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Nel primo Trecento le strade di Dante e Giotto si incrociano di continuo. Il Sommo Poeta e le arti figurative

Sabato 20 novembre, 11.30, Stefano Zuffi presenta Dante e le arti figurative. Alla Biblioteca Sormani, Sala del Grechetto, Via Francesco Sforza 7, Milano

Nella cornice del primo Trecento, le strade di Dante e Giotto si incrociano di continuo. Forti relazioni biografiche ma soprattutto espressive fanno dei due “benedetti toscani” i grandi protagonisti di una svolta decisiva che spalanca le porte della modernità. Una coincidenza spazio-temporale perfetta unisce Dante Giotto. Nati a distanza di un paio d’anni e nel raggio di poche miglia, sono gli indiscussi protagonisti di una rivoluzione: grazie a loro, l’individuo torna al centro della scena, consapevole della propria avventura umana.

Grazie a loro, noi ci sentiamo, oggi, persone libere, dotate di un’identità individuale e irripetibile, di una responsabilità morale e di una presenza fisica qui, adesso, in questo mondo.

Nella cornice del primo Trecento, le strade di Dante e Giotto si incrociano di continuo. I due protagonisti si incontrano non solo da giovani a Firenze ma anche negli anni successivi, in altre città, come Padova e Ravenna. Si stimano, tra le loro opere c’è un’evidente relazione ed entrambi sono tra i primi uomini di cultura a diventare “personaggi”, resi celebri dalla circolazione di aneddoti e di battute, fino a comparire nelle novelle e nei racconti. Vite che prima il destino unisce e poi divide. L’esilio di Dante si specchia, in totale contrasto, con il successo crescente di Giotto; l’uno bandito ramingo dalla sua città, l’altro sempre meglio inserito, integrato e acclamato. 

Paradiso per due è un avvincente viaggio tra arte e letteratura. In queste pagine il talento, le vite e i capolavori di Dante e Giotto dialogano attraverso l’amore per Firenze e i numerosi viaggi nelle corti d’Italia, la prodigiosa fantasia e lo sguardo concreto sulla realtà. Non è un caso che la Divina Commedia e gli affreschi della cappella degli Scrovegni nascano in parallelo: con la loro sonora, avvolgente energia, i due “benedetti toscani” ci offrono, in una lingua chiara, espressiva e diretta, una grandiosa fiducia nelle capacità di ogni uomo e di ogni donna. E ci aprono la strada di un mondo nuovo.

Nata negli stessi anni della Divina Commedia, anche la cappella degli Scrovegni è concepita come un insieme unitario, e non come sequenza di episodi accostati uno all’altro. Come i singoli canti e i vari personaggi di Dante prendono senso e vigore, potenziandosi a vicenda nell’ambito della struttura del poema, così le scene affrescate da Giotto sono i capitoli di un incalzante e coerente racconto visivo, sul medesimo tema dantesco del cammino della salvezza dell’uomo.

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