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Enter the Plastocene. A Milano il dramma degli oceani si tocca con mano

Gli artisti Tamiko Thiel e /p presentano il loro nuovo lavoro, Enter the Plastocene, un’esperienza interattiva digitale multicanale in scena al MEET Digital Culture Center, il primo Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale nato a Milano con il supporto di Fondazione Cariplo. Dal 9 al 27 febbraio.

Tamiko Thiel è stata una pioniera visionaria nel campo dell’arte e della tecnologia fin dagli anni ’80. Americana residente a Monaco, è maestra nel creare installazioni site-specific usando tecnologie immersive sia in spazi virtuali che fisici. Thiel usa il colore, l’immagine e il suono per creare una sorta di poesia visiva. Questo spinge lo spettatore a pensare alle preoccupazioni ecologiche, politiche e sociali mentre è catturato dalla vivacità delle sue immagini in movimento.

Dal 2018 collabora con l’artista e sviluppatore di software /p, sviluppatore leader di progetti multiutente di realtà virtuale e web based dal 1994. Dal 2018, /p ha creato opere d’arte AR, VR e AI, sia da solo che in collaborazione con Tamiko Thiel.

Per MEET i due artisti hanno tradotto l’opera d’arte AR Entering the Plastoscene in un’esperienza immersiva multicanale che cerca di rendere consapevole lo spettatore di uno dei più gravi pericoli per gli ecosistemi oceanici: i rifiuti plastici.

Gli esseri umani hanno creato un’epoca completamente nuova per gli abitanti dell’oceano: il Plastocene. La plastica è diventata una parte onnipresente degli oceani del mondo, permeando tutti gli strati dalla superficie fino alle profondità più oscure.

Enter the Plastocene fa letteralmente immergere lo spettatore nell’oceano, in mezzo ai detriti di plastica che egli stesso vi ha gettato, cercando di invitarlo a riflettere e a esaminare come le azioni che compiamo quotidianamente – attivamente e più precisamente anche passivamente – finiscano per inquinare gli oceani. In sintesi, rende protagonista il pubblico della storia stessa degli oceani sensibilizzandolo sul loro cambiamento e, soprattutto, su quanto ne sia esso stesso il responsabile.

La maggior parte delle proiezioni racchiude immagini che mostrano la plastica presente nell’oceano e la vita marina che si svolge nelle profondità. Una in particolare permette addirittura di interagire con i pesci. Dotati di tablet dedicati, gli spettatori possono guidare i banchi di pesci a loro piacimento. Ma non alla lunga non è tutto così divertente: più lo spettatore è attivo nel guidare i pesci, più i pesci stessi si trasformano in rifiuti di plastica, creando così involontariamente nuovi rifiuti oceanici. Il tutto davanti agli occhi degli altri presenti che, proprio come avviene nella realtà, assistono passivamente senza potere intervenire.

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