Print Friendly and PDF

Da Music a Deluigi e Tancredi. La rivoluzione dell’arte veneta in mostra a Crocetta del Montello, Treviso

Tancredi, senza titolo, 1955, tecnica mista su carta, 71x100cm Tancredi, senza titolo, 1955, tecnica mista su carta, 71x100cm
Tancredi, senza titolo, 1955, tecnica mista su carta, 71x100cm
Tancredi, senza titolo, 1955, tecnica mista su carta, 71x100cm

A Villa Ancilotto di Crocetta del Montello (TV) è in mostra La rivoluzione silenziosa dell’arte in Veneto. 1940-1970: da Music a Deluigi e Tancredi, organizzata da ArtDolomites e a cura di Antonella Alban e Giovanni Granzotto. Dal 9 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022.

Qual è stata l’importanza della pittura veneta nell’evoluzione dell’arte italiana? Probabilmente ha avuto un contributo determinante. Se non altro per il continuo confronto fra una roccaforte della tradizione artistica e pittorica quale l’Accademia di Venezia e la Biennale, campo di sperimentazioni e avanguardie. Quest’ultima che, dopo l’edizione del 1942 svoltasi in tono minore con solo dieci partecipazioni nazionali, si interruppe nel ’44 e nel ’46, per riprendere con decisione nel 1948, quello che possiamo considerare l’anno del rinnovamento della grande arte mondiale.

Ecco quindi che all’interno degli anni 40, punto di partenza della mostra di Crocetta del Montello, vanno considerati fondamentali gli ultimi, quelli del Dopoguerra, che vedono un’autentica rinascita dell’arte in Italia e, nello specifico, nelle Venezie. Non è un caso se alcuni dei movimenti più importanti dell’epoca, primo fra tutti il Fronte Nuovo delle Arti, già Nuova Secessione, hanno un prevalente radicamento geografico in laguna, con artisti anche veneti come Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso e Alberto Viani.

Oltre agli attori di questi movimenti, su Venezia, proprio con la ripartenza della Biennale, gravitano anche grandi Maestri isolati, come l’istriano Zoran Music, il friulano Armando Pizzinato e l’emiliano Bruno Saetti – tutti poi naturalizzati veneziani – e naturalmente gli interpreti dello Spazialismo, che segna uno dei momenti più alti della pittura italiana del secondo Novecento: Edmondo Bacci, Mario Deluigi, Ennio Finzi, Luciano Gaspari, Bruna Gasparini, Virgilio Guidi, Riccardo Licata, Gino Morandis, Saverio Rampin, Tancredi, Vinicio Vianello.

Il Veneto è il luogo fondamentale per la nascita di un’altra avanguardia, quella dell’Arte Cinetica e Programmata, con il padovano gruppo N (Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa, Edoardo Landi e Manfredo Massironi) che ne è uno dei centri propulsori.
Questa mostra, in cui viene data particolare rilevanza all’attività di Music, Deluigi e Tancredi, raduna tutti gli artisti che hanno segnato profondamente il corso dell’arte italiana di quei decenni.

L’esposizione è la seconda tappa dell’ampio percorso espositivo promosso dal Comune di Crocetta del Montello che, nel corso del triennio 2020- 2022, vuole raccontare l’importanza della pittura veneta nell’evoluzione dell’arte italiana, partendo dagli albori del secolo scorso fino al Duemila. Già annunciata anche la terza tappa: 1970-2000: da Biasi a Vedova e Santomaso, dedicata agli ultimi trent’anni del secolo.

 

Emilio Vedova, senza titolo, 1961, pittura su tela riportata su tavola, 119x199cm
Emilio Vedova, senza titolo, 1961, pittura su tela riportata su tavola, 119x199cm
Zoran Music, Motivo dalmata, 1951, olio su tela, 116x148cm
Zoran Music, Motivo dalmata, 1951, olio su tela, 116x148cm
Giuseppe Santomaso, Suite friulana n.11, 1964, olio e encausto su tela, 130x162cm
Giuseppe Santomaso, Suite friulana n.11, 1964, olio e encausto su tela, 130x162cm

Commenta con Facebook