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Sotheby’s. All’asta raro marmo di Afrodite di epoca romana creduto perduto

Settant’anni dopo essere apparsa per l’ultima volta in un’asta di New York nel 1949, L’Afrodite Hamilton, una delle più importanti sculture romane in mani private, ritenuta perduta, sta per riapparire da Sotheby’s. Risalente al I o II secolo d.C., la figura romana in marmo dell'”Afrodite Capitolina” sarà presentata in vendita il 7 dicembre 2021, con una stima di £2.000.000-3.000.000. Sarà esposta al pubblico da Sotheby’s a Londra dal 3 al 7 dicembre.

Le prime notizie certificate sulla scultura risalgono al 1776, anno in cui l’opera entrò a far parte della collezione dell’Hamilton Palace. Si tratta della tenuta di campagna dei Duchi di Hamilton, una delle più famose residenze della Scozia e una delle case più grandiose della Gran Bretagna a quel tempo. Oggi purtroppo è andata perduta. L’Afrodite entrò nella collezione quando fu acquistata a Roma da Douglas Hamilton, 8° duca di Hamilton e 5° duca di Brandon (1756-1799) dal pittore neoclassico e mercante d’arte scozzese Gavin Hamilton (1723-1798). Singolare incrocio di cognomi privo però di alcuna parentela.

Il marmo è quindi stato a lungo tra le più belle sculture antiche “intere” presenti in Scozia, dove ha trascorso 144 anni tra il 1776 e il 1919. Tra il 1850 e il 1870 risultava ufficialmente registrata nella “Grande Scalinata” di Hamilton Palace. Era uno dei quattro marmi antichi che adornavano le sale del palazzo. Degli altri tre, uno si trova in un museo americano, uno è stato venduto all’asta negli anni ’70 a New York, e l’ultimo rimane ancora con ubicazione sconosciuta.

Nel 1919 il marmo viaggia a Londra dalla Spink and Son Ltd., per poi passare nel 1920 a William Randolph Hearst, il celebre magnate dell’editoria a cui Orson Welles si è ispirato per Citizen Kane (1941). Fu lui a venderla nel 1940 al mercante di origine ungherese Joseph Brunner, che la portò a New York. Infine, nel 1949, l’opera venne acquistata dalla Parke-Bernet Galleries senza più riapparire in vendita o agli occhi del pubblico.

Si dice che il Duca di Hamilton si sia innamorato dell’Afrodite nell’istante in cui l’ha vista per la prima volta, quasi 250 anni fa. Anch’io sono caduto sotto il suo incantesimo nel momento in cui ho posato gli occhi su di lei, colpito com’ero dalla sottile miscela di bellezza terrena e maestà divina. Mi auguro che il pubblico condividerà la stessa esperienza.

 

Florent Heintz, specialista in antichità di Sotheby’s

Del resto la figura di Afrodite ha affascinato gli artisti per millenni. Quelle realizzate dagli scultori dell’antica Grecia e di Roma rappresentano poi l’apice dell’ideale classico. Tuttavia, difficilmente i collezionisti britannici, che hanno girato l’Italia nel XVIII secolo, sono riusciti ad acquistarne una. Solo altre due statue di pari importanza furono portate in Gran Bretagna: la Venere Barberini (venduta all’asta a Londra come “Venere Jenkins” nel 2002) e la Venere Townley, ora al British Museum.

L’Afrodite Hamilton vanta una dimensione straordinaria, 187 cm di altezza, ed è l’unica statua “integra” della dea offerta in asta negli ultimi 20 anni. Vero trionfo dell’arte romana, questa scultura è un tributo ad Afrodite stessa, l’antica dea dell’amore e incarnazione della bellezza femminile.

La scultura deriva dal modello prassitelico dell’Afrodite cnidia (IV secolo a.C.), oggi perduto, e raffigura la dea stante con il peso sulla gamba sinistra, la testa volta a sinistra, i capelli ondulati divisi al centro e legati, e le orecchie forate per gli orecchini.

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