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Storie di lune, di sguardi e di montagne. Una mostra racconta le arie del Romanticismo e del Simbolismo europeo

Caspar David Friedrich Città al sorgere della luna, 1817, olio su tela, cm 45 x 32 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)
Caspar David Friedrich Città al sorgere della luna, 1817, olio su tela, cm 45 x 32 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

Nuovo capitolo espositivo per la città di Padova. Marco Goldin approda in città con una sequenza di esposizioni che vogliono raccontare “il vasto scenario artistico e storico della situazione della pittura in Europa lungo tutto il corso del XIX e parte del XX secolo, secondo una divisione nazionale o in aree contigue”. Così nasce la prima mostra in scena dal 29 gennaio al 5 giugno: “Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart” (Centro San Gaetano) è il primo capitolo di un nuovo, ampio progetto espositivo, concepito da Marco Goldin con il titolo complessivo di “Geografie dell’Europa. La trama della pittura tra Ottocento e Novecento”.

“Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart” è volta a far conoscere il punto di partenza dell’arte in Europa a inizio Ottocento, il romanticismo. Per questo motivo è la Germania ad essere al centro della mostra, assieme alla Svizzera con la quale condivide, almeno in una parte del secolo, intenzioni simili soprattutto sul versante del realismo. Ovviamente le distinzioni poi non mancano, poiché proprio la Svizzera, tra Ottocento e Novecento, con alcuni incantevoli pittori, da Hodler a Segantini giunto dall’Italia, fa comprendere come essa sia più aperta verso il nuovo.

Ferdinand Hodler Sguardo nell'infinito, 1913-1914, olio su tela, cm 138 x 245 Kunst Museum Winterthur, regalo dell'Associazione delle Gallerie, 1923 © SIK-ISEA, Zurigo (Jean-Pierre Kuhn)
Ferdinand Hodler Sguardo nell’infinito, 1913-1914, olio su tela, cm 138 x 245 Kunst Museum Winterthur, regalo dell’Associazione delle Gallerie, 1923 © SIK-ISEA, Zurigo (Jean-Pierre Kuhn)

La costruzione della mostra si appoggia sulla stupefacente collezione compresa nella Fondazione Oskar Reinhart, facente parte della straordinaria rete del Kunst Museum di Winterthur, uno dei poli artistici di maggior interesse della Confederazione elvetica.

“Meno rivolto all’arte dell’Ottocento francese, contrariamente ai maggiori collezionisti svizzeri del suo stesso tempo, Oskar Reinhart aveva nei libri e nelle teorie di Julius Meier-Graefe il suo punto di riferimento” annota Goldin. “La grande mostra berlinese del 1906, che lo stesso Meier-Graefe, assieme a Lichtwark e Von Tschudi, dedicò alla riscoperta dell’arte tedesca del XIX secolo, rimase per lui sempre un esempio e da lì nacque il suo collezionismo. Fu quella l’esposizione, tra l’altro, che tornò a rivelare alla pubblica attenzione il romanticismo tedesco. Ma soprattutto riportò in auge la figura inarrivabile di Caspar David Friedrich, incredibilmente, ma comprensibilmente date le nuove spinte culturali dell’epoca, caduto nell’oblio dopo la morte avvenuta prima della metà del secolo. La collezione Reinhart include cinque dipinti meravigliosi di Friedrich, tutti presenti a Padova. Tra essi spicca il capolavoro, Le bianche scogliere di Rügen, universalmente noto e uno degli emblemi del romanticismo”.

Caspar David Friedrich, Le bianche scogliere di Rügen, 1818, olio su tela, cm 90 x 70 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)
Caspar David Friedrich, Le bianche scogliere di Rügen, 1818, olio su tela, cm 90 x 70 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

Oggi, a distanza di quasi tre decenni da quella prestigiosa tournée, 75 opere dalla Fondazione Oskar Reinhart, scelte da Marco Goldin, giungono a Padova per aprire il grande progetto sulle “Geografie dell’Europa”. A partire proprio dal romanticismo in Germania, con i suoi esponenti maggiori da Friedrich a Runge a Dahl. Sette sezioni tematiche, cronologicamente distese lungo i decenni, che consentiranno al visitatore di “appropriarsi” dell’arte svizzera e tedesca dell’Ottocento.

Arnold Böcklin, Bambini che intagliano zufoli, 1865, olio su tela, cm 64.5 x 96.5 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)
Arnold Böcklin, Bambini che intagliano zufoli, 1865, olio su tela, cm 64.5 x 96.5 Kunst Museum Winterthur, Fondazione Oskar Reinhart © SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz)

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