Dissidente. E coltissimo. Per la prima volta in Italia viene presentata l’opera di Badiucao (Shangai, 1986). Artista di fama mondiale, celebre all’estero (è residente in Australia), meno nel nostro Paese. Ed è anche per questo che il bellissimo Museo di Santa Giulia di Brescia gli dedica una raffinata esposizione. Titolo? La Cina non è vicina. BADIUCAO – opere di un artista dissidente, a cura di Elettra Stamboulis. “Opere di un artista dissidente” a cui, tanto per intenderci, nel 2020 gli è stato conferito dalla Human Rights Foundation il Premio Václav Havel Prize for Creative Dissent, destinato ad artisti che creativamente denunciano gli inganni delle dittature. Fino al 13 febbraio 2022.
In mostra c’è tutto. Tutto il percorso artistico di Badiucao, pseudonimo dell’artista-attivista cinese noto per la sua arte di protesta. Dagli esordi alle opere più recenti che sono nate in risposta alla crisi sanitaria innescata dalla pandemia di Covid-19. Molteplici i temi affrontati dalla mostra nelle diverse sezioni che allestite. Dalle opere pittoriche e multimaterialiche testimoniano le violazioni dei diritti umani, alla censura inflitta ai cittadini cinesi sul tema Covid-19, dalla repressione del dissenso in Myanmar durante il colpo di stato militare del 2021 al tema dell’assimilazione culturale forzata degli Uiguri, fino al dettagliato racconto in chiave artistica delle proteste degli ultimi anni che hanno visto la popolazione di Hong Kong battersi per contrastare la linea politica governativa a Hong Kong.
Badiucao si è affermato sul palcoscenico internazionale grazie ai social media, coi quali diffonde la propria arte in tutto il mondo – il suo account twitter @badiucao è seguito da più 80 mila persone –, e sfida costantemente il governo e la censura cinese. La sua vocazione artistico-politica nasce nel 2007, quando, studente di Legge all’Università di Shanghai vede il documentario The Gate of Heavenly Peace, un girato clandestino diretto da CarmaHinton e Richard Gordon sulle proteste di Piazza Tienanmen. L’artista sviluppa una ferma decisione di esprimersi in prima linea contro ogni forma di controllo ideologico e morale esercitato dal potere politico, a favore della trasmissione di una memoria storica non plagiata. Il suo impegno politico si realizza, infatti, nella creazione di campagne partecipative, affissioni in luoghi pubblici, illustrazioni e attività online, spesso costruite con un linguaggio visivo che evoca ironicamente lo spirito pop della propaganda comunista, ricalcandone lo stile grafico, i colori e i toni.
Grazie al suo blog, ai social media e a campagne di comunicazione organizzate, Badiucao dall’Australia ha portato avanti la propria attività di resistenza, diventando l’unico canale non filtrato dal controllo governativo capace di trasmettere i racconti dei cittadini di Wuhan durante il lockdown del 2020.
“Il lavoro di mappatura degli artisti dissidenti, attivisti politici e visualmente militanti, continua con questo progetto espositivo: al centro la poetica dell’artista cinese che collabora con i movimenti del tè al latte. Il Milk tea Alliance è formato da Net Citizen che operano ad Hong Kong, Taiwan, Thailandia e Birmania. Sono tra gli artefici e promotori delle più importanti manifestazioni per la democrazia e i diritti umani in Estremo Oriente, e Badiucao è il loro artista”.
Elettra Stamboulis, curatrice della mostra
Con questo nuovo progetto Fondazione Brescia Musei, insieme al Comune di Brescia, prosegue il percorso iniziato nel 2019 con la mostra Avremo anche giorni migliori. ZehraDoğan. Opere dalle carceri turche, nella quale l’artista curda, attraverso l’esposizione di una sessantina di opere inedite, ha intersecato e intrecciato la propria vicenda personale con i drammatici eventi politici della più stringente attualità, evidenziando la relazione tra opere contemporanee e diritti umani. Dopo il successo di Brescia, una selezione di opere di Zehra Doğan sono state esposte nel 2021 al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.
Un format espositivo dedicato alla narrazione del contemporaneo attraverso l’arte, un dialogo grazie al quale vengono interpretati i più significativi fenomeni storici attuali. Arte contemporanea e diritti umani trovano quindi un punto di sintesi nella rivelazione di artisti dissidenti e attivisti, per lo più inediti in Occidente.
“È un grande giorno oggi per i diritti umani e l’arte contemporanea.La Fondazione Brescia Musei prosegue oggi il percorso varato due anni fa per testimoniare l’attenzione ai temi dei diritti umani rappresentati nella loro urgenza, grazie al lavoro di giovani artisti ancora poco noti alla comunità internazionale e che fanno della propria arte un gesto di condivisione e denuncia” afferma Francesca Bazoli, Presidente della Fondazione Brescia Musei.“La Fondazione Brescia Musei testimonia in questo modo la vocazione ai temi sociali, e a questo “patrimonio immateriale”, costituito dalla cultura della cittadinanza, che è uno degli attributi più importanti e significativi del territorio di cui la Fondazione stessa, con la gestione dei suoi musei e delle sue attività culturali, è emanazione ed estrinsecazione plastica”.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra LA CINA NON È VICINA. Badiucao – opere di un artista dissidente è suddivisa in cinque sezioni tematiche.
