Arte e patrimonio digitale: cosa sta succedendo e quali sono le azioni da intraprendere per cavalcare i trend? Ce lo dice inDICEs, un ricco e complesso progetto europeo di ricerca e innovazione nell’ambito del programma Horizon 2020, impegnato da due anni nella costruzione di nuovi modelli di analisi, legislativi e di policy per spingere il settore della cultura, in particolare le istituzioni, a cambiare il proprio approccio alla digitalizzazione verso una prospettiva 3.0., attraverso lo sviluppo di una piattaforma aperta in cui dibattere costruttivamente di questi temi.
Tutti i giorni, accedendo a una piattaforma virtuale come i social network, nell’atto di scambiare, creare e riutilizzare contenuti, immagini, riflessioni, stiamo contribuendo a dare vita a uno degli asset più importanti del futuro: la cultura nella sfera digitale. Connessione, co-creazione e possibilità digitali di accesso e produzione di cultura sempre più orizzontali hanno portato le istituzioni culturali a riflettere sul proprio ruolo strategico.
Il settore “cultural heritage” in ambito digitale è infatti un fattore X per il progresso delle industrie culturali e creative in Europa: non solo fornisce accesso a grandi quantità di contenuti culturali riutilizzabili, ma può essere visto come un laboratorio di ricerca e sviluppo dell’ecosistema culturale e creativo attraverso il quale contribuire con efficacia al progresso economico e allo sviluppo umano e sociale. Tuttavia, ricercatori e politici stanno faticando a comprendere appieno il ruolo cruciale che il settore dei beni culturali può svolgere nel processo di “digitalizzazione equa e democratica” dell’ecosistema Europeo.
Il progetto inDICEs non lascia spazio ad ambiguità e mira a responsabilizzare i politici e i decisori degli istituti e delle industrie culturali e creative per comprendere appieno l’impatto sociale ed economico della digitalizzazione nei loro settori e affrontare la necessità di un (ri)uso innovativo dei beni culturali, legislativamente ben definito secondo la “pubblic mission” e che premetta un percorso di costruzione progettuale dal basso, che costruisca e rafforzi comunità digitali e fisiche attorno alla tutela e gestione dei propri beni comuni culturali in forma digitale.
Come? Definendo collettivamente, attraverso un Open Observatory digitale, le politiche prioritarie per una trasformazione digitale bottom-up di successo e una futura governance degli ecosistemi di contenuti culturali e creativi che ricada nelle mani della comunità. inDICEs sta lavorando per fornire strumenti per misurare e far progredire l’impatto del patrimonio culturale in Europa in modo tale che, quando i decisori politici e le istituzioni avranno un quadro solido per valutare l’impatto del patrimonio culturale e un osservatorio aperto per tenere traccia dell’avanzamento del suo impatto, potranno prendere decisioni strategiche che consentiranno loro di aumentare i loro contributi positivi al settore per una società aperta, consapevole, creativa.
inDICEs riunisce gruppi di ricerca di fama internazionale nei settori dell’economia culturale, del diritto della proprietà intellettuale e delle discipline umanistiche digitali, rappresentanti del settore culturale con una profonda capacità di sensibilizzazione, innovatori sociali e sviluppatori di piattaforme.
Partner e stakeholders, durante i dibattiti corali che hanno avuto luogo fin’ora sulla piattaforma, concordando sulla necessità di abbracciare nuove consapevolezze in termini di politiche strategiche e collaborative da sviluppare in una prospettiva dialogica tra le istituzioni culturali. Le istituzioni devono cooperare per stabilire un nuovo contratto sociale, disponibile attraverso gli strumenti digitali, oltrepassando i confini degli spazi istituzionali e cambiando la loro prospettiva verticale, da gatekeeper a “gate opener”. Il ruolo delle Istituzioni Culturali deve necessariamente svilupparsi verso l’orchestrazione curatoriale dei contenuti che convivono e che si contaminano a vicenda nell’ambiente digitale, svolgendo un ruolo educativo verso la partecipazione attiva e l’accessibilità – invece di intendere l’educazione come un mero processo funzionale al mercato del lavoro. In questa prospettiva, inDICEs sta sviluppando il “Self-Assessment Tool”, un percorso virtuale che aiuta le istituzioni ad auto-valutare il proprio livello di digitalizzazione in rapporto all’interazione e alla partecipazione attiva delle proprie communities, in modo tale da condurli alla completa revisione del proprio processo di digitalizzazione.
Dato che l’impatto crescente della digitalizzazione è stato preconfezionato già dalla crisi del 2008, l’attuale logica economica che sta alla base della massiccia creazione di contenuti culturali online riflette la classica massimizzazione del capitale, e le piattaforme digitali sono principalmente focalizzate sullo stimolare gli utenti all’ “egocasting”, rischiando di perdere l’occasione fornita dalle vere forme di rivoluzione digitale che possono supportare forme collaborative di creazione.
In questa prospettiva, le istituzioni culturali hanno bisogno in primo luogo di essere supportate per abbracciare il cambiamento nel modo più intelligente, a livello nazionale ed europeo, al fine di colmare le loro lacune in termini di mancanza di competenze digitali e interdisciplinari, e di non perdere di vista il loro ruolo di facilitatori sociali andando oltre un magro audience engagement verso programmi radicali di capacity building e community empowerment.
Tutte le informazioni e le novità del progetto inDICEs sono sul sito https://indices-culture.eu/