Sono per lo più piatti e corredi di farmacia i pezzi che compongono la collezione di maioliche che Wannenes presenta in asta il 14 dicembre a Milano.
Si tratta, nello specifico, della collezioni di maioliche assemblata da Umberto Gori, professore emerito nell’Università di Firenze. Un insieme di più di 200 ceramiche, che coprono un arco temporale dal XIV al XIX secolo e provengono dai centri più importanti della maiolica italiana. Una collezione di grande interesse non solo dal punto di vista collezionistico, ma anche storico-artistico.
Centrale in tal senso il nucleo dell’istoriato, e più in generale del Cinquecento. Si spazia da opere provenienti da Venezia fino a Urbino, da Pesaro a Pisa, da Deruta a Casteldurante, da Rimini a Roma. I piatti predominano, ma non mancano i pezzi di forma. Spicca, per esempio, un vaso proveniente dalla fornace pesarese dei dalle Gabicce intorno al 1579-1580, raffigurante l’Allegoria della Fortuna Marina.
La raccolta comprende poi tre esempi dell’arte di uno dei maestri più intriganti e forse meno noti dell’arte ceramica italiana tra Cinque e Seicento: Niccolò Sisti (1571-1610). Tra queste un’alzata in maiolica policroma, dove emerge la grafia delicata ed elegante dell’autore.
Numeroso il nucleo delle maioliche araldiche, per lo più alzate e crespine. Come l’alzata uscita dalle fornaci savonesi dei Guidobono, databile agli anni Ottanta-Novanta del Seicento ed eseguita in occasione del matrimonio tra Pier Antonio Filippo Franceschi e Maria Maddalena Alamanni nel 1688.
Una certa attenzione si è data anche, nel comporre questa raccolta, a Castelli (e più in generale alle produzioni meridionali), presente con importanti pezzi settecenteschi. A Castelli è infatti attribuito uno degli esemplari iconici della collezione: il piatto decorato con la Strage degli Innocenti; databile (precoce esempio di compendiario castellano) alla metà del Cinquecento.
Altro nucleo di sicuro interesse è quello costituito dalle saliere. Qui rappresentate non solo nella produzione urbinate, ma anche in quelle dell’Italia Meridionale. In generale un campo che si presta ancora a interessanti scoperte. Spazio, infine, alle sculture. Alcune anche di grande dimensione. Come la figura di Madonna per la quale qui si propone una provenienza dalle fornaci cinquecentesche dei Patanazzi di Urbino. Più piccola, ma ugualmente interessante, la selezione di acquasantiere, per lo più settecentesche.
L’esposizione sarà aperta al pubblico dall’11 al 13 dicembre, con delle preview su appuntamento nei giorni 9 e 10 dicembre.