Paola Masino, Racconto grosso e altri. Un’autrice da riscoprire, voce originale e anticonformista della letteratura italiana del ‘900
Paola Masino, figura letteraria persa tra le ombre della storia, negli ultimi anni è stata “riscoperta” e oggi è considerata una delle voci più originali e interessanti del ‘900 italiano. Compagna di vita di Massimo Bontempelli, la scrittrice è stata amica e sodale di intellettuali e artisti come Giorgio De Chirico, Joséphine Baker, Alberto Savinio e, suo grande punto di riferimento, Luigi Pirandello. La sua opera letteraria è un ricco bagaglio di influenze artistiche e talento visionario, in sospeso tra anticonformismo, critica sociale e orizzonte magico.
Il suo amore con Bontempelli fa scandalo, quando si conoscono lui è sposato e ha trent’anni in più di lei, che è ancora minorenne. Nel corso degli anni frequenta gli ambienti culturali di Roma, Firenze e Parigi, conosce Picasso, De Chirico e Savinio, si fa influenzare dal teatro del Novecento, la sua scrittura si spinge verso l’orizzonte delle grandi fiabe. Il realismo magico, nei suoi racconti, si spinge fino a diventare un surrealismo che intercetta una chiara, asprissima, critica sociale.
Nel 1933 Paola Masino pubblica il romanzo Periferia, che non piace al regime. «A che vale del resto scendere a maggiori particolari se la Masino ha deformato nel modo più strambo le donne, le madri, i bambini dei nostri giorni, proprio quando il regime ha dedicato tutto se stesso alla protezione della Madre e del Bambino? Se il romanzo della Masino verrà letto dagli stranieri – cosa che non auguriamo a lei e tanto meno a noi – quale errata e falsa e bugiarda e goffa concezione potranno essi farsi dell’Italia fascista?», così Leandro Gellona sulle pagine della “Provincia di Vercelli”, una delle tante voci negative sul romanzo.
Intanto, Bontempelli, dopo una prima adesione al Partito Nazionale Fascista, nel 1939 si oppone alla deriva razziale e viene espulso. Ormai invisi al Governo per le loro posizioni, assieme lasciano Roma e fuggono in “esilio” a Venezia. Dal 1936 al 1938 Paola Masino si dedica alla stesura di Racconto grosso e la loro casa veneziana proprio in quel periodo, dal 1937 fino al 1942, diventa il punto di ritrovo di intellettuali e musicisti: Gianfranco Malipiero, Giorgio de Chirico, Filippo De Pisis, Goffredo Petrassi, Neri Pozza, Anna Maria Ortese.
Dopo la caduta di Mussolini la coppia torna a Roma, ma ad aspettarli c’è una sentenza di morte decretata dal Regime di Salò, devono continuare a nascondersi. Dopo la Liberazione Bontempelli viene eletto eletto senatore nelle liste del Fronte Democratico Popolare, nel 1950 però la nomina viene invalidata perché nel 1935, negli anni in cui aveva aderito al Partito Nazionale Fascista, era stato curatore di un’antologia scolastica considerata di propaganda. Paola Masino non lo abbandona mai, continua a scrivere, tradurre, creare.
Nel corso dei suoi viaggi, Paola Masino è entrata contatto con artisti come Burri, Consagra, Carrà, Campigli, Capogrossi, Cocteau, Guttuso, e molti altri. A tutti loro ha chiesto di realizzare delle carte da gioco dipinte (napoletane, francesi e tarocchi), grande passione della scrittrice. È nata così un’originale raccolta di 352 opere.
Ora, a ottant’anni dalla sua prima pubblicazione, Racconto grosso e altri (Rina Edizioni) torna in libreria con una nuova edizione che testimonia la versatilità e il temperamento intellettuale di una delle scrittrici italiane che più di tutte si è fatta voce critica e innovatrice, inserendosi nel panorama internazionale. In questa raccolta, che si compone di dieci racconti scritti tra il 1935 e il 1938, in pieno periodo fascista, Paola Masino persegue la ricerca di concetti quale vita, morte, male, miseria della parabola umana. Si tratta di una raccolta eterogenea e circolare che si impone con violenza, sin dal primo racconto, a interpretare e rappresentare la tragicità e lo sforzo vitale dell’uomo nelle sue ribellioni e metamorfosi, fondendosi con l’irruenta espressione di una natura antropomorfa e assoluta.
Ogni visione in questi racconti, suscitando una tensione progressiva, un senso di inquietudine, oppressione, crudeltà e spietatezza, protende verso il raggiungimento di uno stato catartico, attraverso l’originalità dello stile e di una lingua convulsa, sinestetica, lirica e allegorica.