L’esposizione al via il 7 ottobre si concentrerà sullo sfondo della creazione de I mangiatori di patate, sul significato che il dipinto ha avuto per lui e sulle feroci critiche che attirò
“Ancor più m’interessa la proporzione di un volto e il modo in cui la rotondità della testa si rapporta alla figura intera”. Questo Vincent van Gogh scriveva al fratello Theo, riferendosi alla sua visita alle povere case del villaggio di Nuenen e alla solidarietà con la classe lavoratrice, che lo portò a ritrarne i vari agricoltori. L’opera più celebre che ne venne fu certamente I mangiatori di patate, dipinta nel 1885 e oggi visibile al Van Gogh Museum di Amsterdam. Che ora le dedica la mostra The Potato Eaters: Mistake or Masterpiece?, incentrata sull’alterna fortuna critica del capolavoro.
Già, perché se lo stesso van Gogh lo considerava il miglior lavoro da lui prodotto fino ad allora, i giudizi almeno in un primo momento non furono concordi. L’esposizione al via il 7 ottobre si concentrerà quindi sullo sfondo della creazione dell’opera, sulla dedizione dell’artista, sul significato che il dipinto ha avuto per lui e sulle feroci critiche che attirò. Una selezione di dipinti, disegni, schizzi e lettere di Vincent van Gogh, assieme a opere di contemporanei e fonti di ispirazione come Jozef Israëls e Anthon van Rappard, racconteranno l’intera storia de I mangiatori di patate. I visitatori potranno poi avvicinarsi ancora di più al dipinto nel Potato Eaters Studio, un modello a grandezza naturale del cottage della famiglia De Groot-van Rooij.
