Print Friendly and PDF

Words with r: reinterpretation. Poesia e Rivoluzione alla Galleria Abbondio

L'opera di Gianni Moretti nella mostra Poesia e Rivoluzione L'opera di Gianni Moretti nella mostra Poesia e Rivoluzione
L'opera di Gianni Moretti nella mostra Poesia e Rivoluzione
L’opera di Gianni Moretti nella mostra Poesia e Rivoluzione

Focus sull’opera di Gianni Moretti esposta nella mostra Poesia e Rivoluzione alla Galleria Giampaolo Abbondio di Milano

L’etica della rivoluzione è un’arte di vivere che richiede innanzitutto di comprendere in modo disinteressato. La vera rivoluzione presuppone una convinzione, una fede, una scelta. E nello stesso tempo l’accettazione del fatto che siano espresse idee, convinzioni, scelte contrarie alle nostre ma la vera rivoluzione comporta a volte anche una sofferenza nel sopportarle, le idee.

Leda Lunghi, curatrice della mostra Poesia e Rivoluzione ospitata a Milano nella Galleria Giampaolo Abbondio, ha scritto che la rivoluzione “ha le ali della libertà, si schiude verso il cielo per poi diradarsi in tempi lontani, la si osserva sparire tra le nuvole. La rivoluzione è lo sbocciare della poesia, della passione e della lotta, è il desiderio fugace del cambiamento, dettato da ideali profondi, in cui si sviluppa la complessità umana, la rivoluzione è “la lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio”. Citando Kundera.

La rivoluzione è reinterpretazione. Reinterpretazione di ideali, di modelli sociali, di emozioni e soprattutto di storie. Questo è il senso dell’arte. L’arte ci ricorda ogni giorno che l’altro esiste e che è possibile sentirsi vicini a distanze rafforzate da barriere architettoniche o epocali. Intraprendere attraverso un linguaggio contemporaneo la storia dell’essere umano e rendere attuali i sentimenti che ci accompagnano dalla notte dei tempi.

Una storia in particolare, in questa galleria in cui si respira aria di libertà, è raccontata nelle sottili pagine di ottone e impressa passione nell’opera di Gianni Moretti. Cinquemilanovecentosedici minuti per Orlando, un omaggio senza tempo che ci aiuta a capire quanto sia importante l’esperienza delle parole. Orlando Orlandi Posti è un giovane immortale che, sequestrato dai nazisti nel maggio del ’44, ha arrotolato pezzi di carta e nascosti nel colletto delle sue camicie spedite alla madre nella speranza di restare in vita nelle conversazioni delle persone che amava e che hanno amato.

Uno speranza di sopravvivenza nell’immaginare un futuro abbondante di spensieratezza insieme all’amata Marcella. Gianni inizia così il suo intenso e a tratti tortuoso lavoro di traduzione: “A Marcella”. Ad una ad una le pagine si trasformano in scenari di commuovente interazione. Righe sottilissime che lasciano spazio a grandi respiri sottolineati da pause rivoluzionarie di un testo senza tempo. Orlando scrive della sua cella, del cibo e della voglia di ritornare all’università. Impossibile non vederlo in volto, impaurito, impaziente e a tratti scavato dalla vergogna di essere semplicemente sé stesso. C’è in Gianni una coerenza rappresentativa tale da annientare i limiti del tempo. Capace di rendere, attraverso i materiali, reali gli scenari intorno a me.

 

L'opera di Gianni Moretti nella mostra Poesia e Rivoluzione
L’opera di Gianni Moretti nella mostra Poesia e Rivoluzione

Uno spazio, un proposito e speranza di un futuro che oggi, così come a quel tempo nel ’44, a due anni dall’inizio della pandemia sono tematiche che ci rappresentano tutti e tutte. E allora “mi piacerebbe sognare come sognano gli altri, non so divertimenti, gite, cose facili” è una frase che caro Orlando, rimbomba nelle nostre teste. Un’esposizione che non ha bisogno di essere contestualizzata, capace di soprassedere alla categoria storica e che ci parla con linguaggio contemporaneo, dove non c’è bisogno di definire i limiti del consenso.

E così uno a uno l’impianto figurativo che incontriamo in questo percorso, scava in fondo ad ognuno di noi, facendoci domande, scoprendosi vicino, insegnando e ascoltando quello che non sapevamo di dover dire. Ogni volta è un tentativo di ricerca, di scoperta e ogni giorno alla ricerca di ciò che è ancora ignoto. Un viaggio autentico nel percorso di sé stessi. Questi lavori ci conoscono così bene che sanno raccontare la nostra storia. Come ha scritto: “Oggi è stata una brutta ma brutta giornata”. Ma Marcella è stata sempre lì, ciao Orlando.

POESIA E RIVOLUZIONE
A cura di Leda Lunghi
Fino al 30 ottobre 2021
GALLERIA GIAMPAOLO ABBONDIO
Via Luigi Porro Lambertenghi 6, Milano

https://www.giampaoloabbondio.com/

Commenta con Facebook