Dall’atmosfera barocca di Château de Vaux-le-Vicomte, Grégoire Blanc esegue un’affascinante performance con il suo theremin.
Sono più di 100 anni che ricorre l’anniversario dell’invenzione del theremin. Lo conoscete? É lo strumento che ha dato il via a un secolo di innovazione nella musica elettronica; il più antico conosciuto che non preveda il contatto fisico dell’esecutore con lo strumento.
Era il 1919 quando il fisico sovietico Lev Sergeevič Termen riuscì a realizzare un meccanismo di arguzia tecnologica, oltre che di fascino e magia. Esso si basa su oscillatori che, lavorando in isofrequenza al di fuori dello spettro udibile, producono, per alterazioni delle loro caratteristiche a seguito della presenza delle mani del musicista nel campo d’onda, dei suoni sul principio fisico del battimento, questa volta nel campo delle frequenze udibili.
Strumento affascinante quanto difficile da gestire; un violino invisibile le cui corde sono fatte d’aria. Riprodurre con precisione una melodia è complesso. Il suono fluisce continuo, privo dell’agilità che alcune composizioni richiedono. Eppure Grégoire Blanc, con la sua eterea manualità, fa sembrare Clair de Lune un pezzo scritto per theremin.