Questo articolo è frutto dell’operato degli studenti del Laboratorio di scrittura, iscritti al Master Post Laurea “Management della Cultura e dei Beni Artistici” di Rcs Academy”, tenuto tra dicembre 2021 e febbraio 2022 da Luca Zuccala, vicedirettore della nostra testata. La collaborazione tra ArtsLife e Rcs Academy ha dato la possibilità agli studenti partecipanti al Master, dopo le lezioni di introduzione, pianificazione e revisione dei contenuti proposti, di pubblicare il proprio elaborato sulla nostra piattaforma.
Da quando ha inaugurato la nuova sede parigina al Marais il 20 gennaio 2021, Galleria Continua ha dedicato una serie di mostre ai Paesi nei quali ha uno spazio espositivo. Il primo capitolo, dedicato alla Francia, si è concretizzato nella mostra À Bras Ouverts esposta nel periodo maggio-ottobre 2021. Gli altri due capitoli di questa serie sono dedicati a Cuba e all’Italia: La Brèche e Les Ritals. Fino al 26 marzo.
La Galleria originaria di San Gimignano ha ampliato e rinnovato il primo piano del nuovo avamposto francese. Come? Attraverso uno stile scarno ed essenziale che valorizza al meglio le opere esposte al suo interno. Il risultato sono 800 mq in stile industriale che valorizzano la storia dell’antico edificio. Lo spirito di valorizzazione della patina del tempo dell’antico edificio di rue du Temple si estenderà a breve anche al piano terra. Gli spazi della galleria sono pertanto in perenne evoluzione, come le mostre che ospita.
Al primo piano della Galleria è esposta la mostra collettiva di artisti cubani La Brèche. Le opere rendono omaggio allo spirito cubano di costante reinvenzione e all’esplorazione sovversiva delle crepe del sistema. Si inseriscono tra le pareti bianche e le vecchie carte da parati dello spazio espositivo, sculture, pitture, installazioni e video. Le opere esposte indagano la fragilità e la dimensione fisica e spirituale dell’essere umano.
La statua di Buddha che l’artista Yornel Martínez ha ricoperto di gomme da masticare colorate, accoglie con dissacrazione il visitatore e lo introduce al percorso espositivo. È tuttavia l’opera Isla (emocional) di Yoan Capote a catturare istintivamente lo sguardo. Sulla parete di fondo bianca della seconda sala è esposto uno degli immensi mari con gli ami dell’artista cubano. Mano a mano che si avvicina all’opera, lo spettatore percepisce il ruolo di barriera del mare, che con l’impeto delle sue onde rappresenta un ostacolo invalicabile.
I dipinti della serie Isla sono nati da una riflessione sul termine ‘cortina di ferro’, utilizzato durante la Guerra Fredda per indicare la separazione, sia territoriale sia ideologica, tra i paesi dell’Europa dell’est e dell’Europa dell’ovest. Queste frontiere, spesso inspessite da filo spinato e muri, mi hanno fatto riflettere sul ruolo del mare in quanto barriera per i cubani.
Yoan Capote.
La produzione artistica dell’artista affonda le radici nella sua terra natia, Cuba. Tra i materiali usati da Yoan Capote per realizzare le sue opere ritornano incessantemente gli oggetti quotidiani, percepiti dall’artista come un’estensione del nostro corpo. Con una trasformazione artistica, Capote carica dunque di significato poetico degli oggetti considerati a prima vista “banali”.
Dalla barriera rappresentata dal mare, il visitatore passa ad un’indagine delle crepe dell’architettura urbana cubana. L’opera di Carlos Garaicoa rappresenta un edificio in rovina che crolla direttamente ai piedi dell’osservatore, frantumandosi in mille pezzi di puzzle.
La realtà, caduta in pezzi, viene ricomposta dall’artista José Manuel Mesías, che con le sue opere raccoglie oggetti di vita quotidiana per connotarli di nuove connessioni. Completano l’esposizione le opere degli artisti Alejandro Campins, Iván Capote, Elizabet Cerviño, Osvaldo González, Luis López-Chávez, Susana Pilar, José Yaque.
Il piano terra della galleria è dedicato all’Italia e ai suoi geni innovatori. L’espressione gergale “Ritals”, che dà il titolo alla mostra, veniva utilizzata durante il XX secolo in riferimento alle ondate migratorie dall’Italia alla Francia. Il termine, dall’accezione negativa, viene qui reinterpretato in riferimento alle origini italiane che accomunano gli artisti presentati in mostra. Nasce così una nuova riflessione sull’utilizzo di quest’espressione, che si lega alle problematiche legate all’accettazione e al rifiuto. Le opere degli artisti in mostra, così come le migrazioni, erano a loro tempo considerate scandalose e suscitavano incomprensione e avversione.
I sette artisti protagonisti di Les Ritals erano degli innovatori che hanno provocato una frattura negli animi del loro tempo, nutrendo l’ispirazione che ha permesso l’apertura di nuove sperimentazioni per i loro successori. Gli artisti italiani simbolo del progresso e presenti in mostra sono Filippo Tommaso Marinetti, Lucio Fontana, Armando Testa, Carla Accardi, Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto e Maurizio Cattelan.
Emblematico della lungimiranza di questi artisti è il Manifesto del Futurismo di Tommaso Marinetti, esposto in una teca. Il 20 febbraio 1909 Le Figaro pubblicava il testo fondante del Futurismo, il movimento letterario e artistico d’avanguardia del XX secolo che esaltava la velocità, il dinamismo e la bellezza del mondo moderno e delle macchine.
Dalla rottura delle convenzioni alla provocazione, la mostra Les Ritals riesamina e valorizza i punti in comune, le relazioni e le connessioni che legano i lavori dei sette artisti. Un’inedita storia di cameratismo artistico, dove ogni artista rappresenta una rivelazione e un’ispirazione per chi l’ha preceduto eseguito.
Le due mostre rappresentano una nuova e profonda indagine della società e delle contraddizioni che hanno caratterizzato i due paesi in momenti storici determinanti. LesRitals sarà in mostra fino al 12 febbraio 2022 e La Brèche fino al 26 febbraio 2022.