Nato a Roma nel 1950, Pedriali aveva iniziato a lavorare nel mondo dell’arte avvicinandosi alla fotografia come assistente di Man Ray
“Un artista la cui sensibilità ha immortalato un’epoca: dai ‘ragazzi di strada’ fino ai più grandi artisti e intellettuali del nostro tempo”. Con queste parole il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha commentato la notizia della morte del grande fotografo Dino Pedriali, scomparso questa mattina a Roma all’età di 71 anni. “In particolare, le ultime fotografie di Pier Paolo Pasolini rappresentano un’eredità inestimabile per il patrimonio culturale italiano”, ha aggiunto il ministro.
Nato a Roma nel 1950, Dino Pedriali aveva iniziato a lavorare nel mondo dell’arte con il gallerista torinese Anselmino. Si era avvicinato alla fotografia grazie a Man Ray, di cui era stato assistente, e dal quale aveva imparato i primi segreti. Da quel momento realizzerà numerosi servizi fotografici a esponenti del mondo dell’arte e della cultura, specializzandosi nel nudo maschile. Pedriali e Pasolini si incontrarono proprio grazie a Man Ray. Perché lo scrittore voleva conoscere il surrealista, che il giovane venticinquenne aveva fotografato.
Tra i ritratti più famosi di Pedriali infatti c’è proprio quello di Pasolini, scattato nel 1975 per la copertina di Petrolio, poco prima che lo scrittore e regista venisse assassinato. Ma sono stati tanti gli artisti e intellettuali da lui immortalati, da Andy Warhol a Giacomo Manzù, fino a Moravia, Fellini, Nurejev, Man Ray. Opere che negli anni hanno portato a tantissimi riconoscimenti, come le mostre a Palazzo Reale di Genova o a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, al Salone delle Feste di Parigi alla Kunsthalle di Basilea. Achille Bonito Oliva gli dedicò la copertina del volume La camera dello sguardo – Fotografi italiani ( 2009).