Cardi Gallery presenta la prima mostra personale dell’artista italiano Davide Balliano con la galleria. A Milano dal 19 gennaio al 26 marzo 2022
Davide Balliano (Torino, 1983) è un artista la cui ricerca opera sulla sottile linea di demarcazione tra pittura e scultura. Utilizzando un linguaggio austero e minimale di geometrie astratte in forte dialogo con l’architettura, il suo lavoro indaga temi esistenziali come l’identità dell’uomo nell’era della tecnologia e il suo rapporto con il sublime.
Attraverso un corpus di opere inedite prodotte nel 2021, la mostra offre un’occasione unica per scoprire il linguaggio visivo dell’artista e approfondirne l’indagine sulle problematiche formali, in equilibrio tra il rigore della geometria e il calore e dell’esperienza umana. Lo studio metodico sul movimento – inteso come moto imperioso della natura e ritmo ineludibile della storia – porta Balliano alla creazione del ciclo Untitled, lavori in bianco e nero su tele di lino. In queste opere Balliano passa dalla lavorazione su tavola di legno alla tela di lino, materiale leggero che permette alla texture della materia pittorica di emergere come elemento primario e, parallelamente, garantisce all’artista la possibilità di lavorare in modo più libero rispetto alle costrizioni imposte dal supporto ligneo.
Attraverso una pratica, definita da lui stesso monastica, austera e concreta, i dipinti meticolosi di Balliano appaiono, a prima vista, metodici e precisi. Tuttavia, un’ispezione più attenta svela dei graffi e abrasioni che rivelano la superficie in legno organico come fosse la decadente di intenzioni moderniste.
L’intensa interazione del bianco e del nero sono elemento fondamentale dell’estetica di Balliano, che non rifiuta il colore, ma piuttosto ne è in continua contemplazione. A un primo sguardo le sue opere appaiono precise, ordinate e metodiche, ma a un esame più attento la stesura del nero si anima di graffi e abrasioni che trasformano la superficie austera in un’opera altamente materica, con esiti scultorei, evidenziando come il continuo sconfinamento tra pittura e scultura sia un elemento fondamentale nella sua ricerca.