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Oltre la forma. Cinquant’anni di Piero Dorazio a Milano

Piero Dorazio, Mirino Verde, 1962 (dettaglio). Uno degli iconici Reticoli Piero Dorazio, Mirino Verde, 1962 (dettaglio). Uno degli iconici Reticoli
Piero Dorazio, Mirino Verde, 1962 (dettaglio). Uno degli iconici Reticoli
Piero Dorazio, Mirino Verde, 1962 (dettaglio). Uno degli iconici Reticoli

Fino al 26 novembre da Gracis in Piazza Castello 16 a Milano si può visitare la mostra Piero Dorazio. Oltre la forma.

Piero Dorazio (Roma 1927 – Perugia 2005), artista italiano di fama internazionale, legato in diversi momenti della sua carriera al Gruppo Forma 1 e al Gruppo Zero, ha lasciato la sua impronta più grande nel mercato dell’arte con i suoi iconici “Reticoli” degli anni ’60. Un esemplare stupendo del 1962 in un color turchese è esposto da Gracis.

Ai lati, due quadri degli anni ’50 (Vera pittura e Senza titolo, entrambi del 1955); in mezzo, l’antecedente dei Reticoli, Senza titolo, 1959

La retrospettiva milanese non si limita ai soli anni Sessanta ma copre ben cinque decadi dell’opera dell’artista. I 20 lavori in mostra sono un percorso attraverso lo sviluppo artistico di Dorazio. Le opere degli anni ’50 sono ancora legate a movimenti come il cubismo e al Gruppo Forma 1, fondato nel 1947. Un Senza titolo del 1959 mostra il passaggio ai famosi Reticoli: è quasi un monocromo, un olio su tela estremamente materico in cui sono “incise” delle linee che creano una  rete.

Una delle sale della mostra. Nella parete di fondo, Long Distance II, 1984. A sinistra, più vicino un Senza titolo del 1955, in fondo, Closer,
Una delle sale della mostra. Nella parete di fondo, Long Distance II, 1984. A sinistra, più vicino un Senza titolo del 1955, in fondo, Closer,

Dopo i già menzionati anni ’60 e l’attività assieme al Gruppo Zero dal 1961, la ricerca di Dorazio si ridirige verso una pittura in cui l’olio è esteso “à plat”, cioè, in campiture piatte, sulla tela. Così durante gli anni ’70 l’artista si riavvicina al lavoro degli anni del Gruppo Forma 1, tanto da sembrare, in alcuni casi, con le sue forme geometriche, di omaggiare colleghi come Achille Perilli.

Gli anni ’80 di Piero Dorazio sono diventati iconici quasi quanto i Reticoli. Le tele, sempre con uno sfondo di un colore forte e profondo, vengono attraversate da linee composte da diversi colori, che danno una apparenza quasi cinetica al quadro.

Piero Dorazio, Gamma G, 1996

La retrospettiva si conclude con un piccolo olio su tela di 30 x 20 cm intitolato Gamma G dell’anno 1996, uno sviluppo ulteriore del lavoro degli anni ’80. Il colore blu intenso dello sfondo si lascia vedere e viene attraversato soltanto da sette linee a forma di mezzaluna.

Dorazio fu capace di declinare il suo proprio stile in un modo diverso in ogni decade, creando grandi serie ben distinte di lavori che però rimangono sempre iconici, riconoscibili, e recano in qualche modo la firma metaforica dell’artista.

L’artista, apprezzato sempre di più dal mercato e, ormai, da alcuni musei italiani come le Gallerie d’Italia, portò effettivamente la sua ricerca “oltre la forma”, come afferma Gracis. Il suo è un percorso ottico, attraverso i colori, le superfici, i materiali…

Piero Dorazio, Ex, 1973

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