Dall’11 settembre 2021 al 13 febbraio 2022 le Gallerie Estensi di Modena presentano la mostra Capa in color, una straordinaria selezione degli scatti a colori di Robert Capa.
L’esposizione Capa in color è nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione di Robert Capa al Centro internazionale di fotografia di New York, per presentare un aspetto poco conosciuto della carriera del “più grande fotografo di guerra”, come l’ha definito il Picture Post. Robert Capa è infatti principalmente noto come maestro della fotografia in bianco e nero. Quello che in pochi sanno è che ha lavorato regolarmente con pellicole a colori fino alla morte, nel 1954.
Capa in color offre la possibilità di esplorare il legame dell’artista con la fotografia a colori. Una scoperta che, avvenuta quasi a metà della sua carriera, lo portò a definire un nuovo approccio. Tale passaggio e variazione è esemplificato dalle opere in mostra: 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate.
“Spediscimi immediatamente 12 rulli di Kodachrome con tutte le istruzioni su come usarli, filtri, ecc… in breve, tutto ciò che dovrei sapere, perché ho un’idea per Life”. Scriveva così Robert Capa il 27 luglio del 1938, dalla Cina sconvolta dalla guerra, a un amico della sua agenzia di New York. Sebbene di quel servizio siano sopravvissute soltanto fotografie in bianco e nero, ad eccezione di quattro immagini pubblicate sulla rivista Life il 17 ottobre 1938, la lettera esprime il chiaro interesse di Capa per i lavori con pellicole a colori. Questo ben prima che venissero largamente impiegate da molti altri fotoreporter.
Dopo il secondo conflitto mondiale, l’attività di Capa si orientò esclusivamente verso l’uso di pellicole a colori, soprattutto per fotografie destinate alle riviste dell’epoca come Holiday e Ladies’ Home Journal (USA), Illustrated (UK), Epoca (Italia). Quelle immagini, presentate ai lettori per la prima volta, avevano lo scopo di raccontare al pubblico americano ed europeo la vita quotidiana di persone comuni e di paesi lontani, in maniera radicalmente diversa rispetto ai reportage di guerra che avevano guidato i primi anni della carriera di Capa. Tra questi primi lavori si trovano le fotografie della Piazza Rossa di Mosca, realizzate durante un viaggio in URSS nel 1947 con lo scrittore John Steinbeck e la vita dei primi coloni in Israele nel 1949-50. Per il progetto Generazione X, Capa si recò a Oslo, a Essen, nel nord della Norvegia e a Parigi per catturare la vita e i sogni delle giovani generazioni nate prima della guerra.
Le fotografie di Capa presentano ai lettori anche un interessante ritratto dell’alta società. Nel 1950, ritrasse le stazioni sciistiche più alla moda delle Alpi svizzere, austriache e francesi, e le affascinanti spiagge francesi di Biarritz e Deauville. Scattò anche diverse fotografie di moda, lungo le banchine della Senna e in Place Vendôme. Fotografò diversi attori e registi sui set cinematografici, come Ingrid Bergman nel film Viaggio in Italia di Roberto Rossellini, Orson Welles in Black Rose e John Huston in Moulin Rouge. Celebri poi i ritratti di Pablo Picasso, fotografato su una spiaggia con il figlio Claude, o di Giacometti nel suo studio a Parigi. In qualche modo l’immaginario a colori era diventato simbolo dello spirito di ripartenza e vitalità del dopoguerra.