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Premio Marcel Duchamp 2021: i finalisti e la mostra al Centre Pompidou

Il Centre Pompidou ospita il 21° Premio Marcel Duchamp. Dal 6 ottobre 2021 al 3 gennaio 2022, le opere e installazioni dei quattro artisti finalisti sono esposte nelle sale del museo parigino. Il nome del vincitore 2021, scelto da una giuria internazionale, sarà rivelato lunedì 18 ottobre.

Il Premio Marcel Duchamp è stato istituito nel 2000 per mettere in risalto la scena artistica francese. In particolare si concentra su quegli artisti che rappresentano al meglio la loro generazione e che riescono a esportare l’eterogeneità linguistica dell’arte contemporanea francese all’estero. Come Marcel Duchamp, custode dell’arte contemporanea francese, il Prix Marcel Duchamp riunisce con le sue nomination gli artisti più innovativi della loro generazione e incoraggia tutte le nuove forme artistiche.

La partnership di lunga data tra l’Associazione per la diffusione internazionale dell’arte francese (ADIAF) e il Centre Pompidou è infatti fondata sul desiderio di promuovere il più possibile la scena artistica francese e garantire a questi artisti il supporto di cui hanno bisogno.

In 20 anni, il Prix Marcel Duchamp ha premiato artisti che sono diventati figure essenziali della scena internazionale, come Thomas Hirschhorn, Dominique Gonzalez-Foerster, Mathieu Mercier, Tatiana Trouvé, Laurent Grasso, Daniel Dewar e Grégory Gicquel, Latifa Echakhch, Kader Attia, Clément Cogitore, rendendo l’ADIAF un’istituzione-chiave nella scena artistica contemporanea, sotto la guida del suo fondatore e Presidente Gilles Fuchs.

Ecco i quattro artisti finalisti della 21° edizione.

Julian CHARRIÈRE
Nato nel 1987 a Morges, Svizzera
Artista francese, vive e lavora a Berlino
Rappresentato dalle gallerie: Dittrich & Schlechtriem, Berlino (GE); Sean Kelly, New-York (US); Sies + Höke, Dusseldorf (GE); TschudiZweigniederlassung Zuoz (CH)
Reporter della giuria: Martin Guinard-Terrin, co-curatore dei Luma Days a Luma Arles.

L’artista Julian Charrière utilizza un’ampia gamma di approcci artistici che includono: fotografia, performance, scultura e video per affrontare questioni relative al passare del tempo e al rapporto delle società contemporanee con la natura. Julian Charrière fonde arte, scienza e antropologia, mettendo in luce le tensioni che segnano il rapporto tra l’uomo e l’ambiente che lo circonda.

Isabelle CORNARO
Nata nel1974 a Aurillac, Francia
Vive e lavora tra Parigi e Ginevra
Rappresentata dalle gallerie: Balice Hertling, Parigi (FR), Francesca Pia, Zurigo (CH); Hannah Hoffman, Los Angeles (US)Foksal Gallery Foundation a Varsavia (PL)
Reporter della giuria: Clément Dirié, storico e critico d’arte.

Isabelle Cornaro si concentra sul rapporto tra l’oggetto e la sua immagine, l’originale e la sua copia. Nella congiuntura tra arte e storia dell’arte, la sua pratica artistica tocca il cinema, la pittura, l’installazione e la scenografia. Presta particolare attenzione alle strutture sottostanti di un’opera d’arte e ai fenomeni che la influenzano.

Julien CREUZET
Nato nel 1986 a Le Blanc-Mesnil, Francia
Vive e lavora a Fontenay-sous-Bois, Francia
Rappresentato dalle gallerie: High Art, Parigi (FR); Document, Chicago (US)
Reporter della giuria: Maboula Soumahoro, Docente all’università di Tours.

Attraverso ambienti costituiti da elementi compositi, Julien Creuzet esplora il patrimonio di culture diverse creando ponti tra costrutti immaginari provenienti da un altrove e realtà sociali. Associando diverse temporalità e geografie, l’artista mette insieme elementi di diversi registri, inclusi quelli viventi e della tecnologia, della storia e del mito, del poetico e del politico.

Lili REYNAUD DEWAR
Nata nel 1975 a La Rochelle, Francia
Vive e lavora tra Grenoble e Ginevra
Rappresentata dalle gallerie: Clearing, Bruxelles (BE) e New-York (US); Emmanuel Layr, Vienna (AU) e Roma (IT)
Reporter della giuria: Manuel Segade, Direttore del CA2M a Madrid.

Lili Reynaud Dewar è una visual artist la cui pratica assume principalmente la forma di performance, sculture, video e installazioni. Il suo lavoro si ispira a culture alternative e femministe a cui rende omaggio attraverso alcune figure storiche come Joséphine Baker, Guillaume Dustan, Jean Genet, Sun Ra o Cosey Fanni Tutti, mescolando una serie di elementi autobiografici nei suoi processi lavorativi.

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