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Melancholia, l’amore per il cinema nella nuova mostra di Chiara Dynys al MA*GA

Chiara Dynys, Merry Liseberg Parade, 2021, @Museo MA*GA, Courtesy l’Artista, ph. Simone Faccioli Chiara Dynys, Merry Liseberg Parade, 2021, @Museo MA*GA, Courtesy l’Artista, ph. Simone Faccioli
Chiara Dynys, Aurora. Antro della Sibilla, 2020, @Museo MA*GA, Courtesy l’Artista e Fondazione VAF, ph. Simone Faccioli
Chiara Dynys, Aurora. Antro della Sibilla, 2020, @Museo MA*GA, Courtesy l’Artista e Fondazione VAF, ph. Simone Faccioli
Il MA*GA – Museo Arte Gallarate presenta Melancholia, la personale dedicata all’artista mantovana Chiara Dynys. Dal 26 febbraio all’8 maggio 2022.

Melancholia raccoglie oltre venti opere della Dynys (1958), offrendo un percorso ricco di collegamenti alla storia dell’arte e a quella del cinema, da sempre fondamentale nella sua poetica. Da Roberto Rossellini a Paolo Sorrentino, da Jane Campion a Lars Von Trier: sono numerose le suggestioni figurative accolte in Melancholia, progetto espositivo pensato appositamente per il MA*GA, i cui spazi sono trasformati e ripensati grazie all’uso della luce e di forme riflettenti.

Chiara Dynys, Merry Liseberg Parade, 2021, @Museo MA*GA, Courtesy l’Artista, ph. Simone Faccioli
Chiara Dynys, Merry Liseberg Parade, 2021, @Museo MA*GA, Courtesy l’Artista, ph. Simone Faccioli

«L’amore per il cinema mi accompagna da quando ero bambina, nutrito e incoraggiato da mia madre a cui dedico questo progetto. Tali suggestioni hanno contribuito a dare al mio lavoro un taglio ben definito sin dagli esordi in cui creavo forme geometriche, senza un centro individuabile, attraverso un uso trasgressivo e “cinematografico” dei materiali che, trasfigurati in qualcos’altro, esprimevano uno straniamento che nel tempo si è trasformato nella rappresentazione di un non luogo, abitato dallo spaesamento dei sogni e dallo sradicamento» spiega Chiara Dynys, che ad oggi è una delle artiste italiane più rilevanti sul panorama dell’arte contemporanea internazionale con all’attivo mostre in istituzioni di tutto il mondo, come presso il Kunstmuseum di Bonn, il CIAC di Montréal, il MART di Rovereto e all’IVAE di Yerevan. 

 

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