Complice l’esplosione della pandemia, il 2020 non è stato un anno particolarmente scoppiettante in sede d’asta. Ecco quindi che le circostanze ci hanno lasciato in dote un 2021 incredibile, in cui tutte le case d’aste italiane hanno recuperato le ristrettezze dell’anno precedente. Il risultato? Un fitto susseguirsi di incanti e aggiudicazioni da record.
Per verificare che la ripresa del mercato sia reale bisognerà attendere il prossimo anno, ma nel frattempo possiamo goderci le aggiudicazioni vissute in questi dodici mesi. Un periodo dove i player del settore hanno giovato della formula phygital – ovvero l’ibrido tra fisico e digitale – e di un rinnovato interesse dei collezionisti a utilizzare l’arte come bene rifugio.
Vediamo com’è andato il 2021 de Il Ponte Casa d’Aste attraverso le parole della direttrice Rossella Novarini.
Qual è stato il fatturato 2021?
Nell’arco di dodici mesi gli oltre venti dipartimenti di cui si compone Il Ponte Casa d’Aste hanno raggiunto all’unisono le loro migliori prestazioni di sempre, per un totale di oltre 38,5 milioni. Sotto il martelletto sono passati 26.720 lotti per una media di venduto pari all’82% e il 220% di rivalutazione dei prezzi base.
Quali sono stati i top lot?
Per il dipartimento di Arte moderna e contemporanea il top lot è stato Lucio Fontana, Concetto spaziale, Natura, 1959-60, bronzo, cm 26x34x32. Siglata e numerata 1/2 P. Venduto a € 562.500.
Per il dipartimento di Arredi e Dipinti Antichi è stato Wilhelm Hopfgarten (1779-1860) e Benjamin Ludwig Jollage (1781-1837), L’obelisco Lateranense e L’obelisco Flaminio. Venduto a € 87.500. E Andrea De’ Passeris, San Cassiano vescovo; San Cassiano martire, 1491. Venduto a € 118.750.
Per il dipartimento di Gioielli è stato un Anello in platino rifinito con diamanti baguette per complessivi ct. 1 circa e al centro un rubino a cuscino di ct. 5,49, g 8,65 circa misura 7/47. Marcato 307 AL. Venduto a € 212.500.
Per il dipartimento di Arti Decorative del ‘900 e Design è stato Yoichi Ohira, Grande vaso ovoidale con colletto troncoconico. Esecuzione Livio Serena e Giacomo Barbini. Murano, 2002. Venduto a € 81.250.
Per il dipartimento di Dipinti e Sculture del XIX e XX secolo è stato Filipp Andreevic Maljavin, La Fisarmonica, olio su tela, cm 60×81. Venduto a € 100.000.
Per il dipartimento di Libri e Manoscritti è stato Thomas A Kempis, “Imitatio Christi”. [Augusta:]: Günther Zainer. Editio princeps del testo religioso più stampato al mondo dopo la Bibbia, 1472. Venduto a € 93.750.
Per il dipartimento di Filatelia è stata la Lettera da Bombay, via Hong Kong, per Canton (Cina), affrancata con una coppia del 4 anna blu e rosso. Provenienza: Collezione Romano Padoan. Venduto a € 37.500.
Per il dipartimento di Arte orientale è stata la Grande scultura in bronzo dorato raffigurante Guanyin, assisa su fiore di loto e su base esagonale. Cina, dinastia Ming, secolo XVII (h. 69 cm.). Venduto a € 106.250.
C’è un dipartimento in particolare che ha vissuto una crescita significativa?
All’apice del resoconto dipartimentale si posiziona come sempre l’arte moderna e contemporanea, la cui cifra sensazionale di fatturato supera i €16,3 milioni. Un risultato ottenuto grazie a un sempre eccezionale lavoro di ricerca in importanti collezioni, al fine di presentare capolavori inediti e dalla caratura museale.
Ottima crescita anche per l’antico (Arredi, Dipinti, Sculture e Oggetti d’arte), complici committenze private di rilievo tra cui le Collezioni di Cesare e Gina Romiti, di Villa Orlando a Bellagio e di Philippe Daverio, che hanno permesso al dipartimento di cavalcare il trend positivo e chiudere con un fatturato annuale di oltre €5,7 milioni.
Brillano anche i risultati ottenuti dal dipartimento di gioielli, che con un fatturato di €5,3 milioni si configura sempre tra i leader nazionali.
Come si è divisa la vostra casa d’aste, in questi due anni, tra fisico e digitale? Quali strumenti state impiegando per sopperire alla situazione in essere?
Per tutte le 42 aste (contro le 28 del 2020) tenute quest’anno c’è stata la possibilità di fare offerte online. Questo, insieme all’ingresso di nuove generazioni di acquirenti (soprattutto tra i millennials), ha permesso a Il Ponte di intercettare + 20% di nuovi utenti. In particolare la vetrina internazionale offerta dall’online ha permesso di raggiungere collezionisti e appassionati in ogni angolo del mondo (Francia, Inghilterra, Austria, Germania, Spagna, Belgio, Olanda, Stati Uniti, Canada, Cina, Israele, Australia, Emirati Arabi Uniti, Russia e Giappone, solo per citare i principali).
Si è inoltre lanciato un nuovo sito web, dalla navigazione più fluida e dai numerosi contenuti interattivi, con picchi di visite alla pubblicazione dei cataloghi di oltre 350.542 visualizzazioni. In generale l’implementazione dell’online è costante: dalle video interviste agli esperti ai tour virtuali delle esposizioni, dai contenuti di approfondimento nelle news ai cataloghi sfogliabili online, finanche il portale di vendita IlPonteLive, tutto rigorosamente bilingue.
Quali sono le prospettive per il 2022?
La promessa è di un 2022 denso di belle sorprese, con appuntamenti speciali che valorizzano il fervore culturale che anima i nostri spazi e in cui il pubblico possa sempre vedere rispecchiati le proprie aspettative e il proprio gusto.
Il commento
C’è chi ha definito l’exploit di vendite raggiunto tra autunno e inverno “Art Fever” ma l’entusiasmo e l’interesse di pubblico registrati non è riducibile a un semplice bagliore. Il navigare a vista del 2020 si è trasformato in un’importante occasione di evoluzione, in cui tutte le nostre energie si sono rivolte a capire le mutate esigenze dei clienti e della domanda.