La prima sezione, “Cina”, propone una serie di maschere create dall’artista per celare la propria identità, fino a quando decise poi di mostrare il proprio volto in reazione a minacce e intimidazioni, e il documentario diretto da Danny Ben Moshe China’sArtfulDissident, che ricostruisce il viaggio attorno al mondo di Badiucao per intervistare concittadini esiliati e testimoni di violazioni dei diritti umani. In questa sezione sono raccolte anche le opere più recenti: un letto di 4.000 matite affilate come aghi (Dream), che rappresenta il sonno agitato e tormentato dell’artista-attivista, un’’installazione realizzata con latte in polvere a denuncia della guerra commerciale che si combatte sui neonati (ThisisWhyThey Buy Our Baby Formula) e una “sedia della tigre” (Torture Chair), tradizionale oggetto di tortura trasformato dall’artista in una innocente sedia a dondolo. “Cina” raccoglie infine alcuni interventi sul tema Covid-19, come ad esempio il Diario di Wuhan, una raccolta di libere testimonianze trasmesse su internet nella prima fase della pandemia, e i ritratti dedicati alle prime vittime di Wuhan (Covid portrait for Dr Li), tra le quali il dottor Li Wenliang che aveva denunciato la presenza del virus.
La seconda sezione, “Hong Kong”, racconta la storia politica recente della ex colonia britannica che nel 1997 è diventata regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese e in particolare si sofferma sull’ondata di proteste accesasi nel 2019 a seguito di una proposta di legge che prevedeva l’estradizione nella Cina continentale degli accusati di reati punibili con più di sette anni di detenzione. Badiucao ha partecipato attivamente, anche se da oltreoceano, alle proteste, diffondendo immagini e slogan, come il dissacrante Ritratto di Carrie – Carrie Lam, capo esecutivo di Hong Kong – o il Lennon Wall Flag composto da 96 quadrati colorati a evocazione dei post-it appesi dai cittadini sui muri della città con messaggi di dissenso. In mostra anche le installazioni Molotov SoySauce, che riprende le pratiche dei dimostranti con bottiglie di salsa di soia al posto delle molotov, Bricks, che trasforma le mattonelle rosse utilizzate per formare barricate in manufatti.
Nella terza sezione, “Uiguria”, è raccolta l’omonima serie di manifesti realizzati da Badiucao per denunciare la situazione di sfruttamento e di “genocidio culturale” come è stato definito da più parti dell’etnia uigura dello Xinjiang.
Nella quarta sezione, “Myanmar”, l’attenzione si sposta sul regime dittatoriale del Sudest asiatico, teatro di un recente colpo di Stato. Dall’iterazione con le proteste e gli attivisti che hanno caratterizzato il 2021, è nata la serie di poster Milk Tea Alliance, che prende il nome dal movimento di attivisti impegnati nella difesa dei diritti umani e della democrazia in tutta l’area che “beve il tè al latte”.
Infine, nell’ultima sezione, “Mao Nostalgia”, l’artista ironizza sul fenomeno di manipolazione e strumentalizzazione del mito costruito attorno alla figura di Mao: immagini satiriche, stampate come dei santini e della dimensione del libretto rosso, fungono per Badiucao da strumenti del ricordo per non cedere alla rimozione della Storia e ai suoi esiti disastrosi.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira, che dal principio di questo format arte e diritti accompagna la Fondazione Brescia Musei, e da un ricco programma di attività di approfondimento per il pubblico adulto, per le famiglie e le scuole, a cura della Fondazione Brescia Musei stessa e in collaborazione con il Comune di Brescia.
INFORMAZIONI AL PUBBLICO
La Cina non è vicina
BADIUCAO – opere di un artista dissidente
Museo di Santa Giulia, via Musei 81, Brescia
ORARI: La mostra è aperta da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00
BIGLIETTI
Dal 13 al 28 novembre 2021: Ingresso gratuito in concomitanza con il Festival della Pace, con prenotazione bresciamusei.com
Dal 30 novembre 2021 al 13 febbraio 2022: € 5,00 (intero); € 4,00 (dai 14 ai 18 anni e sopra i 65 anni, studenti università e accademie, gruppi da 10 a 30 persone e convenzioni); € 3,00 (scuole, dai 6 ai 13 anni, gruppi di min. 10 studenti universitari); € 5,00 (scuole con attività didattica)
Per visite guidate e laboratori per gli adulti: biglietto d’ingresso ridotto + € 4 contributo per l’attività