Yokai, arrivano i mostri! In libreria un maxi volume illustrato raccoglie una sfilata di demoni, fantasmi e creature del folklore giapponese
Si chiamano yokai (yōkai), sono i mostri della tradizione giapponese, protagonisti indiscussi dei kaidan, racconti di fantasmi e storie del soprannaturale. In libreria un maxi volume illistrato raccoglie questa sfilata di demoni, fantasmi e creature del folklore giapponese, spiriti mutanti, paurose entità vendicative… per tutti i gusti.
I manga ne sono zeppi, i lettori più appassionati lo sanno bene, dai kappa di Creamy ai demoni di Inuyasha, queste mostruose creature che spesso e volentieri sbucano dalle pagine dei fumetti giapponesi sono l’eredità di una ricchissima tradizione artistica e letteraria molto antica, manifestazioni inquietanti che sin dal XVI secolo hanno popolato – e scosso – l’immaginario della Sol Levante. Creature malevole, terrificanti e maliziose, a volte solo dispettose e altre letali, la letteratura del fantastico, dalle leggende popolari ai romanzi epici, è piena di innumerevoli incubi, una varietà sorprendente. Tra gli innumerevoli prodotti dell’audiovisivo giapponese basta ricordare Pom Poko di Isao Takahata, braccio destro di Miyazaki, una moderna favola ecologista che vede protagonisti i tanuki, cani procione maestri del travestimento e mutaforma (lo trovate su Netflix) che si trovano a lottare contro gli uomini per difendere il proprio habitat naturale.
Yokai, nelle sue oltre 500 pagine (Ippocampo Edizioni), raccoglie un terrificante compendio di queste creature demoniache e soprannaturali, un maxi volume completamente illustrato. Un tuffo da brivido in quest’antica mitologia, per scoprire, pennellata dopo pennellata questa iconografia dell’orrido, con le opere di Tsukioka Yoshitoshi e di altri artisti dell’epoca Edo (XVII-XIX secolo).
L’origine del mostruoso nasce dalla paura per l’ignoto e la natura, ingannevole e invincibile, sentimenti che nel buio della notte si trasformano in immagini, in visioni, in vere e proprie manifestazioni spettrali. Animali demoniaci, creature antropomorfe, oggetti della vita quotidiana posseduti da spiriti maligni, alcuni sono addirittura divertenti e burloni (come i tanuki), in questo bizzarro ecosistema convivo tra loro entità con caratteristiche molto diverse tra loro e uniche al mondo. Possiamo trovare, per esempio, il mokumokuren, una spaventosa massa di occhi che si annida sulle porte scorrevoli delle antiche abitazioni giapponesi (sarebbero piaciuti molto a Carol Rama), questo yakoi fa parte della categoria degli tsukumogami: secondo un’antica credenza tutte le cose hanno uno spirito, quando ritengono di essere stati oltraggiati, gli oggetti si possono trasformare in mostri per tormentare chi non li ha rispettati a dovere. Tra questi anche i Karakasa, ombrelli di carta con un occhio solo e una lingua a penzoloni, uno degli tsukumogami più conosciuti anche in epoca contemporanea, protagonista di leggende metropolitane e film.
Paraventi pieghevoli, rotoli, stampe, scatole laccate, kimono e ceramiche, gli yakoi nel corso dei secoli si sono incarnati in opere arte di diversa natura, da prodotti tipici dell’arte popolare a quelli dell’arte suntuaria. Questo gustosissimo volume raccoglie l’incredibile collezione Yumoto Coichi, la più grande raccolta a tema yakoi al mondo. Se siete a Tokyo è possibile ammirarla presso il Memorial Japan Yakoi Museum, dono del collezionista, la raccolta spazia dal primo periodo moderno fino ai giorni nostri, altrimenti non vi resta che perdervi nelle tenebre di questo incredibile volume spettrale.