MIA Fair, la più importante fiera italiana dedicata alla fotografia, rimarca la ripartenza dopo la pandemia scegliendo una nuova sede a Milano: il Superstudio Maxi
Grandi maestri al fianco di giovanissimi emergenti. Gallerie d’oltralpe fronteggiate da storici spazi espositivi italiani. Riaprire una fiera d’arte dopo lo stop imposto dalla pandemia Covid è un po’ come ripartire da zero. E MIA Fair, la più importante fiera italiana dedicata alla fotografia, ha voluto rimarcare questa ripartenza scegliendo una nuova sede a Milano: il Superstudio Maxi. Opinioni divise su questo: molti soddisfatti per gli spazi ampi e luminosi, altri critici per la collocazione un po’ decentrata e per i servizi un po’ scarni. Fatto sta che la rassegna è partita questa mattina, con le migliori energie da parte del direttore Fabio Castelli e del suo staff.
Una novantina le gallerie presenti, sia italiane che straniere, a cui si aggiungono una cinquantina di espositori suddivisi tra editoria, design e progetti speciali. Disposti sugli oltre settemila metri quadrati di superfici espositive, così come le due nuove sezioni di MIDA – Milan Image Design Art e Beyond Photography – Dialogue. Emozionante l’omaggio a uno dei più cari amici di MIA, Giovanni Gastel, recentemente scomparso: con le presentazione del progetto espositivo che il fotografo milanese aveva ideato per l’edizione 2020.
Già assegnato il premio BNL Gruppo BNP Paribas: che ha visto l’affermazione della giovane fotografa Federica Belli, presentata dalla galleria Valeria Bella. Scelta che – ma la cosa non sorprende – ha destato più di una critica nei corridoi. Noi vi anticipiamo una galleria di immagini…