Print Friendly and PDF

Una “piccola e qualificata” mostra per il grande Federico Zeri. Il prezioso omaggio del Poldi Pezzoli

Maestro_di_Hartford_Allegoria_della_Primavera Maestro_di_Hartford_Allegoria_della_Primavera
Maestro_di_Hartford_Allegoria_della_Primavera
Maestro_di_Hartford_Allegoria_della_Primavera

Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management della Cultura e dei Beni Artistici” di Rcs Academy”, tenuto tra dicembre 2021 e gennaio 2022 da Luca Zuccala, vicedirettore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.

Al Museo Poldi Pezzoli di Milano, dall’11 novembre 2021 al 7 marzo 2022, è in scena “Giorno per giorno nella pittura. Federico Zeri e Milano”. La mostra, a cura di Andrea Bacchi e Andrea di Lorenzo, si inserisce nel programma delle iniziative promosse dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario dalla nascita di Federico Zeri.

Trascorso un secolo dalla nascita del grande conoscitore e critico d’arte Federico Zeri (Roma 1921- Mentana 1998), la Casa Museo Poldi Pezzoli di Milano gli dedica una mostra che ripercorre gli studi del conoscitore romano.

“Una piccola raccolta che funziona davvero con alla direzione persone adatte… mostre piccole ma molto qualificate”, così nel 1995 Federico Zeri parla del Museo Poldi Pezzoli. Un rapporto di stima reciproca quello tra la preziosa realtà museale meneghina e lo studioso che, nel corso dei suoi molteplici soggiorni a Milano, si intreccia di interventi, contributi e conferenze. La casa del collezionista risorgimentale non poteva che omaggiarlo con una mostra “piccola e qualificata” come lui tanto apprezzava.

De_Vecchi_Pietà
De_Vecchi_Pietà

Il titolo della mostra “Giorno per giorno nella pittura. Federico Zeri e Milano” è in primis un esplicito omaggio alla raccolta di scritti dello storico e critico (pubblicati a partire dal 1988). Inoltre si prefigge di sottolineare lo stretto rapporto tra la città, in particolare proprio con la casa museo per lui “museo d’eccezione”, come non mancava di sottolineare.

Due sale al piano terreno si fanno scrigno di una selezione di 22 opere, protagoniste di studi e attribuzioni da parte di Zeri. L’allestimento, curato da Sistema manifesto, con la supervisione dell’architetto Beppe Finessi, vuole riprendere i criteri stessi a cui Zeri si era ispirato per la disposizione della biblioteca e fototeca nella sua villa Mentana. Un ricordo della famosa fototeca, “il tavolo del conoscitore”, viene proposto in chiusura all’esposizione. In una vetrinetta è disposta una piccolissima percentuale della sua raccolta di foto, costituita da centinaia di migliaia di esemplari, rigorosamente in bianco e nero per meglio cogliere forme e restauri, poiché “il colore non è fedele e mi confonde” come sottolineava in un’intervista. Queste rappresentavano lo strumento di lavoro privilegiato dallo studioso per allenare i principali attrezzi del conoscitore: l’occhio e la memoria.

Hispanus_Cimone_e_la_dama_di_Efigenia
Hispanus_Cimone_e_la_dama_di_Efigenia

Introduce alla mostra, nella Sala dei Pizzi, un video di approfondimento che alterna commenti della direttrice Annalisa Zanni e dei curatori Andrea Bacchi e Andre di Lorenzo, a scene originali d’interviste in cui parla personalmente il protagonista della mostra. Queste rappresentano un piacevole spaccato costellato di momenti genuini, lasciando trasparire, in maniera estremamente semplice, la passione e la competenza di una personalità come quella di Zeri.

Il Salone dell’affresco, dove è situato il corpus maggiore di opere della mostra, risulta diviso in scomparti simmetrici e regolari, contenitori all’interno dei quali si susseguono i dipinti cronologicamente ordinati. La successione dei vani neri porta l’occhio del visitatore lungo delle linee prospettiche immaginarie che culminano nel punto di fuga rappresentato da una foto in bianco e nero di Zeri nella sua biblioteca.

La rassegna si compone di opere che furono oggetto di personali studi per ripercorrere i temi cardine della carriera dello studioso. Particolare oggetto d’interesse erano infatti i dipinti e le tavole tardogotiche a tema religioso con cui si apre la mostra, per proseguire con esempi di ritrattistica rinascimentale e rappresentazioni di nature morte a cui dedicò una costante attenzione. Di quest’ultime, da menzionare il dipinto “Allegoria della primavera” eseguito a due mani da Carlo Saraceni e dal Maestro di Hartford, che fu identificato da Zeri come proveniente dal sequestro alla bottega del Cavalier d’Arpino nel 1607.

Prosegue la Stanza dei tessuti interamente dedicata a due artisti. Dapprima si incontra il pittore spagnolo Johannes Hispanus. L’artista fu soggetto delle ricerche di Zeri, grazie alle quali riuscì a individuare le radici culturali della sua pittura in Italia, in cui fu attivo tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Segue il pittore d’origine pavese Donato de’ Bardi, attivo nella prima metà del Quattrocento. Di quest’ultimo particolarmente significative sono tre tavole, raffiguranti i tre santi Giovanni Battista, Gerolamo e Stefano, componenti di un polittico ricostruito da Zeri, tutte appartenenti a differenti collezioni e riunite nella mostra per la prima volta.

La mostra si conclude con un ultimo accenno al rapporto speciale tra il conoscitore e l’istituzione milanese. Il percorso termina infatti con due piccole opere (Santa Elisabetta d’Ungheria da scuola di Raffaello e la Pietà di Giovanni De Vecchi) che egli gelosamente custodiva e che in seguito donò, nel suo ultimo testamento (1998), al Poldi Pezzoli.

Informazioni utili: https://museopoldipezzoli.it/

“Giorno per giorno nella pittura. Federico Zeri e Milano”

Commenta con Facebook