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Because it Hurts the Lungs. L’impronta di Leonardo nell’ultimo quadro di Basquiat in asta da Christie’s

Jean-Michel Basquiat, Because it Hurts the Lungs
Jean-Michel Basquiat, Because it Hurts the Lungs

Il valore di Because it Hurts the Lungs è il risultato di una stratificazione di senso che unisce arte, storia, anatomia e misticismo. Per questo Christie’s porta in asta (il 15 ottobre) il dipinto di Jean-Michel Basquiat con l’elevata stima di £7-10 milioni.

Paiono infiniti i passaggi in asta che nel 2021 vedono protagonista Jean-Michel Basquiat. Anno che al “Picasso Nero” ha già regalato non poche soddisfazioni. Solo neel primo semestre ha infatti generato introiti per un totale di 302,7 milioni di dollari. Tre le vendite più significative: Warrior (41 milioni, Christie’s), In any case (81 milioni, Christie’s) e Versus Medici (50 milioni). Ma, come detto, il dato è pronto ad aggiornarsi. Una sua opera, Because it Hurts the Lungs (1986), è pronta a guidare la 20th/21st Century: Evening Sale Including Thinking Italian di Christie’s.

Anche questa volta, come è accaduto per esempio nel caso di Versus Medici, il dipinto porta con sé una narrazione affascinante ammanta l’opera di un valore aggiunto alla sua pur valida qualità estetica. In particolare, la vicenda di Because it Hurts the Lungs avvicina l’opera di Basquait al genio rinascimentale per eccellenza, Leonardo da Vinci. Se Versus Medici è stato frutto di un primo viaggio compiuto in Italia nel 1982 (qui l’articolo dove approfondiamo la vicenda), Because it Hurts the Lungs può forse essere considerato frutto del suo secondo tour in Europa, compiuto proprio nel 1986 all’età di 25 anni.

Viaggio che aveva coinvolto anche l’Africa, continente ricco di storie e tradizioni da cui l’artista attinge. Di certo un certo flusso rinascimentale lo si nota nella scelta di dipingere su una tavola lignea, supporto prediletto per la raffigurazioni di santi e icone religiose. Un riferimento non certo casuale da parte di Basquiat, da sempre attendo al mondo spirituale e a qualsiasi connessione mistica. Difatti è innegabile che un altro influsso analogo gli sia pervenuto dalla tradizione ritualistica Portoricana e Africana, che individuava in ogni oggetto una precisa simbologia.

Ma forse l’origine di Because it Hurts the Lungs è da rintracciare più indietro nel tempo, quando il pittore non era che un bambino. Mentre Basquait era in ospedale a seguito di un incidente automobilistico, sua madre gli regalò una copia di Gray’s Anatomy, storico manuale di anatomia umana, insieme a un libro di disegni di Leonardo da Vinci. Lui rimase profondamente affascinato da questo (casuale?) accostamento, tanto che negli successivi tornò spesso a studiare i due volumi. Del resto il suo immaginario pittorico è pregno di teschi, muscoli e altri elementi del corpo umano. Il cranio dentato del presente lavoro, visto come se fosse di profilo in sezione trasversale, nasce da questo sguardo radiografico. Because it Hurts the Lungs non fa eccezione.

Una figura verde a grandezza naturale con un teschio ciclopico color ruggine si erge su uno sfondo bianco. Fasci di pittura color ocra e smeraldo riecheggiano le sue membra sinuose, mentre il bianco olio traccia linee scheletriche attraverso la parte superiore del corpo. Sopra la sua testa, con i denti digrignati e un unico occhio arancione a forma di mandorla che risplende in mezzo a macchie di pigmento, si scorgono scritte, segni, grafie nervose. Strutture simili a racchette da neve adornano i suoi piedi. Sullo sfondo di legno dipinto Basquiat ha applicato fogli con disegni e testi da lui realizzati, oppure fotocopiati  o trascritti.

Tra questi c’è un criptico estratto dai taccuini di Leonardo da Vinci che dà il titolo all’opera.

Perché il fulmine uccide un [uomo e] non lo ferisce, e se l’uomo si soffiasse il naso non morrebbe. Perché fa male ai polmoni.

Quale sia il significato dell’affermazione non è di facile deduzione. Sappiamo che è ripresa da uno dei taccuini che Leonardo scrisse nel 1489, in cui andava delineando i contenuti da inserire nel trattato di Anatomia che stava preparando. Questi appunti, pieni di riferimenti al corpo e alla conoscenza parziale che al tempo si aveva di esso, agirono su Basquiat come una sorta di incantesimo. Come se quel tipo di approccio corporeo, fatto di scienza ma anche di folkloristiche credenze, si intrecciasse perfettamente con le tradizioni mistiche di cui era appassionato.

Tra gli altri fogli applicati troviamo un disegno del disco jazz del 1944 di Lester Young Quartet Afternoon Of A Basie-ite, un testo in giapponese, frammenti di un dialogo dalla tragedia greca Aiace di Sofocle e una testa nera ghignante e senza occhi che indossa una mitra ingioiellata. A questi si aggiungono due scatole dipinte che sporgono dalla superficie. Nel complesso, l’opera sembra quindi pervasa da alone ritualistico, al quale partecipano suggestioni che differiscono per natura, provenienza geografica e ispirazione artistica. Tra queste è impossibile non citare Robert Rauschenberg, i cui assemblaggi di oggetti trovati, collage e pittura hanno esaltato il crudo splendore da materiali effimeri e scartati.

Notevole anche la storia espositiva dell’opera. Presente in una grande retrospettiva su Basquiat del 2004 al Museo del Palacio de Bellas Artes, Città del Messico, più recentemente Because it Hurts the Lungs è stato inserito nella doppia mostra Keith Haring | Jean-Michel Basquiat: Crossing Lines (2019-2020) alla National Gallery of Victoria, Melbourne. La stima con cui si presenta in asta (il 15 ottobre a Londra) da Christie’s è di £7-10 milioni.

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