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Un mondo dalla precisione surreale. Il Realismo magico rinasce a Palazzo Reale, Milano

Antonio Donghi, Donna al caffè, 1931. Olio su tela. Venezia, Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna (Archivio fotografico Fondazione Musei Civici, Venezia) © Antonio Donghi by SIAE 2021 Antonio Donghi, Donna al caffè, 1931. Olio su tela. Venezia, Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna (Archivio fotografico Fondazione Musei Civici, Venezia) © Antonio Donghi by SIAE 2021
Cagnaccio di San Pietro, Donna allo specchio, 1927. Olio su tavola. Collezione della Fondazione Cariverona (Archivio fotografico della Fondazione Cariverona)
Cagnaccio di San Pietro, Donna allo specchio, 1927. Olio su tavola. Collezione della Fondazione Cariverona (Archivio fotografico della Fondazione Cariverona)

A distanza di trent’anni dall’ultima mostra milanese, il Realismo magico torna in mostra a Palazzo Reale, Milano. Dal 19 ottobre 2021 al 27 febbraio 2022 le opere di Giorgio De Chirico, Felice Casorati, Carlo Carrà, Gino Severini, Antonio Donghi e altri ancora.

Realismo magico è una formula che racchiude varie sfumature. Tutte interconnesse. La prima è ovviamente quella che si rifà allo stile artistico (mai diventato movimento) sorto in Italia a cavallo tra le due guerre. Un’altra è quella che indugia sul paradosso che l’accostamento di termine rappresenta: può la realtà essere magica? Si, se indagata nei sui dettagli più minuti e inusuali. E da qui giungiamo a un’ultima declinazione, quella che le parole acquisiscono come titolo della mostra che Palazzo Reale, Milano, presenta dal 19 ottobre 2021 al 27 febbraio 2022.

Realismo magico riunirà a Milano oltre 80 capolavori per fare il punto su una stagione recentemente rivalutata, dopo una damnatio memoriae legata più a ragioni storiche che a motivi prettamente artistici. Dipinti di Giorgio De Chirico, Felice Casorati, Carlo Carrà, Gino Severini, Antonio Donghi raccontano come, dopo la rivoluzione delle avanguardie, la pittura figurativa e le eredità del passato siano tornate protagoniste in modo nuovo, con una resa dell’immagine “algida, tersa, spesso indagata nei più minuti dettagli, talmente realistica da rivelarsi inquietante e straniante”, scrivono i curatori Gabriella Belli e Valerio Terraroli.

In un contesto europeo dove ovunque sorgevano nuovi linguaggi, questi artisti decisero di risalire alle radici della pittura, guardando all’opera di Giotto, Masaccio e Piero della Francesca. A interessarli, soprattutto, le qualità plastiche della loro arte. Su queste basi innestarono poi il gusto Déco tipico dell’epoca e le atmosfere sospese della Metafisica.

Antonio Donghi, Donna al caffè, 1931. Olio su tela. Venezia, Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna (Archivio fotografico Fondazione Musei Civici, Venezia) © Antonio Donghi by SIAE 2021
Antonio Donghi, Donna al caffè, 1931. Olio su tela. Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna (Archivio fotografico Fondazione Musei Civici, Venezia) © Antonio Donghi by SIAE 2021

Il percorso cronologico-filologico ruota intorno a capolavori italiani di questa specifica temperie, a loro volta messi in relazione con alcune opere della Neue Sachlickheit, la cosiddetta “Nuova oggettività” tedesca. I confronti non possono ignorare i caratteri del Novecento Italiano di Margherita Sarfatti, dai quali il Realismo magico si distingue, ma con il quale condivide alcune personalità artistiche come Achille Funi, Mario Sironi e Ubaldo Oppi.

In mostra vengono quindi esposte le opere originalissime di Felice Casorati, come il Ritratto di Silvana Cenni del 1922, così come le prime invenzioni metafisiche di Giorgio de Chirico come L’autoritratto e L’ottobrata del 1924, ma anche le proposte di Carlo Carrà, con Le figlie di Loth del 1919, e Gino Severini con i suoi Giocatori di carte; tutti propongono un originale e tutto italiano “ritorno all’ordine”.

Alla struttura cronologico-filologica – blocco portante del percorso – si innesta in alcuni punti una lettura tematica: dal ritratto alla maternità ai bambini, dai nudi femminili e l’eros al paesaggio, alla natura morta, all’allegoria. Un’interessante chiave di lettura che permette al visitatore di cogliere le novità interpretative che il Realismo magico mise in campo rispetto ad alcuni generi della tradizione pittorica.

Cagnaccio di San Pietro, Dopo l'orgia, 1928, Olio su tela, 180 x 140 cm, Milano, Collezione privata
Cagnaccio di San Pietro, Dopo l’orgia, 1928, Olio su tela, 180 x 140 cm, Milano, Collezione privata

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