Si chiama SI la nuova personale della giovane artista lodigiana Silvia Francis Berry, a cura di Francesca Grossi, in display in Corso Umberto I, Lodi fino al 5 dicembre.
SI si inserisce all’interno di Platea, centro per l’arte contemporanea nato nel giugno 2020 dopo un lungo periodo di gestazione dall’idea di appassionati d’arte e collezionisti, come Claudia e Laura Ferrari, Carlo Orsini, Luca e Lorenzo Bucci e Gianluigi Corsi. Platea | Palazzo Galeano è un progetto interessantissimo, di respiro internazionale, che nasce come associazione culturale no-profit e che intende portare l’arte contemporanea nel lodigiano, creando un network sul territorio. Coinvolgendo istituzioni locali, come lo Spazio 21 di Pierpaolo Curti e il Comune di Lodi, Platea, il cui nome è stato ideato dall’artista Marcello Maloberti (Codogno, 1966) che ha attivamente partecipato al programma 2021, vuole creare una sorta di ecosistema che permetta uno scambio e un confronto continui tra le realtà culturali della zona. La sede è quella di Palazzo Galeano, dimora del Seicento dai cui vani della portineria è stata creata, mediante un sapiente intervento di restauro che rispetta l’architettura dell’edificio, una vetrina che guarda su Corso Umberto I, nel cuore del centro storico di Lodi.
Un incidente di sguardi, denso spazio critico, in cui lo spirito del luogo è palpabile, Platea è dedicata ai passanti, a chi capisce l’arte e a chi non se ne interessa, aperta a tutti, 24 ore su 24, in un punto molto frequentato crocevia e luogo di ritrovo di giovani.
A soli 30 km da Milano, in una città che effettivamente non ha una forte tradizione di arte contemporanea, Platea è una boccata d’aria fresca che ad oggi ha riscosso molto successo tra i cittadini (e non solo), aprendo a una conversazione inedita con la comunità. Un modo innovativo di fare arte e di raccontarla, partendo dalla considerazione che l’arte debba essere una questione pubblica e sociale, lo spazio di Platea pone così al centro lo spettatore che diviene parte integrante del processo artistico.
Tante sono le iniziative previste, sia durante il periodo estivo, in cui sono state allestite delle postazioni di incontro con i protagonisti, sia durante il periodo invernale, in cui verranno organizzati degli incontri di divulgazione del progetto nella biblioteca locale. Con un palinsesto ben articolato, che ogni anno prevede personali di quattro artisti emergenti guidati da un artista affermato e a cura di un giovane curatore (per quest’anno è stata Francesca Grossi, classe ’98), il progetto dà spazio a una nuova generazione di artisti, incoraggiandoli e accompagnandoli nel proprio percorso. É prevista una inaugurazione al mese e dopo le personali di Vittoria Viale, Giulio Locatelli, novembre è stato il turno di Silvia Berry, che darà spazio all’arte di Vittoria Mazzonis (dall’11 dicembre al 9 gennaio). Il programma 2022 è già stato messo a punto e porrà attenzione al territorio e alla sua conformazione naturale, coinvolgendo artisti come Luca Trevisani (Verona, 1979) e Alberonero (Lodi, 1991).
Silvia Berry, nata a Lodi nel 1998 da famiglia italo-inglese, ha ideato SI, come una installazione multimediale site-specific che raccoglie tutti i media con i quali articola la sua ricerca. Come fosse su una scena del crimine dove tutti gli elementi rimangono congelati, l’artista, che ha un forte approccio artigianale, tiene a mente che tutto quanto fatto prima le serve per avvicinarsi al suo prossimo linguaggio, in una perenne indagine e messa in discussione del sé. In un’azione poetica-ipnotica, Silvia Berry compie un movimento ripetitivo e incessante, apotropaico, moltiplicando il suo corpo in tante proiezioni di se stesso: un Soggetto Ignoto.
Platea è dunque un progetto da tenere d’occhio che non può essere ignorato dal mondo dell’arte della vicina Milano, ma è esempio virtuoso di divulgazione artistica e culturale che si radica nel territorio, innescando dialoghi e dibattiti, offrendo spunti di riflessione critica. Come dopotutto deve fare l’arte per essere davvero contemporanea.