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L’Uomo che Vendette la sua Pelle, un viaggio ai confini dell’arte

L’Uomo che vendette la sua pelle

L’Uomo che vendette la sua pelleL’Uomo che Vendette la sua Pelle, dal 7 ottobre al cinema un viaggio ai confini dell’arte e della libertà. Clip in esclusiva per Artslife

Un corpo trasformato in un’opera d’arte vivente, fotografato, esposto in un museo, messo all’asta. Può sembrare una storia assurda quella del film L’Uomo che Vendette la sua Pelle, ma è molto più reale e attuale di quello che potreste immaginare.

Il viaggio dellla pellicola della regista Kaouther Ben Hania inizia alla 77° Mostra del Cinema di Venezia, dove ottiene il premio Orizzonti per la Miglior Interpretazione Maschile (all’esordiente Yahya Mahayni) e il premio per l’inclusione Edipo Re, prosegue poi agli Oscar 2021 dove viene nominato come miglior film internazionale, primo titolo tunisimo a ricevere la nomination (ad avere la meglio però è Un altro giro di Thomas Vinterberg). Ora L’Uomo che Vendette la sua Pelle arriva al cinema, dal 7 ottobre nelle sale italiane.

La storia la regista che mette in scena è ispirata alla celebre opera d’arte vivente Tim 2006-2008, dell’artista belga Wim Delvoye (che compare anche in un cameo nel film). Nel 2008 l’opera, un grosso tatuaggio sulla schiana di un uomo, Tim Steiner, è stata venduta per 150.000 euro al collezionista d’arte tedesco Rik Reinking, a Steiner è andato un terzo della somma. Il contratto prevede che Steiner (contemporaneamente supporto e opera) debba esibire il tatuaggio in una galleria almeno tre volte l’anno; inoltre, come da accordi, quando Steiner morirà, la sua schiena verrà scuoiata e la pelle incorniciata, prendendo un posto nella collezione d’arte personale di Reinking.

Kaouther Ben Hania si ispira a questa vicenda, che già tanto racconta del mondo dell’arte contemporanea, e la rende ancora più stratificata, politica, intrecciando in essa nuove problematiche etiche, spingendo così la riflessione in zone ancora più paludose.

L’Uomo che vendette la sua pelle L’Uomo che vendette la sua pelleIl protagonista del film, Sam Ali, è un giovane siriano che fugge dalla guerra lasciando il suo paese per il Libano. Nel frattempo la sua fidanzata viene data in sposa a un uomo più ricco con cui si trasferisce in Belgio. Sam, per poter arrivare in Europa, riconquistare l’amore della sua vita e vivere libero, accetta di farsi tatuare la schiena dell’artista contemporaneo più quotato e controverso della scena artistica internazionale.

Il tatuaggio – la riproduzione di una passaporto – diventa il suo lasciapassare per la libertà (metaforicamente e non solo), ma allo stesso tempo un giogo (metaforicamente e non solo): come insegna la tragica storia del Dottor Faust certuni patti comportano prezzi occulti e molti più alti di quelli preventivati, tra cattivi consiglieri e strade dal percorso accidentato.

«L’Uomo che Vendette la sua Pelle è un progetto nato dall’incontro di due mondi – ha spiegato la regista – quello dell’arte contemporanea e quello dei rifugiati politici. Da un lato abbiamo un mondo fatto di elite in cui libertà è la parola chiave, dall’altro un mondo fatto di sopravvivenza influenzato dagli eventi attuali in cui l’assenza di scelta è la preoccupazione quotidiana. Viviamo in un mondo in cui le persone non sono uguali. Nonostante tutti i discorsi sull’uguaglianza e i diritti umani, i contesti storici e geopolitici sempre più complessi fanno sì che ci siano inevitabilmente due tipi di persone: i privilegiati e i dannati».

L’Uomo che vendette la sua pelleAd accompagnarlo in questo viaggio tra le insidie e gli abbagli del mondo artistico dell’élite culturale c’è l’assistente dell’artista luciferino, Monica Bellucci, che ambiguamente incarna sia il ruolo del diavolo tentatore che quello dell’angelo custode.

Trasformando il proprio corpo in un’opera d’arte e in un oggetto commerciale, Sam finisce per rendersi conto che la sua decisione non lo porterà alla tanto agognata libertà perché questa scelta ha scombinato il suo sistema di valori, assieme alla sua pelle ha venduto anche la sua dignità, la sua identità. Il suo viaggio deve quindi continuare, gli orizzonti che deve inseguire ancora più lontani.

>> L’Uomo che Vendette la sua Pelle, clip in esclusiva per Artslife. Dal 7 ottobre al cinema

 

 

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