Una copia di un ritratto di Isabella Clara Eugenia di Anthony van Dyck, appeso da anni in casa di uno storico dell’arte, potrebbe essere un’opera originale del maestro fiammingo. L’esperto è Christopher Wright, specialista di Old Master noto per aver scovato opere dimenticate in collezioni pubbliche e private. Il dipinto in questione l’aveva acquistato nel 1970 per £65 (circa $88) da un mercante londinese.
A cinquant’anni di distanza, il colpo di scena. Il dipinto, che raffigura l’infanta di Spagna nonché principessa sovrana dei Paesi Bassi spagnoli, ha catturato l’attenzione di un amico di Wright, Colin Harrison, senior curator di Arte Europea presso l’Ashmolean Museum di Oxford, in Inghilterra. Dopo un’attenta analisi, Harrison ha rilevato alcuni segni che ricondurrebbero al pennello di van Dyck. In particolare a colpirlo è stata la rigorosa rappresentazione delle mani, tipica dell’artista olandese.
Le ricerche hanno poi portato i due esperti a ipotizzare che l’opera possa essere stata realizzata tra il 1628 e il 1632, periodo in cui van Dyck lavorò come il ritrattista per l’aristocrazia spagnola e inglese. Nel 1632 van Dyck si era infatti traferito a Londra, dove il re Carlo I lo nominò pittore di corte e lo nominò cavaliere. La sua influenza come ritrattista in Europa fu immensa, tanto che le copie del suo lavoro proliferarono. Di conseguenza il dibattito sull’attribuzione di queste opere persiste ancora oggi.
In ogni copia del ritratto, Isabella Clara Eugenia appare sempre in abito da suora. L’abito pio e lo sfondo cupo e sommesso riconducono al lutto vissuto dalla donna dopo la morte di suo marito, l’arciduca Alberto VII d’Austria, nel 1621. In seguito toccò a lei guidare il paese fino al 1633, anno della sua morte. Un periodo considerato l’età d’oro dei Paesi Bassi spagnoli.
Wright ha portato l’opera al Courtauld Institute of Art di Londra, dove è stata esaminata e restaurata. Gli esperti hanno confermato la presenza di molte copie del ritratto, fattore che rende complesso determinare l’autore principale di ciascuna versione. Nonostante questo, hanno affermato che: “Le analisi ci portano però a proporre provvisoriamente che [esso] possa essere attribuito al laboratorio di Van Dyck e che sia stato completato durante la sua vita e sotto la sua supervisione“.
Naturalmente Wright ha accolto con piacere il risultato, tanto che ora ha in programma di esporre il dipinto in un’istituzione pubblica. Il quadro andrà quindi in prestito permanente al Cannon Hall Museum di Cawthorne, Barnsley, che ospita una rinomata collezione di dipinti olandesi e fiamminghi del XVII secolo.