Anche Wannenes si avvicina alla fine dell’anno e sotto l’albero di Natale lascia per i suoi collezionisti un incanto scintillante. L’asta di Argenti e Icone è a Milano il 20 gennaio 2021.
A guidarla è un calamaio da tavolo in tartaruga marrone e ricchi decori a piqué di bronzo dorato, che creano motivi a conchiglia e arabeschi fogliacei su fondo tramato (lotto 347, stima 50.000 – 80.000 euro). Il calamaio comprende un vassoio dai bordi mossi e scomparti, con al centro un porta piume, due calamai, un contenitore per il polverino e una campanella.
La tartaruga, molto ambita nell’antichità cade nell’oblio fino al Rinascimento, quando viene ricercata in tutta Europa. Nel XVII secolo fa il suo ingresso nel mobilio, affiancata dall’ebano, l’avorio, la madreperla e le pietre dure sugli armadietti. Inizialmente applicata nelle nicchie interne, la tartaruga conquista l’esterno dei mobili intorno al 1640, per poi ricoprirli interamente dieci anni dopo.
La lavorazione è attribuita all’atelier napoletano di Giuseppe e Gennaro Sarao nella seconda metà del XVIII secolo. La tecnica usata per la lavorazione è quella del piqué-incrostato, che consisteva nello scaldare la tartaruga per inserirvi dei finissimi motivi in oro, argento, bronzo o madreperla.
Da segnalare anche una lampada a fiorentina, eseguita a Roma tra il 1760 e il 1785 da Luigi Valadier (lotto 261, stima 20.000 – 30.000 euro). Segue un fermacarte ‘egizio’ in argento, smalti e pietradura inventato dall’orafo Ruch a San Pietroburgo nel 1890 circa (lotto 156, stima 2.000 – 3.000 euro).
Spicca poi una croce da altare spagnola del XIX-XX secolo in argento dorato, cristallo di rocca, bronzo dorato e smalti (lotto 348, stima 15.000 – 20.000 euro). Infine un’icona con la “Vergine di Iver” che l’orafo Smirnov realizza a Mosca tra il 1908 e il 1917 con riza in argento parzialmente dorato (lotto 254, stima 4.000 – 5.000 euro).