Nell’anno 1890 due mondi distanti, non solo geograficamente, si incontrano in San Pietro. Il papa imporporato ed eburneo osserva dall’alto della sedia gestatoria lo spavaldo Buffalo Bill e il suo variopinto seguito di cowboys e nativi americani: alcuni sverranno, altri tremeranno!
Buffalo Bill è il soprannome che ha consacrato alle pagine della storia William Frederick Cody, un americano che dovette affrontare la vita e diventare uomo prima del tempo. Difatti, dopo la prematura morte paterna, pur di sfuggire alla povertà e all’anonimato, Cody svolse diversi lavori: trapper (non si diede al canto, bensì alle pellicce), cercatore d’oro, allevatore di bestiame, esploratore, guida nell’esercito, soldato, e ancora cacciatore di bufali. Il suo soprannome si legherebbe al periodo in cui riforniva di carne i lavoratori delle ferrovie del Kansas: Buffalo Bill asserì di aver abbattuto circa 4.280 bufali.
Le avventure di questo personaggio di frontiera divennero materiale per una serie di racconti che in seguito lo portarono a calcare i palchi come attore: non che ne avesse la vocazione, ma fu un mestiere che ben si conciliava con l’animo da istrione. Dopo essere stato membro di alcune compagnie, si mise in proprio, divenne impresario: nacque così il Wild West Show.
I suoi spettacoli si ispiravano alla realtà, mettevano in scena le guerre indiane, i conflitti di frontiera, i trofei conquistati e le vesti appariscenti indossate (come camicia rossa e pantaloni di velluto nero) durante la sua carriera. Cody era un uomo tutt’altro che ingenuo, per accrescere la sua nomea sfruttò la disfatta del Generale Custer a Little Big Horn (25 giugno 1876) rendendola una rievocazione fissa. Non si può negare che i paradigmi narrativi usati abbiano contribuito a cementare l’immagine che ancora oggi si ha del Selvaggio West.
«Il nostro scopo è di far conoscere al pubblico, i costumi e il modo di vivere degli abitanti dell’Ovest degli Stati Uniti, riproducendo le scene principali e gli incidenti che hanno luogo sulle lontane pianure dell’Ovest. Ciascun membro di questa compagnia è stato scelto fra quelli della sua razza per essersi distinto per destrezza, valore e sagacità. […] Oggi abbiamo l’onore di presentarci al pubblico italiano»
– Programma italiano degli spettacoli
Al Wild West Show di Buffalo Bill parteciparono molti indiani, il più celebre fu Toro Seduto. L’ingaggio gli permise di viaggiare tra gli Stati Uniti d’America e il Canada e avere un’entrata fissa (25 $), che in realtà cedeva alle persone indigenti incontrate durante gli spostamenti. Veniva accolto dalle masse come l’“assassino di Custer”, quando in realtà del colpevole non si conosce tuttora l’identità. Toro Seduto partecipò solo alla stagione del 1885, lasciò lo spettacolo per occuparsi della sua gente e difendere i pochi possedimenti rimasti ai nativi. Cody, al momento del congedo, gli regalò un sombrero bianco e un cavallo addestrato a sedersi e alzare uno zoccolo quando udiva degli spari: comportamento che riprodusse durante la sparatoria che portò alla morte Toro Seduto il 15 dicembre 1890. Nello stesso anno, qualche mese prima, il Wild West Show di Buffalo Bill sbarcò in Europa esibendosi a Roma dal 20 febbraio al 9 marzo. Non fu la prima volta, Cody realizzò il sogno di portare il suo show nel vecchio continente nel 1887 in Inghilterra, parallelamente ai festeggiamenti del Giubileo della Regina Vittoria.
«I go from here to Rome and will make a desperate effort to perform in the old Roman colloseum, where gladiators of old fought and died»
– William Frederick Cody
Come il rifiuto colpì Beyoncé e Jay-Z che chiesero qualche anno fa la possibilità di usare il Colosseo per registrare il loro videoclip musicale, così lo stesso destino investì Buffalo Bill: niente Anfiteatro per i suoi spettacoli.
Il 3 marzo 1890, in occasione del dodicesimo anniversario come Pontefice di Leone XIII, due mondi agli antipodi si incontrarono. A Buffalo Bill e al suo seguito venne data la possibilità non solo di ricevere la benedizione papale, ma anche di assistere alla cerimonia: Cody seguì dalla Cappella Sistina coi grandi notabili del tempo, i nativi americani dalla Sala Ducale. Nessuna restrizione in tema di abbigliamento: a tutti loro venne permesso di indossare i propri abiti tradizionali.
Secondo alcuni testimoni oculari questo fu un giorno ricco di emozioni: i visitatori d’oltreoceano vennero accolti con curiosità dagli autoctoni, lo stesso stupore che i forestieri mostrarono al cospetto del Papa. Diverse dicerie accompagnano l’avvenimento: alcuni affermano che parte del seguito di Buffalo Bill svenne di fronte a tanta magnificenza, chi asserisce che l’unico nativo a non aver partecipato alla celebrazione è morto la sera stessa a causa del suo assenteismo, chi crede di aver visto il volto di Leone XII contrarsi in smorfie di timore.
Qualche giorno dopo il Wild West Show risalì lo “stivale” alla volta di Napoli e Milano, ove l’Arena napoleonica su cui si affaccia Palazzina Appiani in Parco Sempione fu teatro dei suoi spettacoli. L’Italia lo accoglierà nuovamente nel 1906.
Nello stesso anno in cui gli Stati Uniti d’America entrano nella Prima Guerra Mondiale, Cody morì, era il 10 gennaio 1917. Buffalo Bill, come molti altri personaggi storici prima di lui, non è esente da condanne: nel corso degli anni i suoi spettacoli sono stati criticati per la rappresentazione che hanno diffuso del Selvaggio West, o ancora l’indignazione popolare quando si seppe dell’assunzione smodata di alcolici, delle frequenti relazioni extraconiugali e della decisione (mai concretizzata) di divorziare dalla moglie. Cody però in America, prima e dopo le tournée europee, si è dedicato a iniziative e progetti ancora oggi apprezzati: l’esplicito sostegno per il riconoscimento dei diritti dei nativi americani e il suffragio femminile; la campagna di bonifica del West e le pressioni volte a favorire il traffico automobilistico per espandere il turismo; da ultimo, in omaggio al leggendario William Frederick Cody un città nel Wyoming, fondata nel 1896, porta il suo nome.
Bibliografia:
- Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Milano, Mondadori, 2017.
- William F. Cody Archive: Documenting the life and times of Buffalo Bill