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Sallustio Fornara o Alberto Pasini? Una questione attributiva per un dipinto venduto in asta

Lotto 277: Alberto Pasini (Busseto 1826 - Cavoretto 1899), Carovana alle porte di Costantinopoli, 1881, olio su tela (cm 42x81). Valutazione € 20.000 - 22.000 Lotto 277: Alberto Pasini (Busseto 1826 - Cavoretto 1899), Carovana alle porte di Costantinopoli, 1881, olio su tela (cm 42x81). Valutazione € 20.000 - 22.000
Lotto 277: Alberto Pasini (Busseto 1826 - Cavoretto 1899), Carovana alle porte di Costantinopoli, 1881, olio su tela (cm 42x81). Valutazione € 20.000 - 22.000
Attribuito a Alberto Pasini (Busseto 1826 – Cavoretto 1899), Carovana alle porte di Costantinopoli, 1881, olio su tela (cm 42×81)
Un dipinto bellissimo, una rara e preziosa testimonianza storica, meritevole del prezzo di €30.000 in asta da Il Ponte. Ma siamo sicuri che l’attribuzione ad Alberto Pasini sia corretta?

Nel 1881, tre pittori italiani, Pompeo Mariani, Sallustio (non Carlo) Fornara e Uberto Dell’Orto si sono spinti in Egitto in un sodalizio esotico poco documentato, ma foriero di una serie di opere eccellenti. Una di queste è stata esitata a un ottimo prezzo, ma “in incognito”, alla vendita recente della milanese casa d’aste Il Ponte.

Durante il breve sodalizio egiziano, ciascun artista ha reagito positivamente agli stimoli di un ambiente nuovo che hanno caratterizzato la produzione di ciascuno nei primi anni Ottanta. A giudicare dalle opere che aveva presentato al pubblico nei due anni precedenti, dei tre, Fornara risulta già arricchito da un’esperienza del nord Africa: i soggetti di Tangeri compaiono nelle esposizioni di Torino nel 1879 e nel 1880, e una veduta del Marocco a Genova nel 1879. Forse fu proprio il suo entusiasmo per il nord Africa a contagiare i due amici, benché uno degli studi del periodo attribuisca a Dell’Orto l’iniziativa. Il fatto è che sia Dell’Orto che Mariani, come lo stesso Fornara, espongono soggetti del Nilo o del Cairo negli anni successivi: Mariani addirittura invia “Sedici ricordi del mio viaggio in Egitto” alla mostra internazionale di Roma del 1883.

Alcune opere di Mariani, insieme ai suoi appunti autobiografici, fanno intendere che i tre siano partiti via mare da Brindisi a fine ottobre 1880, per arrivare, dopo una breve sosta per visitare Michetti a Francavilla,  ad Alessandria d’Egitto, poi Cairo. Con loro si era imbarcato anche l’esploratore Giuseppe Vigoni. Sembra che il soggiorno sia durato qualche mese.

Pompeo Mariani, In preghiera (1881)
Pompeo Mariani, In preghiera (1881)

L’episodio si inserisce nella moda per l’Oriente che si è diffusa in tutto il mondo nel secondo Ottocento, e specialmente a Parigi. Non è qui il caso di discorrere su un fenomeno storico di vaste proporzioni e già ampiamente documentato da studi internazionali. Comunque, una chiave specifica per capire la motivazione di questa curiosa compagnia italiana risiede probabilmente nel triplice successo che ha coronato Alberto Pasini all’Esposizione Universale di Parigi del 1878.

Stilisticamente, si direbbe che Fornara abbia preso a modello proprio lui, o per ammirazione oppure perché intravedeva una possibile strada al successo. Si sa come la somiglianza possa generare confusione, come ritengo sia successo all’asta recente del Ponte, dove un’opera attribuita ad Alberto Pasini, dal titolo “Carovana alle porte di Costantinopoli”, è stata esitata come tale.  Infatti, non mi trovo d’accordo con l’amico Giuseppe Luigi Marini, autorevole esperto della pittura dell’Ottocento, di cui il catalogo riporta un’attribuzione al maestro di Parma, perché, a ben guardare, la scena non è una carovana di Costantinopoli, ma il soggetto di un’opera esposta a Brera da Sallustio Fornara nel 1881, “Mercato di cavalli al Cairo” (Sala 15, n.39, cat.p.13).

Un dipinto bellissimo, una rara e preziosa testimonianza storica, meritevole del prezzo di €30.000 al quale è stato aggiudicato, ma di cui credo sia giusto restituire la paternità a Sallustio Fornara.

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