimo Museum of the 20th Century.
L’annuncio arriva una settimana dopo che il MOCA ha nominato Johanna Burton nuovo direttore esecutivo. Le difficoltà di vario genere del museo si sono acuite con l’inizio della pandemia negli Stati Uniti. Dal 2020 sono stati licenziati 97 dipendenti part-time, e successivamente stessa sorte è toccata ad altri 69 dipendenti a tempo pieno. Lo stesso Biesenbach e altri membri della dirigenza hanno subito tagli agli stipendi. All’inizio di quest’anno, la senior curator Mia Locks, anch’essa anche entrata al MOCA nel 2019, si è dimessa, sostenendo che il museo “non era ancora pronto ad abbracciare pienamente” le sue iniziative sulla diversità. Anche il direttore delle risorse umane del museo si è dimesso, citando un “ambiente di lavoro ostile“.
1 gennaio 2022
Biesenbach assumerà il suo nuovo incarico alla Neue Nationalgalerie e al Museum of the 20th Century il 1 gennaio 2022. La Neue Nationalgalerie, uno dei più prestigiosi musei di Berlino, ha riaperto lo scorso agosto dopo un progetto di ristrutturazione durato sei anni costato 165 milioni di dollari. Il tanto atteso Museo del XX secolo è attualmente in costruzione: ospiterà la grande collezione di arte moderna e contemporanea di Berlino, che include importanti doni di collezionisti come Erich Marx ed Egidio Marzona. La data di apertura del museo rimane incerta: era fissata intorno al 2026, ma l’aumento dei costi dell’edificio progettato da Herzog & de Meuron, stimati a 450 milioni di dollari potrebbe causare slittamenti.
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