Weiner è stato uno dei principali esponenti dell’arte concettuale americana, al fianco di artisti come Joseph Kosuth, Sol LeWitt o Robert Barry
“L’uso del linguaggio è cruciale perché suggerisce che non è necessario creare o costruire per essere arte. Anche questo definisce l’opera d’arte oggi”. La famosa “Dichiarazione di intenti” del 1968, una delle sue prime opere conosciute, Lawrence Weiner chiariva già quello che sarebbe stato il suo approccio alla sfera creativa. Installazioni basate su testi, che incorporano frasi o frammenti di frasi evocative, spesso su superfici insoliti. E che ne avrebbero fatto uno dei principali esponenti dell’arte concettuale americana, al fianco di artisti come Joseph Kosuth, Sol LeWitt o Robert Barry. Tutto ciò ora è consegnato alla storia, perché Weiner è morto il 2 dicembre all’età di settantanove anni.
Weiner era nato nel 1942 nel Bronx, dove i suoi genitori gestivano un negozio di caramelle. Diplomatosi alla prestigiosa Stuyvesant High School di New York all’età di sedici anni, studiò poi all’Hunter College di New York, viaggiando molto negli Stati Uniti. Nel 1960, all’età di diciotto anni, allestì quella che potrebbe essere considerata la sua prima mostra personale a Marin County, in California. Facendo esplodere contemporaneamente esplosivi ai quattro angoli di un terreno, e proclamando le macerie risultanti sue sculture.
Le regole dell’oggettività
Nel 1968 l’anno della svolta, con la citata “Dichiarazione di intenti”: e con opere che mettevano in discussione le regole dell’oggettività in relazione sia all’artista che allo spettatore. Weiner sentiva che le parole erano più accessibili a molti pubblici rispetto alle tradizionali opere d’arte visiva. E molte delle sue opere sono infatti state infine tradotte in diverse lingue. Tantissime le esposizioni nei suoi quasi sessant’anni di carriera: nel 2007-09 è stato protagonista di una retrospettiva al Museum of Contemporary Art di Los Angeles, al Whitney Museum di New York e al K21 Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf. Weiner ha ricevuto moltissimi premi, tra cui due National Endowments for the Arts Fellowships (1976 e 1983), una Guggenheim Fellowship (1994), il Premio Wolfgang Hahn (1995).