Tramandato, acquistato e venduto nel corso dei secoli. Ora un grande dipinto del 17° secolo entra finalmente in una collezione museale. Il Metropolitan Museum of Art di New York ha ricevuto Agonia nell’Orto (1626–27) di Nicolas Poussin, per concessione dei collezionisti newyorkesi Barbara e Jon Landau.
L’opera si aggiunge ai sei dipinti di Poussin – tra cui Mida che lava alla fonte del Pactolus (1627 circa), che faceva parte del nucleo originale del museo nel 1871 – che il Met ha in collezione.
I Landaus hanno mantenuto Agonia nell’Orto nella loro collezione per gli ultimi 22 anni. Non senza aumentarne il valore, quantomeno a livello espositivo. Nel 2015, per esempio, hanno prestato l’opera al Louvre per la mostra Poussin and God.
“Poussin è un titano dell’arte europea, anche se non è necessariamente, per alcune persone, un nome familiare“, ha affermato David Pullins, curatore associato nel dipartimento di pittura europea del Met. “Uno dei motivi per cui è così importante è la sua centralità nel dibattito colore contro linea, che dominò la produzione artistica europea e la teoria dell’arte per secoli“.
Agonia nell’Orto è un lavoro particolarmente insolito nella produzione di Poussin, in quanto è una delle due opere – tra quelle ufficialmente riconosciute – realizzate dall’artista con la tecnica dell’olio su rame. Una pratica appresa durante gli studi condotti dal pittore a Roma a partire dal 1624. Ancora semisconosciuto, provò ad attirare l’attenzione su di sé realizzando qualche opera sul rame. Un materiale insolito e prezioso, molto più caro di una più consueta tela.
Agonia nell’Orto raffigura la scena del Nuovo Testamento in cui Gesù, dopo l’Ultima Cena, si reca con i santi Pietro, Giacomo e Giovanni al giardino del Getsemani. I suoi apostoli si addormentano, come mostrato in primo piano, mentre Gesù prega Dio Padre in vista della morte che sente avvicinarsi. In risposta, un fiume di angeli scende sulla Terra brandendo la croce su cui Gesù sarà crocifisso il giorno seguente. A questa composizione Poussin aggiunge una struttura architettonica in pietra che deve ancora essere contestualizzata appieno, ma potrebbe forse riferirsi alla fondazione della Chiesa successiva alla morte di Gesù. La scena è per lo più realizzata in una tavolozza ocra rossastra, accentuata da tocchi di colore negli abiti delle figure.
I Landaus iniziarono a collezionare negli anni ’70, partendo dai modernisti americani, tra cui Arthur Dove, Milton Avery, Stuart Davis e Marsden Hartley. Negli anni ’80 hanno ampliato i loro interessi ad artisti francesi pre-impressionisti come Courbet, Corot, Delacroix e Millet, e negli anni ’90 sono arrivati ai dipinti dei maestri antichi e alla scultura rinascimentale. In tutto questo lasso di tempo sono stati naturalmente in contatto con diversi musei in tutto il mondo, stringendo però un legame particolare con il Met. Da cui la straordinaria donazione di cui il museo ha beneficiato.