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Solo Show, un nuovo concetto di fiera d’arte. Seul: nuova capitale dell’arte in Oriente?

Esther Schipper Stand - Florin Mitroi
Jin Meyerson presentato da Gallery2
Jin Meyerson presentato da Gallery2

Come una cena tra colleghi professionisti dell’arte ha portato alla nascita di una fiera che vuole ripensare le modalità del sistema dell’arte a Seoul.

Una panoramica su Solo Show e una passeggiata attraverso i nostri stand preferiti. 

Mercoledì scorso, Solo Show ha aperto a Seoul presso One Edition Art Space, con la partecipazione di 14 importanti gallerie locali e straniere, ognuna presentando un solo artista.

Infatti, per partecipare a questa fiera d’arte, le gallerie hanno dovuto scegliere un solo artista da portare al pubblico. Questo concetto peculiare, che non è particolarmente visto in Europa, è nato da una conversazione durante una cena amicale tra colleghi professionisti dell’arte – ci ha spiegato Jaeho Jung, uno dei direttori della fiera: “abbiamo iniziato Solo Show nel 2018, con l’idea di portare qualcosa di fresco, significativo e più sostenibile per il mercato locale”. 

_El Proyecto 0_ di Gallery Shilla
_El Proyecto 0_ di Gallery Shilla

Nel corso delle diverse edizioni, Solo Show ha voluto portare ogni volta nuovi temi, per distinguersi dalla pratica delle fiere d’arte consolidate, vista come “troppo prevedibile”. Avendo ormai ottenuto il riconoscimento come una piattaforma per elevare gli artisti emergenti e per essere “giovane e divertente”, quest’ultima edizione ha visto una svolta volontaria dai soliti concetti, presentando artisti senior over 50: “non volevamo diventare troppo scontati, quindi abbiamo programmato un concetto totalmente diverso”, ha spiegato il direttore. 

Camminando per la vip preview e chiacchierando con i diversi artisti e galleristi, si poteva sentire come l’ambiente generale rifletteva un’atmosfera più “informale”, che sembrava quasi un appuntamento tra vecchi amici – che fossero artisti, collezionisti o professionisti – distanziandosi dal solito ritmo frenetico delle fiere d’arte. 

Esther Schipper Stand – Florin Mitroi

La fiera contestualizzata nel mercato dell’arte Sud-Coreano 

Solo Show si rapporta ad un mercato dell’arte che localmente è sempre più in espansione, sia grazie ai costanti finanziamenti del governo coreano, sia agli investimenti di gallerie internazionali che vedono Seoul come una potenziale nuova capitale dell’arte in oriente. 

Con le sue modalità, Solo Show offre una riflessione sul settore dell’arte locale, per pensare a quali direzioni adottare per il futuro – la sostenibilità è un grande punto interrogativo: nel vortice continuo di un mercato in crescita, con la nascita di nuove categorie di collezionisti, i piani del governo nella promozione delle vendite e degli artisti, e un ambiente estremamente competitivo. A quanto pare, il prossimo anno (anche con l’arrivo di Frieze) il mercato salirà di 5 volte, secondo le previsioni della Korea Gallery Association. 

Kim Yong-ik presentato da Kukje Gallery
Kim Yong-ik presentato da Kukje Gallery

Riflettere sul modo in cui verrà condotta questo sviluppo è di estrema importanza affinché esso diventi sostenibile nel lungo termine: bisogna pensare a come trovare un equilibrio tra locale e globale, tra chi è emergente e chi affermato, ma anche a come sostenere gli artisti locali nella loro crescita e connessione con il settore internazionale. Probabilmente, le decisioni che verranno prese nel corso del prossimo anno condizioneranno il modo in cui il mercato si svilupperà.

Iniziative come Solo Show occupano uno spazio interessante in questo complesso discorso. Attraverso una promozione sostenibile di un programma differenziato, aiutano a sottolineare qualcosa che alcuni chiamano “apprezzamento lento dell’arte”.  

Yeesookyung presentata da Space Willing N Dealing

Gallerie e artisti 

Ma tuffiamoci negli stand delle gallerie e conosciamo meglio i diversi artisti e gallerie selezionati. Questa edizione ha visto la presenza di 14 importanti gallerie. Le gallerie locali partecipanti erano Gana Art, Kukje Gallery, Gallery2, Gallery Shilla, Gallery Chosun, Gallery Hyundai, Leeahn Gallery, Space Willing N Dealing, Artside Gallery, Johyun Gallery, Hakgojae Gallery e PKM Gallery. Questa edizione ha visto anche la partecipazione di due gallerie internazionali – entrambe provenienti dalla Germania – Koenig e Esther Schipper Gallery, il cui rapporto con la capitale è già di lunga data. Ma facciamo un tour nei nostri stand preferiti: 

Gallery Shilla 

Se c’è qualcosa da amare di questa galleria è sicuramente la serie di progetti partecipativi che porta alle diverse fiere. Questa volta, siamo stati invitati a firmare un “orinatoio/fontana” post-dada, che farà parte del bagno della galleria più avanti, intitolato “Our action can make a fountain”? L’ironia è sempre apprezzata, e quella di “El proyecto 0” è proprio l’approccio giocoso all’arte che mancava ultimamente a Seoul. Su una nota più seria, Gallery Shilla ha presentato il lavoro dell’artista minimalista giapponese Takashi Suzuki, il cui stile porta in conversazione approcci sia statunitensi che coreani allo spazialismo, e si concentra su espressioni pittoriche, effetti visivi e sulle diverse accezioni che i colori portano allo spazio.

