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La conoscenza del passato genera nuove forme di bellezza. La storia del tessuto e l’arte contemporanea si sposano alla Fondazione Ratti

MC 11 – 4166, messa in carta, pittura su carta

La Fondazione Antonio Ratti, a Como, dedica al suo fondatore una mostra diffusa dal titolo Il sogno di Antonio: un viaggio tra arte e tessuto, che ripercorre il lavoro, la vita e le passioni dell’imprenditore comasco. Fino al 31 gennaio 2022 a Villa Olmo, Villa Grumello e Villa Sucota.

Antonio Ratti affermava che “La conoscenza del passato genera nuove idee e crea nuove forme di bellezza”. E così fece per tutta la vita, collezionando tessuti antichi provenienti da tutto il mondo per trovare ispirazione per la creazione di nuovi disegni tessili. La mostra, Il sogno di Antonio: un viaggio tra arte e tessuto – curata da Lorenzo Benedetti, Annie Ratti e Maddalena Terragni -, riprendere la sua idea che esperienza e conoscenza, arte e sperimentazione siano strumenti fondamentali per comprendere il proprio tempo e generare nuove idee.

Intrecciando antichi reperti tessili, opere d’arte contemporanea e materiali d’archivio l’esposizione ripercorre la vita, l’opera e la visione dell’industriale e mecenate Antonio Ratti, uno dei grandi imprenditori che nel secondo dopoguerra hanno saputo, insieme alla sua azienda Ratti S.p.A., ricostruire l’Italia industriale a partire da una profonda concezione filantropica e culturale.

Dopo Mantova e Roma, è Como a tracciare un ritratto vivo e intenso di Antonio Ratti, attraverso la sua collezione di tessuti – iniziata negli anni ’50, racconta le storie tessili di continenti ed epoche diverse, dal terzo al ventesimo secolo – e le opere d’arte contemporanea realizzate appositamente per l’occasione da artisti che da tempo collaborano con la Fondazione.

Ilya e Emilia Kabakov, Fontana. Madre e figlio, 2000

Cuore della mostra è Villa Olmo, che espone materiale d’archivio e tessuti antichi insieme alle opere d’arte contemporanea, allestite nelle sale neoclassiche della villa. Artisti che negli anni hanno collaborato con la Fondazione, come John Armleder, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Walid Raad, Yvonne Rainer, Julia Brown, Vincent Ceraudo, Zishi Han, Moira Ricci e Oriol Vilanova, hanno realizzato opere pensate appositamente per questi spazi, capaci di raccontare la visione e l’eredità di Antonio Ratti. Un documentario realizzato da Domenico Palma, visibile all’interno della Villa, racconta Antonio Ratti attraverso le parole e i ricordi di chi con lui ha collaborato e condiviso sogni e visioni. Si compone così un ritratto vivo e intenso dell’imprenditore e mecenate comasco.

La mostra prosegue nei giardini della Villa e nel Chilometro della Conoscenza – il percorso pubblico che unisce i parchi di tre ville comasche – con le opere di Ilya e Emilia Kabakov, Liliana Moro, Giulio Paolini e Rä di Martino. Il percorso espositivo si conclude a Villa Sucota, tappa finale della mostra e sede della Fondazione Antonio Ratti. Il parco della Villa, che già ospita opere permanenti di Gerry Bibby, Jimmie Durham, Liliana Moro, Matt Mullican e Richard Nonas, sarà arricchito da installazioni di artisti che negli anni hanno partecipato al CSAV – Artists’ Research Laboratory, tra i quali Invernomuto, Daniel Jablonski e Oscar Santillan. All’interno della Villa vengono raccontate altre sezioni dell’archivio tessile di Antonio Ratti: attorno ai grandi tavoli, si snodano opere di artisti che da anni collaborano con l’istituzione, da Jimmie Durham a Giuseppe Gabellone, da Mario Garcia Torres a Melanie Gilligan, e ancora Joan Jonas, Christina Mackie, Wali Raad e Karl Holmqvist.

DS 182, disegno per cravatta, pittura su carta, 1934 – 1939
Luigi Ontani, Mostri comaschi su astri, 1989 Installation view, Terme di Diocleziano, Roma, 2018 ph. Agostino Osio

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