Jeong Jeong-ju presentato da Gallery Chosun

Kukje Gallery

Forse Kukje non ha davvero bisogno di presentazioni, essendo una delle gallerie più affermate al mondo, sempre in prima linea nel collegare gli scambi tra artisti locali e internazionali. Al Solo Show, Kukje Gallery ha presentato Kim Yong-ik, la cui filosofia, che rifiuta la dicotomia di pittura e disegno, si esercita attraverso diversi mezzi – spaziando dal modernismo, Minijung art, land art ma mantenendo una visione coerente, che viene visualizzata attraverso l’uso di materiali vecchi e umili nel principio della “eco-anarchia”. Un artista i cui punti di vista rifiutano i modi tradizionali del mercato, e che vede le opere d’arte come merce fissa, viene presentato ad una fiera d’arte: sempre un’occasione interessante per riflettere criticamente sulle modalità di questo sistema.

Gallery2

Il lavoro di Gallery2 è una continua ed interessante scoperta, con un portfolio di artisti ed una programmazione molto fresca e diversificata (Gunwoo Shin, una delle ultime mostre, è stata una scoperta meravigliosa che invito a fare anche a voi). A Solo Show, la galleria ha portato Jin Meyerson, artista coreano cresciuto negli Stati Uniti e che ha sviluppato la sua pratica tra New York, Parigi, Seoul e Hong Kong. La sua arte vede una disposizione per opere di grande scala, con dettagli elevati, semi-astrazioni basate su immagini usa e getta prese da riviste di cultura visiva. Il risultato finale va al di là dell’intersezione di pittura e fotografia. 

Gallery2 stand

Hyundai Gallery

Un’altra galleria che ha sempre offerto un’incredibile qualità di mostre (ricordo di aver vagliato le sue porte dalla prima volta durante la personale di Choi Minhwa, e recentemente con un’incredibile mostra dell’artista queer Kang Seung Lee) porta in fiera Yun-Hee Toh. E’ sempre piacevole vedere figure dell’arte femminili che guadagnano spazio, specialmente in Corea. La galleria ha portato le opere di una nuova serie che l’artista ha creato durante la pandemia, spostandosi dal suo stile pittorico tradizionale per portare una tecnica basata sulle emozioni, attraverso l’uso del contatto fisico diretto sulla tela: queste opere vibranti e materiche su larga scala sono un’anticipazione di una futura mostra personale alla galleria a gennaio. 

Esther Schipper 

È stata una meravigliosa sorpresa trovare Esther Schipper a Solo Show, specialmente con le opere di Florin Mitroi, artista rumeno la cui natura riservata e la devozione all’insegnamento dell’arte gli hanno fatto fare una sola mostra durante la sua vita. La galleria porta a Seoul opere che sono collegate alla mostra presentata a Berlino nel 2019. Siamo rimasti particolarmente colpiti dalla serie “Humans”, che affronta il motivo centrale di Mitroi: ritratti prodotti attraverso tempere e dipinti crudi realizzati su tela, carta, legno o vetro rovesciato. La serie vede figure umane rappresentate attraverso costruzioni di linee scure, molto stilizzate, con densi sfondi monocromatici. Prendono ispirazione sia dall’espressionismo tedesco che dalle icone ortodosse, insieme a elementi del folklore locale, con una forte vibrazione malinconica. Una scoperta interessante. 

Gallery Shilla stand
Gallery Shilla stand

Gallery Chosun 

Ottima scelta nell’aver deciso di portare un artista che lavora all’intersezione di due discipline: Jeong Jeong-ju è un artista ma prima di tutto un architetto, e lo si può vedere dal modo in cui sviluppa la sua pratica artistica. Lo stand ha presentato sculture di luce al neon tridimensionali, opere simbolo dell’artista, insieme ad ambienti architettonici digitali che definite come “disegni”. L’elemento della luce portato come riflessione critica dalle modalità di esistenza all’interno di uno spazio sono visivamente accattivanti, soprattutto quando ri-pensate e ridotte a sculture astratte. L’occhio architettonico si interseca perfettamente con la pratica artistica nelle opere di Jeong Jeong-ju. 

Space Willing N Dealing 

Per questa edizione, Space Willing N Dealing ha portato il lavoro di Yeesookyung, artista già molto nota anche all’estero (le sue opere si possono trovare al British Museum), il cui delicato ma complesso lavoro scultoreo ricombina pezzi di ceramica tradizionale coreana in forme profondamente personali, attraverso un processo simile all’antica arte giapponese del kintsugi. Il lavoro di Yesookyung è potente e delicato allo stesso tempo, riporta in vita l’effimero, convogliandolo in una dicotomia visiva di passato e presente, nata dal bisogno personale di preservare la ceramica tradizionale coreana, in uno scambio infinito tra tradizione e modernità. 

_Yun-Hee Toh presentata da Hyundai Gallery
_Yun-Hee Toh presentata da Hyundai Gallery

Johyun Gallery

La Johyun Gallery ha presentato le opere di Jongsuk Yoon, pittrice coreana il cui lavoro presenta una particolare forma di espressionismo astratto. Caratterizzate da colori morbidi, asciutti e fluttuanti, le opere danno un senso di effimero e lasciano che lo spettatore si immerga in un mare “nebbioso” di paesaggi tranquillizzanti, spesso interrotti da linee forti. I suoi dipinti a olio su tela si rifanno ai concetti di immagine dell’Asia orientale, ricordandoci tecniche come la pittura a inchiostro, e ci invitano a cercare processi alternativi di comprensione della pittura di paesaggio al di fuori del paradigma occidentale. Un’altra meravigliosa scoperta.

 

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